6 luglio 2025

La "mappa concettuale" dell'Istria italiana venne disegnata da Pietro Coelli per conto dell'E.N.I.T.

Enit stava per "Ente Nazionale Italiano per il Turismo", l'ente di promozione turistica creato nel 1919 dal governo Nitti.
Nel manifesto di Piero Coelli (1893-1980) la penisola istriana è vista attraverso una finestra ogivale, punteggiata dai monumenti delle principali città. Il manifesto fu prodotto in un anno imprecisato, compreso tra il 1927 e il 1939.
La mappa nella sua versione in lingua tedesca "Istrien-Italien" stampata dalle
Grafiche Modiano di Trieste nel formato di cm. 100x62 per conto dell' E.N.I.T.
Così scrive Alessandro Sandorfi nel gruppo FB "Un fiume di fiumani": "Spero non secchi a qualcuno che ogni tanto ricordi figure del mondo dell'arte. Questa è una locandona eseguita dal pittore Pietro Coelli di Pirano. La sua vita è stata decisamente movimentata. Nato a Pirano d’Istria nel 1893, da Vittorio e Maria Chierego, arrivò a Rovereto nel 1939. Assolse a Pirano le scuole elementari ed a Trieste gli studi superiori. Nel 1919 congedato riprese lo studio e nel 1921 ottiene la licenza con il massimo dei voti e la lode presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia nel Corso Biennale di Ornato e Decorazione sotto la guida di Augusto Sezanne e quello di Incisione diretto dal

14 giugno 2025

I personaggi dell'impresa di Fiume: Guido Keller

Durante la WW1 l'irrequieto e anarcoide Keller era stato un asso dell'aviazione del gruppo Baracca. A Fiume, protetto da D'Annunzio, fu legionario, uscocco e filibustiere, poi fu futurista, fascista, esploratore.
Guido Keller von Kellerberg fu certamente di difficile collocazione politica.
Qui lo vediamo in una sua celebre fotografia, utilizzata nella locandina di una
organizzazione anarchica contemporanea. Morì in povertà nel 1929, dopo una
breve vita di avventure e di eccessi.
E' stato l'uomo che, a Ronchi, ruppe gli indugi e sbloccò la situazione dando così il via all'impresa fiumana: andò a sequestrare, pistola in pugno, i camion militari che dovevano portare gli ammutinati da Ronchi a Fiume.
👉A Fiume fece parte del "cerchio magico" dei preferiti di D'Annunzio. Amava passeggiare nudo sulla spiaggia e quando è stanco batteva la campagna attorno a Fiume dormendo all'aria aperta, nudo, mangiando frutta e noci in compagnia di giovani legionari.
In un altro scatto altrettanto famoso Keller comparve in veste di Tritone (qui
con dedica autografa a Margherita Sarfatti, l'intellettuale ebrea che fu la mu-
sa e l'amante di Benito Mussolini e che nel '38 dovette fuggire negli USA per
scampare alle leggi razziali).

👉Keller divenne famoso per le sue beffe: riuscì ad intercettare le linee telegrafiche tra Jugoslavia ed Italia, procurando al Comandante preziose notizie militari. Partito in volo di ricognizione, tornò con un asinello legato al carrello dell'aereo: riferì che il motore dell'aereo si era fermato in territorio jugoslavo ma che lui lo aveva riparato: aveva incontrato un somaro, gli era piaciuto e aveva deciso di portarlo in regalo a D'Annunzio. Il gusto del gesto piaceva al Vate come a Keller.
👉Fu lui a cambiare il nome della taverna "Il Cervo d’Oro" in quello di "Ornitorinco" che frequentava con Giovanni Comisso, Léon Kochnitzky, Henry Furst, di cui era grande amico e sodale omosex. 
👉Nell’estate del '20, in piena impresa fiumana,  Keller si ritira in esilio volontario sulle colline tra Fiume e la campagna slava, cerca la fusione con la natura, dorme all’aperto, si lava nei torrenti, pratica sesso libero e vario. Comisso ricorderà con ostentata pudicizia certi risvegli nel bosco «al solletico della barba di Keller».

16 maggio 2025

Il vecchio rifugio Egisto Rossi del CAI di Fiume

Un'accurata ricostruzione delle sue vicende si trova in un sito turistico di Mattuglie/Matulji (che non omette gli anni della guerra partigiana).
Rifugio "Egisto Rossi" al Monte Lisina in una foto dei primi anni '20 del
Novecento, ripresa a Nord. La parte più vecchia è una ex lugarnica (bot-
tega-osteria) costruita intorno al 1810. (altitudine vera 710 metri)
Si raggiunge a piedi dal paese di Zvonećna o Zvoneće, situato lungo la vecchia strada Fiume-Trieste, tutt'ora in funzione ed anzi molto frequentata.
Immagine tratta dal sito "Lokalpatrioti" di Rijeka.
👉E' posto tappa di un lunghissimo e ambizioso percorso escursionistico denominato "Via Adriatica" che proviene dal lontanissimo Monastero ortodosso di Krupa sulle Alpi Bebie/ Monti Velebit  e seguendo le linee di cresta attraversa la regione della Lika e si dirige verso Nord fino al Monte Maggiore di Fiume, per poi,  transitando dalla Sella di Poklon discendere verso la costa istriana fino Fianona/Plomin ed infine  porta fino all'insenatura dello storico Porto di Rabac/Rabak Luka, nei pressi di Labin.
👉La storia del vecchio rifugio:
Rara immagina del rifugio negli anni di Tito.
"Rifugio Egisto Rossi al M. Lisina (713 m): si raggiungeva in 2 ore da Mattuglie – stazione Cucelli – Snovecchia ore 2.00. Era aperto tutto l’anno, con servizio di osteria. Il 4 dicembre 1921 viene inaugurato il primo rifugio della Sezione: l’Egisto Rossi, a due ore da Mattuglie e base di partenza per raggiungere diverse cime, tra le quali il monte Lisina e per la traversata dei Monti della Vena. Fu anche una frequentata base sciatoria, dove la “Conca del Lisina “ diventò campo scuola per molti fiumani che raggiungevano questa località a piedi da Mattuglie. Fu il primo atto concreto della vita della Sezione di Fiume del CAI, subentrata nel 1919 al Club Alpino Italiano e dedicato alla memoria di un giovane socio, precursore delle correnti di pensiero che volevano Fiume italiana. Il rifugio disponeva di 16 posti letto e nel 1943 venne distrutto dal fuoco; poi ricostruito ed ampliato. Attualmente non più utilizzato è tornato ad essere un rudere. Interessante l’articolo su Liburnia 2015: C’era una volta il rifugio Lisina di Moreno Vrancich"
(dal sito del
Per una rievocazione storica delle vicende del CAI fiumano vedi qui.
club alpino fiumano
).
👉Tra i rifugi del vecchio CAI fiumano (ex-CAF) che hanno lasciato qualche traccia nel web c'è da segnalare anche lo "Stefano Caifessi" sul Monte Aquila a Castelnuovo d'Istria/Podgrad, lungo la strada che collegava e collega Fiume a Trieste nonchè il rifugio "Rodolfo Paulovatz" alle pendici dell'Alpe Grande (oggi Planik).



25 aprile 2025

Il Giro d'Italia del 1924 passò anche da Fiume

Era il 28 maggio 1924, solo quattro mesi l'annessione al Regno d'Italia, quando il Giro d'Italia "della vittoria" traversò l'Istria e toccò Fiume.
Era la dodicesima edizione della "Corsa Rosa" che si svolse in dodici tappe, dal 10 maggio al 1º giugno, per un percorso totale di 3.613 chilometri e che fu vinta da Giuseppe Enrici; su 90 partenti, arrivarono al traguardo finale solamente 30 corridori.
  • Il tracciato schematico del Giro d'Italia 1924.
    La decima tappa del Giro d'Italia 1924 fu la Bologna-Fiume (415 chilometri) e si corse il 28 maggio. Poi i corridori trascorsero due notti nel capoluogo quarnerino, godendo di un giorno di riposo.
  • L'undicesima tappa del Giro d'Italia 1924 ful a Fiume-Verona (366 chilometri) e si corse il 30 maggio.
  • 👉Il Giro d’Italia toccò ancora Fiume una sola volta: nel 1940, con la 15ª tappa (Abbazia-Trieste) della 28esima edizione.
    👉Tuttavia nel 2004 il Giro d'Italia fece due tappe istriane. Il 23 maggio la Trieste-Pola e il 24 maggio Parenzo-San Vendemiano, entrambe vinte da Alessandro Petacchi.
    Al Giro d'Italia del 1924 partecipò anche l'unica donna che nella storia del Giro abbia gareggiato contro i maschi, Alfonsina Strada, che prese il via con il numero 72. In due tappe arrivò ultima; nella quart'ultima finì fuori tempo massimo ma fu autorizzata a proseguire senza numero e tra gli applausi raggiunse comunque Milano. Rimane l'unica donna ad aver corso il mitico Giro d'Italia.

    4 aprile 2025

    Il Rifugio "Rodolfo Paulovatz" in Ciceria

    Era alle pendici dell'Alpe Grande (oggi Planik), che é il secondo monte dell'Istria e si trova appena a Nord del Monte Maggiore (oggi Ucka).
    Per una rievocazione storica delle vicende storiche del CAI fiumano vedi qui.
    E' stato inaugurato nel 1919 ed è rimasto attivo fino all'inizio della seconda guerra mondiale.
    Prendeva il nome da un membro del CAF di nome Rodolfo Paulovatz. Si trovava alla modesta quota di 1.002 metri.
    Era uno dei sei rifugi gestiti dal Club Alpino Fiumano (CAF).
    Ora si chiama "Casa Bončić".
    Anche oggi queste sarebbero conquiste alpinistiche di tutto rispetto (dal sito Lokalpatrioti).




    Il rifugio in una foto del 2015.

    14 marzo 2025

    Luisa Baccara, che da "silenziosa compagna del guerriero" divenne la "prigioniera del Vittoriale"

    Le strisce monocromatiche della rivista Web "Diacronie" dedicate alla pianista Luisa Baccara colpiscono nel segno.
    I testi letterari di "Diacronie" sono stati redatti dai collaboratori al progetto editoriale adattando la scrittura a ciascun personaggio "con sforzo mimetico" per rispecchiarne "la visione del mondo e lo stile espressivo".
    Gabriele D'Annunzio e Luisa Baccara in un accostamento che rimanda,
    per l'abbigliamento e le atmosfere, a quando la pianista seguì il Vate nei
    16 eccitanti mesi dell'avventura fiumana.

    Dopo le giornate esaltanti di Fiume la tela di ragno che l'esteta Gabriele aveva stretto  attorno alla pianista Luisa si trasformò in una camicia di forza che aveva come orizzonte la raffinata prigione dorata del Vittoriale sul Garda, un luogo esclusivo, meraviglioso e affascinante, ma asfissiante. E dal quale, morto D'Annunzio, Luisa fu immediatamente sfrattata.

    2 marzo 2025

    "Fiume o morte!" - un documentario multilingue sull'avventura fiumana di Gabriele D'Annunzio

    Pellicola ibrida che - tra il resto - documenta la prima volta in cui il futuro "saluto romano" fu inquadrato,  ripreso e impresso su pellicola.
    E' un film-documentario fatto a strati, come la torta dobos. Un oggetto narrativo non identificato fatto assemblando testi e generi diversi che vanno dal documentario al comico, dallo storico al biografico, dal goliardico al drammatico, dal grottesco al musicale. Con interviste fatte a chi passa per strada, anche in fiumàn... nella Rijeka di oggi.



    Fresco vincitore al International Film Festival di Rotterdam. E' un documentario
    ibrido e multilingue firmato dal regista fiumano croato Igor Bezinović. Una pro-
    duzione mista Croazia/Italia/Slovenia, inconsueto "oggetto narrativo non identi-
    ficabile" incentrato sui sedici mesi di occupazione dannunziana della città.
    Nelle sequenze iniziali vediamo gli attuali ponti sul fiume alle quali vengono poi sovrapposte foto e disegni degli stessi ponti risalenti al Natale del 1920, giorno in cui D’Annunzio ne ordinò la distruzione.
    👉Nei primi dieci minuti i commenti e i dialoghi sono in croato sottotitolati in italiano, ma nel momento in cui i cittadini/interpreti mettono in scena la rievocazione degli eventi storici, molti passano al dialetto fiumano che diventa la lingua del film fino al momento della disfatta dei «legionari» dannunziani «tutta una mularìa che a casa no i ga de far
    chissà cossa».
    Nel corso del Novecento Fiume ha avuto sei bandiere. Prima di quella croata, la
    repubblica Federale di Yugoslavia, prima ancora il Regno d'Italia, il Regno di Ju-
    goslavija, il Libero Stato di Fiume e all'origine di tutto l'Austria-Ungheria. In co-
    lore giallo il territorio dell'effimero Libero Stato di Fiume, l'ectoplasma previsto
    dal Trattato di Rapallo (1920) che poco dopo fu annesso al Regno d'Italia in for-
    za del Trattato di Roma (1924).
    👉Il fijumanski oggi è quasi scomparso dall’uso quotidiano, sono proprio le persone della città a testimoniare di come il tempo e gli eventi abbiano reso minoritario quel dialetto in una città stratificata come la sua architettura; alle strutture e agli edifici di epoca ungherese e asburgica si sono in seguito affiancati o sovrapposti quelli risalenti alla presenza italiana, poi quelli della lunga stagione socialista e infine quelli attuali della "nuova Croazia".