22 settembre 2025

Sušak, l'oltrefiume croato di Fiume, che era in contrasto con la benestante downtown italiana

Poco conosciuto dai turisti, poco citato dalla storiografia italiana e del tutto assente dalla memoria dei "reducisti" italiani. Una strano caso di daltonismo storico, che guarda a Fiume come città totalmente italiana.
L'Eneo da sempre ha rappresentato un confine naturale tra Fiume e Sušak. Nel Novecento nazionalista oltre che confine italo-jugoslavo è stato anche il confine etnico e di classe fra l'oltrefiume croato e la downtown italiana.
Vista di insieme di Susak, l'oltrefiume cittadino che un tempo era un co-
mune autonomo ed ora fa parte del continuum edilizio urbano. Al centro
spicca l'alta sagoma dell'Hotel Neboder (grattacielo) costruito negli anni
del Maresciallo Tito.
Fiume e Sussak (in croato Sušak) sono ora una sola città, ma hanno un lungo passato di diversità e contrapposizione (tra la prima e la seconda guerra mondiale erano anche separate da un confine statale).
Susak partecipò alla crescita urbana e turistica della belle époque.
L’aquila bicipite, recentemente ricollocata sulla Torre civica, "non potrà mai rappresentarle entrambe, almeno non da un punto di vista prettamente storico", afferma lo storico Ivan Jeličić - un tipo che aveva dalla sua la ragione del popolano che guarda e dice: "Il re è nudo!".
👉Con il Maresciallo Tito, le due città, che fino a quel momento erano state sempre distinte anche da un punto di vista amministrativo (perfino durante il periodo di occupazione nazista fra il ’43 e il ’45) si ritrovarono per la prima ad avere un'unica amministrazione.

In giallo il confine italo-yugoslavo durante il periodo fascista. Correva lungo la riva destra orografica del canale morto chiamato Fiumara; l'antico corso del fiume Eneo/Rijecina, che dopo la deviazione del fiume avvenuta nel 1855 correva più ad Est, venne assegnato alla Jugoslavia dal Trattato di Rapallo.

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