Poco conosciuto dai turisti, poco citato dalla storiografia italiana e del tutto assente dalla memoria dei "reducisti" italiani. Una strano caso di daltonismo storico, che guarda a Fiume come città totalmente italiana.
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L'Eneo da sempre ha rappresentato un confine naturale tra Fiume e Sušak. Nel Novecento nazionalista oltre che confine italo-jugoslavo è stato anche il confine etnico e di classe fra l'oltrefiume croato e la downtown italiana. |
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Vista di insieme di Susak, l'oltrefiume cittadino che un tempo era un co- mune autonomo ed ora fa parte del continuum edilizio urbano. Al centro spicca l'alta sagoma dell'Hotel Neboder (grattacielo) costruito negli anni del Maresciallo Tito. |
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Susak partecipò alla crescita urbana e turistica della belle époque. |
👉Con il Maresciallo Tito, le due città, che fino a quel momento erano state sempre distinte anche da un punto di vista amministrativo (perfino durante il periodo di occupazione nazista fra il ’43 e il ’45) si ritrovarono per la prima ad avere un'unica amministrazione.
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In giallo il confine italo-yugoslavo durante il periodo fascista. Correva lungo la riva destra orografica del canale morto chiamato Fiumara; l'antico corso del fiume Eneo/Rijecina, che dopo la deviazione del fiume avvenuta nel 1855 correva più ad Est, venne assegnato alla Jugoslavia dal Trattato di Rapallo. |
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