Nei sedici mesi dell'avventura dannunziana una piccola locanda sul porto si ritrovò ritrovo dell'ala più estrema, futurista, visionaria ed eversiva dei giovani legionari fiumani che impazzavano in città.
Al numero 5 di Adamiceva Ulica c'è ancora l'edificio di tre piani fuori ter- ra costruito in zona portuale negli anni '70 del 1700. Un secolo e mezzo dopo qui c'era la taverna "Al Cervo d'Oro", un locale da angiporto che i legionari più esaltati e ben introdotti nel cerchio magico di D'Annunzio elessero a loro sede informale. |
I più insofferenti e filibustieri avevano iniziato a frequentare questa taverna che poi venne ribattezzata sul campo dei bagordi e degli eccessi. Divenne così "L'ornitorinco".
Ci andavano personaggi come Guido Keller, Giovanni Comisso, Leone Kochnitzky, Ludovico Toeplitz, Mario Carli e da ogni sorta di sognato- ri, cocainomani, disadattati e umanità varia di entrambi i sessi. Ci anda- va anche Gabriele D'Annunzio e Luisa Baccara. Qui il Vate mangiava il famoso risotto di scampi e beveva il "Sangue Morlacco" dei Luxardo. |
Scriverà Giovanni Comisso: “All’Ornitorinco il Sangue Morlacco riceve la sua denominazione. Innocuo Sherry Brandy, discretamente appiccico- so, estremamente discutibile, sotto nessun aspetto il liquore si merita tan- to nome; sennonché un giorno un quotidiano britannico rese di pubblica ragione come D’Annunzio fosse “un tiranno barbaro che succhiava il san gue dei Morlacchi”. La trovata ci tenne allegri e il Comandante impose di nuovo il nome al falso Sherry Brandy”. |