tag:blogger.com,1999:blog-61258813281070119832024-03-29T07:44:41.876+01:00Tra Fiume e Trieste(gran bei posti, ma fu qui che mise radici la mala pianta del nazionalismo)Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.comBlogger566125tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-19333384035627291622024-03-21T08:42:00.000+01:002024-03-21T08:42:13.199+01:00La nave "Galeb", il gabbiano ambasciatore di Tito<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;">E' stata la nave di rappresentanza del presidente jugoslavo Tito. Fino alla sua morte (nel 1980) effettuò 549 giorni di crociera, viaggiò per 86.062 miglia toccando 18 stati in tre continenti: Europa, Asia e Africa e </span></b><b><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;">ospitò ben 102 tra capi di stato e di governo.</span></b></div><div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsqwEjaJd_MrqSxiGYEtCFk52DnaA68WLTEKrwTPjjcJknwYDfLpbG-nOIQ9cOQ1XpkS40SNWahkRR-8trqok5LS9_U7JObVNxhZe48fl39PxTBzObZGwFhC7ScFmzMhhombfOhNwhq_BenrYjoSMgkUL_DuA5_lNkPnsMX1XusN-tvtIIuKoDfWdFOGXJ/s1200/galeb%20tito%202023%20finito.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsqwEjaJd_MrqSxiGYEtCFk52DnaA68WLTEKrwTPjjcJknwYDfLpbG-nOIQ9cOQ1XpkS40SNWahkRR-8trqok5LS9_U7JObVNxhZe48fl39PxTBzObZGwFhC7ScFmzMhhombfOhNwhq_BenrYjoSMgkUL_DuA5_lNkPnsMX1XusN-tvtIIuKoDfWdFOGXJ/w640-h336/galeb%20tito%202023%20finito.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="text-align: justify;">Il Galeb nel 2023, nella la fase terminale dei lavori di restauro nel porto di Kraljevica, all'ingresso della <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2018/05/la-baia-di-buccari-bakar-dove-le-alpi.html">Baia di Buccari</a>. Per singolare coincidenza, il giovane attivista comunista Josip Broz "Tito" aveva lavorato nei cantieri navali di Kraljevica/Porto Re n<span style="text-align: center;">el 1926, dove guidò uno sciopero e scrisse il suo primo articolo, che fu pubblicato nel giornale “Operai Organizzati”. I datori di lavoro volevano sbarazzarsi di lui e in ottobre lo licenziarono.</span></div></td></tr></tbody></table><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibI9fCV8Ux22LYrjCBmPBw3huAVHXhBJPjWYqSz1gfJ_HMB_TAaBfioJZkXzqm0f2J8s9TCz8ypBoRUfK3sUafYTPEN6aydqob2oAVWMRdF5RvR5Vq98g9mnsuFHiHw2xCptZAXhDU1KnV/s1600/galeb.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="galeb" border="0" data-original-height="450" data-original-width="694" height="257" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibI9fCV8Ux22LYrjCBmPBw3huAVHXhBJPjWYqSz1gfJ_HMB_TAaBfioJZkXzqm0f2J8s9TCz8ypBoRUfK3sUafYTPEN6aydqob2oAVWMRdF5RvR5Vq98g9mnsuFHiHw2xCptZAXhDU1KnV/s400/galeb.jpg" title="galeb" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Il "Brod Mira Galeb" (Nave della Pace Gabbiano) era la residenza marit-<br />tima del Maresciallo Josip Broz Tito <a href="https://www.xxzmagazin.com/galeb-mala-brodica-za-velikog-druga-tita" target="_blank">dal 1953 al 1979</a>. Qui è ormeggia-<br />ta nel porto di Fiume nel 2017, <a href="https://www.remocontro.it/2014/07/19/magia-galeb-gabbiano-tito/" target="_blank">in attesa del suo restauro</a>, che é in corso.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">C'é stata un'epoca in cui questo grande yacht divenne un simbolo per i popoli della ex-Jugoslavija e per le molte nazioni del movimento dei paesi non-allineati.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipe4cL7gxLYvlIvJ2ZZnInes3_sdOSYn9N1wHYBTx9YZJDyxIndnykDNhCqB0woNQqSvvkdunxcOTJn2jRwPIEmvXO6KCdeEkcw0r9A0Mx-RjkxH_A568FqADRbpl7UWzJpH_PsU91zqur/s1600/Tito-churchill-Galeb.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="552" data-original-width="819" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipe4cL7gxLYvlIvJ2ZZnInes3_sdOSYn9N1wHYBTx9YZJDyxIndnykDNhCqB0woNQqSvvkdunxcOTJn2jRwPIEmvXO6KCdeEkcw0r9A0Mx-RjkxH_A568FqADRbpl7UWzJpH_PsU91zqur/s400/Tito-churchill-Galeb.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Tito e Churchill sul Galeb. Di spalle Jovamka, la moglie di Tito. Il leader<br />
dei paesi "non allineati"vi ospitò i principali capi politici mondiali.</td></tr>
</tbody></table>
👉Il "Gabbiano" debutta nel 1953 quando risale il Tamigi per portare Tito all’incontro con il primo ministro inglese Winston Churchill, in quella che fu la prima visita di un capo di stato comunista nel Regno Unito. Poi, nel 1954 in visita in Turchia e in Grecia. Successivamente in India e Birmania sulla rotta dei Non Allineati. E poi ancora Port Said, Aden, Bombay, Vizagapatam, Calcutta, Rangoon, Madras, Cochin e ancora Port Said...<br />
Dopo la morte di Tito, la nave effettuò il suo ultimo viaggio di stato nel 1989.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimPnf8EVWKwseNgMym5yfJSFiXXuX1HRfkWEb5ovUqc0woo63Yu2HIgkCCGTxRo_-918KdtSVkIUcb1aR-HlhZfWJ16PnuEs4szSpgTFwZlBapbn2ES7U3MDyG-bEwCzFoEixj-Yy9S37q/s1600/galeb.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="772" data-original-width="1143" height="427" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimPnf8EVWKwseNgMym5yfJSFiXXuX1HRfkWEb5ovUqc0woo63Yu2HIgkCCGTxRo_-918KdtSVkIUcb1aR-HlhZfWJ16PnuEs4szSpgTFwZlBapbn2ES7U3MDyG-bEwCzFoEixj-Yy9S37q/s640/galeb.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Tra gli ospiti del Galeb figurano il Presidente degli USA Kennedy, la Regina Elisabetta di Inghilterra, i leader cubani Fidel Castro e Ernesto Che Guevara, Paolo e Federica di Grecia, l’Imperatore d’Etiopia Haile Selassie, Re Hassan II del Marocco, il presidente egiziano Nasser, il libico Mu'ammar Gheddafi, i Primi Ministro indiano Nehru e Indira Gandhi, il Presidente dell’Indonesia Sukarno, il Presidente del Ghana Nkrumah, il Presidente della Tunisia Bourguiba, Sirimavo Bandaranaike di Ceylon (prima donna al mondo ad essere Primo Ministro), il Premier della Birmania U Nu, il Presidente della Guinea Sékou Touré, l’Arcivescovo di Cipro Makarios e molti fra i leader dell'Est: il romeno Nicolae Ceaușescu, i sovietici Leonid Brežnev e Nikita Kruščëv.</td></tr>
</tbody></table><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>La lunga e complicata storia del Galeb di Tito.</b></div>
<div><div style="text-align: justify;">Era stata varata a Genova nel 1938 col nome di "RAMB III" (Regia Azienda Monopoli Banane) destinata al trasporto veloce delle banane prodotte nella Somalia italiana.<span><a name='more'></a></span></div> <div style="text-align: justify;">👉Era bella, ben fatta, ma nacque come “Bananiera veloce” della Marina Mercantile. Poi ci fu la seconda guerra mondiale e la nave divenne tante altre cose con tanti altri nomi: nata bananiera, diventa incrociatore ausiliario, catturata dai tedeschi a Pola diventa posamine nelle Kriegsmarine, nel porto di Fiume viene colpita da bombe statunitensi, nel 1947 venne recuperata dagli jugoslavi e trainata nei cantieri Uljanik di Pola, dove tra il 1948 e il 1952 viene ricostruita. Inizialmente ribattezzata "Mornar" (marinaio) diventa "Galeb" come nave scuola per gli allievi ufficiali della Marina Jugoslava per diventare nave poi di rappresentanza del presidente Tito. Il "Galeb" restò nella storia nave di rappresentanza del presidente jugoslavo Tito, quando la Jugoslavia ed era il paese-guida del movimento dei paesi non allineati.</div><div style="text-align: justify;">👉Con il disfacimento della Jugoslavia la nave divenne proprietà della nuova Federazione Jugoslava. Nel corso della guerra fra la Croazia e la vecchia Federazione guidata dal serbo Milosevic la nave venne utilizzata dalle forze federali per il blocco navale delle coste croate e nel 1992 partecipò all’evacuazione delle forze federali dalla Croazia. Successivamente, dopo essere stata radiata dalla Marina Federale e ceduta al governo del Montenegro, il "Galeb" finisce ormeggiata in stato di abbandono alle Bocche di Cattaro. Nel 1996 è messa all’asta dal governo di Podgorica a fare soldi.</div><div style="text-align: justify;">👉La nave - quasi un rottame - viene acquistata dall’armatore greco John Paul Papanicolaou per farne uno yacht per crociere di lusso e venne rimorchiata al Cantiere di Martinšćica, a Fiume, lo stesso dove era stato restaurato e ricostruito il Christina di Aristotele Onassis, acquistato dallo stesso Papanicolau. Il costo per le riparazioni era stato valutato in 14 milioni di dollari, ma la crisi economica internazionale seguita al 2001 ha sconsigliato l’investimento, così il "Galeb" subisce il nuovo ennesimo abbandono, lasciato all’ormeggio, ad accumulare mezzo milione di debiti col porto.</div><div style="text-align: justify;">👉Nel maggio 2006 il "Galeb" stava per essere venduta come rottame, ma il governo croato ne ha impedito la demolizione proclamando la nave patrimonio culturale. La municipalità di Fiume vuole trasformarla in nave museo.</div></div></div><div style="text-align: justify;">👉Dopo diversi contorcimenti burocratici e politici, oggi il restauro del Galeb sembra avviato (grazie ai fondi dell'Unione Europea) alla sua fase conclusiva...</div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-54510918441588650952024-03-03T19:43:00.001+01:002024-03-07T12:43:10.113+01:00Le "cucize" di Cherso raccontate da chi c'era<p></p><div style="text-align: justify;"><b><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">La <i>cuciza </i>(<i>kućica</i>) è una piccola costruzione rurale in sassi usata come ricovero temporaneo. Più modesta del <i><a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2017/01/kazun-il-trullo-dei-contadini-istriani.html">ka</a></i></span></b></b><span style="background-color: white; color: #333333;"><a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2017/01/kazun-il-trullo-dei-contadini-istriani.html"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;"><i>žun</i></span></b><span style="font-family: Georgia, Utopia, Palatino Linotype, Palatino, serif;"> </span></a></span><b><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;"><a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2017/01/kazun-il-trullo-dei-contadini-istriani.html">dell'Istria</a> del Sud-Ovest.</span></b></b></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDTbd3rmpCljER932kOtCMQl0LsjqYy0HXHs1F6D0xGFtlRi5jVkMNT2hLgZJHPvOLscHteAzDzNWbf39vax27U4JXHdHzmaSEkq4rIeUDGfFqqOlwhFdqR-VGrNF6yiIDNb2J-dxpAh-bXy_rK8wClR2rwuCFe4kPplj5SJaumSzrM9dqFUokVxWgLOAx/s1200/cuciza%20di%20cherso%201.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDTbd3rmpCljER932kOtCMQl0LsjqYy0HXHs1F6D0xGFtlRi5jVkMNT2hLgZJHPvOLscHteAzDzNWbf39vax27U4JXHdHzmaSEkq4rIeUDGfFqqOlwhFdqR-VGrNF6yiIDNb2J-dxpAh-bXy_rK8wClR2rwuCFe4kPplj5SJaumSzrM9dqFUokVxWgLOAx/w640-h336/cuciza%20di%20cherso%201.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">La <i>cuciza </i>dei borghi isolani è sempre povera, piccola, modesta, precaria, provvisoria. Era inserita in una economia agricola di sussistenza dove gli uomini e gli animali avevano bisogno l'uno all'altro.</td></tr></tbody></table><br /><div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD6y7ax_PG1Cg9TrnwRYBwaoeooRiVj8hRQ2axWFKm4ujSrBn8u9smkcTfxU3cYtvmPZDpbKAaqhSNkGtO0BZOQVjNt7WuHVwJJUq7RRbhBTcv6YJfFvDxHcoMYEbSm6gOazUIuawGMKQIro6yHMRmRk3xiNdbtgf0k99-2JDCh4A9WNscBYaF3G4hRGsz/s480/cuciza%20di%20cherso%201.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="404" data-original-width="480" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD6y7ax_PG1Cg9TrnwRYBwaoeooRiVj8hRQ2axWFKm4ujSrBn8u9smkcTfxU3cYtvmPZDpbKAaqhSNkGtO0BZOQVjNt7WuHVwJJUq7RRbhBTcv6YJfFvDxHcoMYEbSm6gOazUIuawGMKQIro6yHMRmRk3xiNdbtgf0k99-2JDCh4A9WNscBYaF3G4hRGsz/w400-h336/cuciza%20di%20cherso%201.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Foto di Annamaria Zennaro Marsi. Come si vede non tutte le costruzioni<br />di servizio ai campi erano a pianta circolare e ben strutturate, come le fa-<br />mose <i>casite </i>istriane. Specialmente sulle isole erano molto più povere.</td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;">Può fungere da rifugio di fortuna anche per l’uomo, come avviene per lo <i>stavolo </i>della Carnia e del Cadore (dal latino <i>stabŭlum</i>).</div><div style="text-align: justify;">E' una versione minore, più povera e precaria, della istriana <i>casita </i>(<i>kazun </i>in croato).</div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpfzupGmfS108yXcgVOihKJ6lWOX_E8UrClq5nj8UmE6c4XgRIpZQzByVNVkdhrTimFoeVwJ4-SAwJMNgLyjLsjHLE080uGluStXlD_nCUy7_CGi5ZlFnjA7OUeMi-oltZRZKf11dCVpH4VK6r7jz6JSEFWp3EeTN-iiZ3ZQ-b_u67YSFXhCGVt-fQmCva/s4000/cuciza%20vidovici.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2672" data-original-width="4000" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpfzupGmfS108yXcgVOihKJ6lWOX_E8UrClq5nj8UmE6c4XgRIpZQzByVNVkdhrTimFoeVwJ4-SAwJMNgLyjLsjHLE080uGluStXlD_nCUy7_CGi5ZlFnjA7OUeMi-oltZRZKf11dCVpH4VK6r7jz6JSEFWp3EeTN-iiZ3ZQ-b_u67YSFXhCGVt-fQmCva/w400-h268/cuciza%20vidovici.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Una <i>cuciza </i>chersolina nei pressi di Vidovici (isola di Cherso, 2018). Qui<br />vediamo anche una doppia <i><a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2017/05/e-quei-cancelli-di-legno-nei-muretti.html">lessa </a></i>che separava i due diversi spazi interni<br />destinati ad usi e animali diversi.</td></tr></tbody></table>👉In un racconto <a href="https://anvgdcomitatoprovincialediudine.wordpress.com/2022/09/07/la-cuciza-di-cherso-1944-un-racconto-di-annamaria-zennaro-marsi/">di Annamaria Zennaro Marsi</a> si coglie bene l'uso che ne veniva fatto in una economia agricola di sussistenza come quella dei piccoli contadini isolani. L'autrice coglie bene anche la differenza fra la <i>cuciza </i>agreste e il <i>kazun </i>contadino circolare istriano, che, stupita, descrive così: <span style="color: #6aa84f;">"...una specie di trullo circolare, con un buco al centro per far penetrare la luce, un’opera d’arte unica nel suo genere nelle campagne chersine"</span>.</div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;">La natura della </span><i style="text-align: left;">cuciza </i><span style="text-align: left;">di Cherso è riassunta in una frase: </span><span style="color: #6aa84f; text-align: left;">"...se non fosse stato per quella grande bocca spalancata che ne determinava l’apertura, si sarebbe potuta amalgamare e confondere con le </span><i style="color: #6aa84f; text-align: left;">masiere</i><span style="color: #6aa84f; text-align: left;">." </span><span style="text-align: left;">Ma ecco tutto il<span><a name='more'></a></span> racconto, completo anche del titolo:</span></div><div><span style="color: #6aa84f; text-align: justify;">"</span><b style="color: #6aa84f; text-align: justify;">La Cuciza, piccola casa in pietra grezza adibita a rifugio degli animali.</b></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">Era il mese di giugno del 1944 e faceva parecchio caldo. La paura dei bombardamenti era sempre presente a Cherso e la nostra casa in <i>Prà</i>, particolarmente esposta, avrebbe potuto rappresentare un facile bersaglio. Così mio padre, per proteggerci, decise di sistemare la precaria <i>cuciza </i>di pietre sovrapposte a secco, esistente a ridosso di una <i>masiera </i>(muretto di pietre) nella campagna della nonna, al secondo chilometro della <i>Strada nova</i>, in località <i>Grazis’ce</i>.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">👉Per entrarci ci si doveva abbassare e l’interno doveva servire soprattutto per dormire. Tutto il resto si sarebbe fatto all’aperto. La nostra <i>cuciza </i>era di forma quadrata, come la maggior parte di quelle disseminate nelle campagne chersine e, se non fosse stato per quella grande bocca spalancata che ne determinava l’apertura, si sarebbe potuta amalgamare e confondere con le <i>masiere</i>.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">Il trasferimento avvenne in una bella giornata di sole. I miei genitori portarono dei fagotti contenenti il necessario per l’improvvisato campeggio: del cibo, acqua, delle lenzuola e coperte per coricarci, qualche pentola, altre indispensabili vettovaglie e ci avviammo, come dei nomadi, su per la strada polverosa. Avevo già fatto molte volte quel percorso, per me interminabile, così, per renderlo più piacevole, mi ero creata delle tappe.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">All’imbocco della <i>Strada nova</i> c’era un grosso gelso di more nere e poi a sinistra il nostro orto, delimitato da alcuni gelsi di dolcissime more bianche che rinvenivo sulle foglie della lattuga, altrimenti avrei dovuto prima ripulirle dai sassolini del terreno polveroso della strada. Quanto amavo quell’orticello! Lì i miei coltivavano i piselli, i fagioli, le fave, l’aglio e, sotto il muro tanta <i>salata</i>. A ridosso della casa confinante, nella parte più soleggiata, faticavano a crescere dei carciofi, che solo a guardarli sembravano sprigionare il loro sapore amaro. Proprio su quel terreno i miei sognavano di costruire la loro nuova, tanto desiderata e mai iniziata casa, sradicata sul nascere, come un fiore prima di sbocciare, come la disperata sconfitta di un anelato e poi mancato concepimento che lascia, per il resto della vita, un’inestinguibile nostalgica sofferenza.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">Dopo la prima curva, all’inizio di ogni primavera, in un dolce declivio soleggiato, al riparo di un muretto, mi sorprendeva, con il suo intenso profumo e colore, un tappeto di violette mammole. Vecchi ulivi con il tronco ricurvo e rugoso, pecore belanti e deliziosi agnellini sgambettanti tra i sassi delle brulle campagne, contribuivano a distrarmi dalla fatica. Non avevo ancora realizzato l’idea che saremmo rimasti lassù e neanche avrei immaginato le disavventure che avremmo incontrato fin dal primo giorno, anzi della prima notte. Infatti, al pomeriggio, comparvero delle nubi e vidi delle preoccupazioni sul volto di mio padre, provocate dal fatto che il tetto della casetta non era ancora stato reso impermeabile con il cartone catramato e, in caso di pioggia, ci saremmo bagnati. Nonostante i nostri scongiuri, verso il tramonto il cielo si oscurò ulteriormente e fummo costretti a trasferirci, alla svelta, in un rifugio per animali e foraggio che esisteva da anni in una campagna vicina.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">Era una specie di trullo circolare, con un buco al centro per far penetrare la luce, un’opera d’arte unica nel suo genere nelle campagne chersine. Entrammo velocemente prima che un impetuoso temporale ci colpisse e, immediatamente, fui invasa da un intenso, pungente e penetrante profumo di <i>magris </i>(elicriso), l’indimenticabile aroma agreste chersino. Faceva già buio e ci coricammo tutti e quattro rannicchiati lungo il perimetro circolare, per evitare gli schizzi della pioggia. Formavamo una catena e i piedi di uno sfioravano la testa dell’altro. Ci sentimmo dei clandestini usurpatori dell’altrui proprietà e il nostro sonno fu agitato dal fragore dei tuoni e dai bagliori dei lampi che serpeggiavano intorno a quel luminoso occhio centrale senza palpebra e soprattutto dalla preoccupazione di doverci allontanare furtivamente all’alba nel timore che il proprietario, a noi sconosciuto, ci scoprisse. Rimase un nostro segreto e, al mattino prestissimo, dopo che la mamma ebbe cercato di smuovere il <i>magris </i>per non lasciare le nostre impronte, ancora assonnati e con forti sensi di colpa, ritornammo nella nostra campagna, ancora intrisa di pioggia." </span>(tratto dal racconto dell'<a href="https://anvgdcomitatoprovincialediudine.wordpress.com/2022/09/07/la-cuciza-di-cherso-1944-un-racconto-di-annamaria-zennaro-marsi/" target="_blank">autrice Anna Maria Zennaro Marsi</a>)</div></div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-19924478615669466352024-02-18T10:12:00.002+01:002024-02-18T10:18:09.325+01:00La dimenticata Società Alpina Carsia di Fiume<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">La <a href="https://caifiume.it/wp-content/uploads/2017/05/1989-pag-50-54.pdf" target="_blank">Società Alpina Carsia</a> è stata una associazione operaia che operò parallelamente al <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2024/01/il-club-alpino-fiumano-caf.html">Club Alpino Fiumano</a> (che era stato fondato nel 1885, cioè quando la città faceva ancora parte dell'impero austroungarico).</span></b></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAtwgWWtxyArBMCXUMzIsN38a5KF1he9NoDWemqaEYrkSFwJvGtMRL4sPHaR3YVJMZcIw9RSWTj6fsPdgWKCHNSHXPBgk-HnlClOWKYfdBDP_nJgnj6oVQrF4Z_9I-FjB5cG5E0bEJ3YoqWej0XGDWe1yFJ_FnY5y7_9rJAfys8H7zpCHDOq1iLhNIs9Ft/s240/Societa'%20Alpina%20Carsia%20Fiume%20-%20bandiera%20blu_AC.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="240" data-original-width="240" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAtwgWWtxyArBMCXUMzIsN38a5KF1he9NoDWemqaEYrkSFwJvGtMRL4sPHaR3YVJMZcIw9RSWTj6fsPdgWKCHNSHXPBgk-HnlClOWKYfdBDP_nJgnj6oVQrF4Z_9I-FjB5cG5E0bEJ3YoqWej0XGDWe1yFJ_FnY5y7_9rJAfys8H7zpCHDOq1iLhNIs9Ft/w400-h400/Societa'%20Alpina%20Carsia%20Fiume%20-%20bandiera%20blu_AC.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Uno stemma della <a href="https://caifiume.it/wp-content/uploads/2017/05/2003-pag-22-26.pdf" target="_blank">Società Alpina Carsia</a> (Società alpinistica "Kras") che<br />fu attiva a Fiume dal 1910 al 1942.</td></tr></tbody></table>Anche la Società Alpina Carsia era stata fondata ancora prima della WW1, anch'essa quindi sotto l'Austria-Ungheria. Era una società dopolavoristica di stampo operaio e vide la luce nel 1910.</div><div style="text-align: justify;">👉Si ripeteva a Fiume lo schema degli altri due poli dell'irredentismo italiano: Trento e Trieste. A <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2023/12/la-sezione-operaia-della-sat-una-storia.html" target="_blank">Trento nel 1921 era nata la Sosat</a> ("costola operaia" della SAT, il club alpinistico trentino) e a Trieste c'era la <a href="https://caisag.ts.it/wp-content/uploads/2021/08/AG-anno-1-n.4-1896.pdf">Società Alpina delle Giulie</a> (con la sua costola ribelle: i <a href="https://www.caitrentaottobre.it/i-gruppi/gruppo-rocciatori-bruti-de-la-val-rosandra/" target="_blank">Bruti della Val Rosandra</a>).</div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhPqcfyPHqA2tHwvRgRT4TyEvh_BudkqABMiByB1nyKMbVCTPDjwkPYnCtDF9Kgae-3ecjAREjqCI1GbBLkaYEIBvxZAJPiKWsa1bbhpLTtSLHzeWz1L0d6Qnp0vgYI2cbVHq8bRyvVF9SIrEiQKAw_5lolMJgD0j8xSNkCac78ncek5KEeaHgGN587b_o/s336/mario%20angheben.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="130" data-original-width="336" height="155" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhPqcfyPHqA2tHwvRgRT4TyEvh_BudkqABMiByB1nyKMbVCTPDjwkPYnCtDF9Kgae-3ecjAREjqCI1GbBLkaYEIBvxZAJPiKWsa1bbhpLTtSLHzeWz1L0d6Qnp0vgYI2cbVHq8bRyvVF9SIrEiQKAw_5lolMJgD0j8xSNkCac78ncek5KEeaHgGN587b_o/w400-h155/mario%20angheben.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Il <a href="https://tecadigitale.cai.it/periodici/PDF/Rivista%20mensile/CAI_Rivista%20mensile%20del%20CAI_049_009_1930.pdf" target="_blank">Bollettino del CAI del settembre 1930</a> in una stringata nota riferisce<br />dell'avvenuto esproprio dei beni della Carsia da parte del regime fascista.<br />Il rifugio "<a href="https://museodellaguerra.it/wp-content/uploads/2017/09/annali_23_Finora-non-ho-osato.pdf" style="text-align: justify;" target="_blank">Mario Angheben</a><span style="text-align: justify;">" alle pendici del </span><a href="https://tecadigitale.cai.it/periodici/PDF/Rivista%20mensile/CAI_Rivista%20mensile%20del%20CAI_049_009_1930.pdf" style="text-align: justify;" target="_blank">Monte Nevoso</a><span style="text-align: justify;"> in località<br />Polizza (Klanska Polka?) era stato inaugurato da poco, nel settembre<br />del 1929.</span></td></tr></tbody></table>👉I tre club alpinistici delle tre città irredente ricevettero la investitura ufficiale del CAI italiano nel congresso del 12 gennaio 1919. In quella occasione ricevettero anche i nuovi vessilli ufficiale e il Club Alpino Fiumano divenne Sezione Fiumana del CAI italiano.</div><div style="text-align: justify;">👉La Carsia venne aggregata dal regime fascista all'Opera Nazionale Dopolavoro e quindi non entrò mai a far parte ufficiale del CAF-CAI.</div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8D9MDDnazbJ7pCZqkfJLyz7olEQ23EoGapmPsqzr2hdzTKGWVGYqZpdmVIL6RR5wBpIyt3sQJ7gL4YNA-B7BvChwKb8yV91Byip9HrRNj-FvLqReslqRzi9o1kFS0J6SWtDfTZLwsOXHYU0YO6JDklmyFO20gyn7EmCZwp9CeNVOJny-TpCB1b2Wc00eg/s1104/Otvorenje%20skloni%C5%A1ta%20Mario%20Angheben.JPG" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="882" data-original-width="1104" height="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8D9MDDnazbJ7pCZqkfJLyz7olEQ23EoGapmPsqzr2hdzTKGWVGYqZpdmVIL6RR5wBpIyt3sQJ7gL4YNA-B7BvChwKb8yV91Byip9HrRNj-FvLqReslqRzi9o1kFS0J6SWtDfTZLwsOXHYU0YO6JDklmyFO20gyn7EmCZwp9CeNVOJny-TpCB1b2Wc00eg/w640-h512/Otvorenje%20skloni%C5%A1ta%20Mario%20Angheben.JPG" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Tra le grandi pinete del Gorski Kotar nel giorno dell'inaugurazione (foto dal sito lokalpatrioti).</td></tr></tbody></table><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7pvTRS3X3mC6PDXzy_Wwx4_Hv4AulE80x1CLu8JCJMcQC2xtgy_XHiEFoWRQ9GoBC1f5D61Ta9Run_u_vpi-UYMfti7xGIlcTJT05zUg46_WprSw9vxPkVdOktIHw6KsUA_5tbDLOK7RGoVwDptU1erorizr9j_XdxQw02zj8L-DYXuYd5CqWhuZcgi11/s1200/rifugio%20angheben%20pian%20della%20secchia.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="646" data-original-width="1200" height="344" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7pvTRS3X3mC6PDXzy_Wwx4_Hv4AulE80x1CLu8JCJMcQC2xtgy_XHiEFoWRQ9GoBC1f5D61Ta9Run_u_vpi-UYMfti7xGIlcTJT05zUg46_WprSw9vxPkVdOktIHw6KsUA_5tbDLOK7RGoVwDptU1erorizr9j_XdxQw02zj8L-DYXuYd5CqWhuZcgi11/w640-h344/rifugio%20angheben%20pian%20della%20secchia.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Mappa che localizza il rifugio Angheben al Pian della Secchia. Il sito croato "lokalpatrioti" ne parla come la <span style="color: #6aa84f;">"casa Lugar Klanska Polica. La Casa della Polizia di Klanska allora si chiamava Rifugio Mario Angheben e insieme al vicino casino di caccia semidiroccato, Polizia di Čabranska, Forestale di Ghiczy, sul territorio del Gorski Kotar, fu designata dagli italiani come Pian della Secchia"</span> (foto e notizie dal sito lokalpatrioti)</td></tr></tbody></table><br /><div><br /><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div></div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-50939719626064404282024-01-27T10:47:00.001+01:002024-01-27T10:48:53.179+01:00Dal trattato di Rapallo (1920) al trattato di Roma (1924), sono stati 4 anni con gli squadristi in città<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Per il <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2016/11/12-novembre-1920-fiume-e-il-trattato-di.html">trattato di Rapallo</a> Fiume doveva essere uno stato a sé stante: lo "<a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2018/05/i-confini-del-novecento-lo-stato-libero.html">Stato Libero di Fiume</a>". Ma i fascisti locali sabotarono le elezioni previste dal trattato stesso con il <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2015/03/fiume-laboratorio-politico-del-fascismo.html" target="_blank">colpo di stato fascista del 3 marzo 1922</a>. Due anni prima dell'annessione formale, che giunse <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2017/02/10-febbraio-1924-fiume-allitalia-ma-poi.html">nel 1924</a>, col Trattato di Roma.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMmS0bEAsodwDI5OXu3jc0MKMJlM8846nQaqNJKjW64HUJZiB9uz0AJUwXlCCHMhSnnqA2dft1U-q-EzRimDTuLn_YAVdtWv8E5-q1FWV081UuwEpHf_RQQ1FGZ0kVu3LqISwtj3FmbP3kgYkAAaebkQnFMhR_45o9tqiQD1fOWpSbx5C37xnKKCqmpFVP/s720/fiume%20calendario%201924.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="504" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMmS0bEAsodwDI5OXu3jc0MKMJlM8846nQaqNJKjW64HUJZiB9uz0AJUwXlCCHMhSnnqA2dft1U-q-EzRimDTuLn_YAVdtWv8E5-q1FWV081UuwEpHf_RQQ1FGZ0kVu3LqISwtj3FmbP3kgYkAAaebkQnFMhR_45o9tqiQD1fOWpSbx5C37xnKKCqmpFVP/w448-h640/fiume%20calendario%201924.jpg" width="448" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Lo stile è quello di cento anni fa ma il calendario è di oggi.</td></tr></tbody></table>Finita l'avventura dannunziana, dopo 4 anni di polemiche e contro-polemiche fra le diverse anime dei nazionalisti, fiumani d.o.c. o "regnicoli" che fossero, il fatto compiuto dei fascisti di confine venne fatto proprio e legittimato dallo Stato italiano il 16 marzo 1924 con la formale annessione di Fiume al Regno d'Italia.</div><div style="text-align: justify;">Poco prima il governo italiano aveva colto la palla al balzo con la decisione di inviare a Fiume il generale Gaetano Giardino, che dal 17 settembre 1923 divenne governatore militare con il compito di "tutelare l'ordine pubblico" dopo il golpe fascista del '22: <i>cosa fatta capo ha</i>, come aveva vaticinato Gabriele D'Annunzio!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">👉<span style="color: #6aa84f;">"Lo stato italiano di fatto rese inapplicabile il trattato di Rapallo </span><span>[che prevedeva la istituzione dello Stato Libero di Fiume-N.d.T.]</span><span style="color: #6aa84f;"> avallando il fatto compiuto; di conseguenza italiani e jugoslavi intrapresero un'ulteriore trattativa sulle sorti di Fiume. Col Trattato di Roma, siglato il 27 gennaio 1924 veniva quindi sancita l'annessione di Fiume all'Italia e il 16 marzo il re Vittorio Emanuele III giungeva nella città. In base al trattato la città veniva assegnata all'Italia, mentre il piccolo entroterra con alcune periferie (Porto Baross, incluso nella località di Sussak e le acque del fiume Eneo, cioè l'intero alveo e il delta), venivano ceduti alla Jugoslavia; il governo dello Stato libero di Fiume considerò tale atto giuridicamente inaccettabile continuando a operare in esilio da Porto Re.<span><a name='more'></a></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">Gli accordi raggiunti vennero regolati con alcune clausole da una Commissione mista per l'applicazione del trattato; tali clausole vennero ratificate dalla Convenzione di Nettuno il 20 luglio 1925. Dopo l'annessione al Regno d'Italia, Fiume divenne capoluogo di provincia.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">Dal 1930 la denominazione venne cambiata in Provincia di Fiume/Provincia del Carnaro (FM). In quegli anni ripresero i traffici portuali, che fecero divenire lo scalo primario nell'Adriatico. Negli anni trenta si sviluppò il settore industriale, grazie ai contributi dell'IRI. Durante la seconda guerra mondiale fu sede di un importante silurificio, che forniva la metà dell'intera produzione italiana di siluri.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">A seguito dell'aggressione delle forze dell'Asse alla Jugoslavia (6 aprile 1941), il paese collassò venendo occupato militarmente e in seguito smembrato: la Provincia di Fiume fu notevolmente allargata (Trattato di Roma (1941), includendo l'area della Kupa e le isole di Veglia e Arbe. Dopo l'armistizio di Cassibile, Fiume fu occupata dai tedeschi e inserita nella Zona d'operazioni del Litorale adriatico: formalmente sotto la giurisdizione della RSI, il potere reale rimase sempre saldamente nelle mani dei tedeschi, a capo di un'amministrazione creata ad hoc con alla testa il Gauleiter Friedrich Rainer, che si avvalse della collaborazione di una serie di funzionari italiani."</span></div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-88509584190625461662024-01-18T15:56:00.001+01:002024-01-18T15:57:09.831+01:00La ferrovia militare da Cividale a Caporetto<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Ferrovia a scartamento ridotto con fini militari che venne iniziata nel 1915 e completata nel 1916. Risaliva la Valle del Natisone partendo da <a href="https://www.wikiwand.com/it/Ferrovia_Cividale-Caporetto#Storia" target="_blank">Cividale</a> e si concludeva a Susida, nelle vicinanze di <a href="https://www.wikiwand.com/it/Caporetto">Caporetto</a></span><span style="font-family: georgia; font-size: large;">.</span></b></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSjcZcYtGhCTEDVqW4mAntUT7cWFSSSVsMeNWeHOrWVOyYLYz53-QoKLeFtrTszGenxD8mhzHJ6NMc_K3ah3j076V_CP8_s0GNYcAHVHN0bhIMpo8sczoA0LsOhGVTjh9bx_zWIJUDt78EdCzKs2FKMHAx7UKevw-CWRykYhMFZLm-HF4S1KorWDUoe74V/s1200/Ferrovia%20Cividale-Caporetto.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSjcZcYtGhCTEDVqW4mAntUT7cWFSSSVsMeNWeHOrWVOyYLYz53-QoKLeFtrTszGenxD8mhzHJ6NMc_K3ah3j076V_CP8_s0GNYcAHVHN0bhIMpo8sczoA0LsOhGVTjh9bx_zWIJUDt78EdCzKs2FKMHAx7UKevw-CWRykYhMFZLm-HF4S1KorWDUoe74V/w640-h336/Ferrovia%20Cividale-Caporetto.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Nei pressi di Robis, nell'alta Valle del Natisone.</td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidj9-J0TzDDuaxnXfxkZcQujfvBIUEmE6ZlJIxml9fOfP30zWWFi1aEywbWEZ1qyUhOGhZXsYPxVSzHPWGpyWmVC1h5VzAdmWydozZ-s_xBuMWZalir2zVph7B2SzMawkh94JsCM9S77x3sphq3e_fson4FB1I7__vHfHIiXqaRZYY39qZwl5DxogBtZqZ/s1296/ferrovia%20cividale%20caporetto.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1296" data-original-width="1024" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidj9-J0TzDDuaxnXfxkZcQujfvBIUEmE6ZlJIxml9fOfP30zWWFi1aEywbWEZ1qyUhOGhZXsYPxVSzHPWGpyWmVC1h5VzAdmWydozZ-s_xBuMWZalir2zVph7B2SzMawkh94JsCM9S77x3sphq3e_fson4FB1I7__vHfHIiXqaRZYY39qZwl5DxogBtZqZ/w506-h640/ferrovia%20cividale%20caporetto.jpg" width="506" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Il percorso della ferrovia militare nel dopoguerra della WW1 venne esteso di altri tre chilo-<br />metri per arrivare fino dentro il paese di Caporetto.</td></tr></tbody></table>Serviva a portare in prima linea i rifornimenti per le truppe che presidiavano il settore di fronte compreso fra Plezzo, Caporetto e Tolmino.</div><div style="text-align: justify;">Durante la precipitosa ritirata dell'esercito italiano dopo lo sfondamento di Caporetto dell'ottobre 1917 furono le stesse truppe italiane in rotta a danneggiarla irreparabilmente per impedire che le forze tedesche potessero impossessarsene.</div><div style="text-align: justify;">Il servizio fu riaperto il primo agosto del 1921, ad utilizzo anche dei civili, con le corse potenziate da due a tre giornaliere per senso di marcia. Dopo il periodo di conduzione militare, la gestione fu affidata alla società "Eredi Binetti di Cividale" che mantenne in esercizio la linea fino alla sua dismissione, che avvenne nel 1932.</div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-31950039288702039732024-01-10T16:37:00.001+01:002024-01-10T16:38:32.074+01:00I vasetti con la salsa di rafano della Natureta che si comprano anche in Italia (anche in Valsugana)<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;"><a href="https://cipputi-antichimestieri.blogspot.com/2017/01/il-kren-o-rafano.html" target="_blank"><i>Cren</i> e <i>rafano</i></a> sono quasi la stessa cosa e la slovena <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2011/09/la-salsa-ajvar-in-slovenia.html">Natureta</a> marchia la sua salsa col vecchio nome austroungarico <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2018/08/soto-la-defonta-se-stava-molto-ben-se.html">e triestino</a>: ossia <i>Kren</i>.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizG5ZsooJGYQXx7gzSYqkVZbWLPjUld1Bap15mF4CvREqmI3I6yTJUslqZhyjFTs5F-PFVjIe8nzRUcr_y__RfWWBjx-WnMrYVDPYJa96bmlB6cQOKwIviLU1Kdea0qRo0w6nvIo077bKzI85OYRT5KGi0vgYj11yUeYZnQlhwu_cpX2C62qaoliQ-iSgb/s1200/kren.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="mangiare in montagna" border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizG5ZsooJGYQXx7gzSYqkVZbWLPjUld1Bap15mF4CvREqmI3I6yTJUslqZhyjFTs5F-PFVjIe8nzRUcr_y__RfWWBjx-WnMrYVDPYJa96bmlB6cQOKwIviLU1Kdea0qRo0w6nvIo077bKzI85OYRT5KGi0vgYj11yUeYZnQlhwu_cpX2C62qaoliQ-iSgb/w640-h336/kren.jpg" title="salsa di Kren" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">La salsa di rafano è qui in coppia con la <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2023/02/i-wurstel-con-la-senape-meglio-la.html">senape dolce</a> per accompagnare dei classici <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2011/12/si-fa-presto-dire-wurstel.html">Würstel</a> di maiale con <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2011/05/i-crauti.html">i crauti</a>.</td></tr></tbody></table><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6BdiRcgnpooYwv7HrzMKViUVB411WjhwcISnhoOyl6b5vSDPAWv-3vHlmNu12-CA33fvldDkEBHPMugFvJ_MYW3kMLiVyQdcL5m9WAO4A23QhABVwzh9Xne96M2ocdIQJlOzyfwIN31ydjLvFlbPMcPeN2kOvsvvvtqcRfs1qL46cmujA3z2SJogBkz6l/s1744/Kren.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1744" data-original-width="1161" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6BdiRcgnpooYwv7HrzMKViUVB411WjhwcISnhoOyl6b5vSDPAWv-3vHlmNu12-CA33fvldDkEBHPMugFvJ_MYW3kMLiVyQdcL5m9WAO4A23QhABVwzh9Xne96M2ocdIQJlOzyfwIN31ydjLvFlbPMcPeN2kOvsvvvtqcRfs1qL46cmujA3z2SJogBkz6l/w266-h400/Kren.jpg" width="266" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">La bianca salsa di <i>Kren </i>sul tagliere con il pane di<br />segale, i cetriolini <i><a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2022/04/i-gurken-gli-amatissimi-cetriolini-da.html" target="_blank">Gurken</a></i>, i <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2019/10/la-secca-e-aromatica-domaca-dimljena.html">salametti</a> e la <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2023/02/i-wurstel-con-la-senape-meglio-la.html" target="_blank">senape</a>.</td></tr></tbody></table></div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;">Ai fini pratici non è ben chiaro che cosa distingua il rafano o ramolaccio o barbaforte dal <i>cren </i>e viceversa, due radici che fanno parte dello stessa famiglia botanica delle crucifere, la stessa dei ravanelli, della senape e del cavolo. La salsa di <i>cren </i>classica prevede rafano grattugiato, aceto, pangrattato; quella della Natureta dichiara questi ingredienti:</div><div style="text-align: justify;"><b>Ingredienti in etichetta:</b> rafano 50%, acqua, olio di colza, aceto d'alcool, zucchero, stabilizzanti: gomma di <i>guar</i> e gomma di <i>xanthan</i>, sale, acidificanti: acido citrico, siero di latte dolce in polvere, latte scremato in polvere, antiossidanti: metabisolfito di sodio, proteine del latte. Può contenere tracce di semi di senape.</div><div style="text-align: justify;">I valori nutrizionali per 100 grammi dichiarati:</div><div style="text-align: justify;">Energia 631 kj/152 kcal. - Grassi 9,7 gr (di cui acidi grassi saturi 0,7 gr) - Carboidrati 12 gr (di cui zuccheri 9 gr) - Fibre 3,7 gr - Proteine 2,6 gr - Sale 0,38 gr.</div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-23074177884954335912024-01-05T12:39:00.036+01:002024-02-18T10:18:29.361+01:00Il Club Alpino Fiumano (CAF)<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Il 12 gennaio 1885, con l'approvazione delle autorità ungheresi, nasceva a Fiume il Club Alpino Fiumano (CAF) che nel 1919, 5 anni prima dell'annessione della città al Regno d'Italia, confluirà nel <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2020/03/la-sezione-fiumana-del-club-alpino.html">Club Alpino Italiano come Sezione di Fiume</a>.</span></b></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtpfHg5B8zdOIhVCg5JcWZh2GQzoE-s1sSF41HwEosJr-sb2qc7bxSY0TCiTYDARknKKoU-9BqJiHykDeSErVpLF2-1jKU1s8ILu-T6L4MSMO369xwXLBgYPEypojh4E_Fb6DXnS8NFT4nbto1HuCaJ6hyphenhyphenWLgVlrZxrxiXlzDQLfiTCt2i_SgmYCLQ8pb5/s542/caf%20fiume%20stemma%20da%20giacca.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="526" data-original-width="542" height="389" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtpfHg5B8zdOIhVCg5JcWZh2GQzoE-s1sSF41HwEosJr-sb2qc7bxSY0TCiTYDARknKKoU-9BqJiHykDeSErVpLF2-1jKU1s8ILu-T6L4MSMO369xwXLBgYPEypojh4E_Fb6DXnS8NFT4nbto1HuCaJ6hyphenhyphenWLgVlrZxrxiXlzDQLfiTCt2i_SgmYCLQ8pb5/w400-h389/caf%20fiume%20stemma%20da%20giacca.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;"><span style="text-align: justify;">Uno dei diversi stemmi adottati dal Club Alpino Fiumano nel corso dei<br />suoi </span><a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2020/03/la-sezione-fiumana-del-club-alpino.html" style="text-align: justify;">lunghi anni di attività</a><span style="text-align: justify;">.</span></td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpZVNhKO_QgAIxawnGN-oSjMB_iPpB65ywbsK5lL_Q7AqGHqgUCP0PjDB4PqNUFeKet9L49VfA7_odRZcxG7EXGdApcw4MZHl1UELW5CN4OKIKq7kvryrxJlbqJcEdGTMKDK1yzttV8N79EuOqeAH_LDA2w8jAEwfV3qSWiFcHkLtOuJ9JgW8BSEh2QWkH/s690/fiume-liburnia-1930.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="690" data-original-width="470" height="590" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpZVNhKO_QgAIxawnGN-oSjMB_iPpB65ywbsK5lL_Q7AqGHqgUCP0PjDB4PqNUFeKet9L49VfA7_odRZcxG7EXGdApcw4MZHl1UELW5CN4OKIKq7kvryrxJlbqJcEdGTMKDK1yzttV8N79EuOqeAH_LDA2w8jAEwfV3qSWiFcHkLtOuJ9JgW8BSEh2QWkH/w402-h590/fiume-liburnia-1930.jpg" width="402" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption"><span style="color: #444444;">Copertina del bollettino trimestrale del CAF negli anni Trenta.</span></td></tr></tbody></table>"Questa sua nascita si deve all'intuizione e alla volontà dell'architetto viennese Ferdinand Brodbeck giunto a Fiume per seguire i lavori di costruzione del teatro comunale. Il primo nucleo del Club è formato da 16 persone che avevano risposto all'appello lanciato dal Brodbeck dalle pagine del quotidiano locale "La bilancia" il 21 dicembre dell'anno precedente. L'iniziativa ebbe subito un particolare successo, tanto che alla fine del 1885 i soci erano già 130, e 291 nel 1888. Fino alle soglie del nuovo secolo il Club Alpino Fiumano ebbe uno sviluppo continuo, sia in termini di soci che di attività, e lo testimoniano le cronache dei suoi Annuari. Tra gli artefici di questo successo è sicuramente Stanislao Dall'Asta, presidente del sodalizio dal 1885 al 1896; ma fra i soci si enumerano personaggi illustri: il dottor Antonio Grossich, al quale si deve l'applicazione della tintura di iodio in chirurgia; Michele Mayländer, autore della "Storia delle Accademie d'Italia" o lo storico ungherese Aladar Fest. Il passaggio da Club Alpino Fiumano a Sezione di Fiume del CAI avviene nel congresso generale del 12 gennaio 1919, con l'adunata alpinistica nazionale alla Vetta d'Italia tra il 19 e il 22 giugno 1919. La Società alpina tridentina, la Società alpina delle Giulie di Trieste, e, per Fiume, oltre alla Sezione del CAI, anche la</span></div><span style="color: #6aa84f; text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlPD243LyE7VFKkGjNMry0Jhao8y_DU6OSjWgvabR6dEolQj5KC37Kg5GyXl9PvhEhf9_ArhX8YEt-Apk6MDes7yr5QQxBnBD8TJX9OWqmGnDaBKuvie_g3u2RC0je3mS9-wsGrKFtvNGAJghxVLnUNwrxzaKHhqkaBdRj7YNu0JaWR6329wRN_zYv6JzH/s756/rifugio%20citt%C3%A0%20di%20fiume.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="756" height="283" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlPD243LyE7VFKkGjNMry0Jhao8y_DU6OSjWgvabR6dEolQj5KC37Kg5GyXl9PvhEhf9_ArhX8YEt-Apk6MDes7yr5QQxBnBD8TJX9OWqmGnDaBKuvie_g3u2RC0je3mS9-wsGrKFtvNGAJghxVLnUNwrxzaKHhqkaBdRj7YNu0JaWR6329wRN_zYv6JzH/w400-h283/rifugio%20citt%C3%A0%20di%20fiume.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption"><span style="color: #444444;">Grazie alla disponibilità del Comune di Borca di Cadore, che concesse a<br />tempo indeterminato l'uso del terreno a favore della Sezione, il 20 set-<br />tembre 1964 si inaugurò il <a href="https://rifugiocittadifiume.it/storia/" target="_blank">Rifugio "Città di Fiume"</a> alla base del Pelmo.</span></td></tr></tbody></table></span><span style="text-align: justify;"></span><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;"> consorella Società alpina Carsia, ricevettero d<span></span>alla Sezione di Milano la consegna dei nuovi vessilli. Tutti gli anni Venti del '900 sono dedicati ad imprese alpinistiche e speleologiche. Nel 1927 Arturo Colacevich, Gino Walluschnig scalarono il Piccolo Cervino e il Breithorn. Sul versante speleologico Guido Depoli condusse l'esplorazione delle cavità carsiche dei dintorni di Fiume. Nel 1923 nasce, invece, il Gruppo Sciatori "Monte Nevoso" che si farà valere nelle competizioni sportive in campo nazionale, avendo come rappresentanti di punta Franco Prosperi e Carlo Tomsig. Nel 1921 la Sezione aprì il suo primo rifugio alle falde del Monte Lisina. Dopo la seconda guerra mondiale nel febbraio 1949 un gruppo di appartenenti al Gruppo Sciatori "Monte Nevoso" si ritrova sul Monte Bondone. Inizialmente come sottosezione della Società degli Alpinisti Tridentini (SAT), essa verrà riconosciuta nuovamente come Sezione nel 1953. A Arturo Dalmartello si deve la realizzazione del progetto di realizzare un rifugio alle pendici del Monte Pelmo, in località Malga Durona. Grazie alla disponibilità del Comune di Borca di Cadore, che concede a tempo indeterminato l'uso del terreno a favore della Sezione, il 20 settembre 1964 si inaugurò il Rifugio "Città di Fiume". L'attività continua dei soci è stata quella di mantenere vivo il sodalizio di quella che è la Sezione più anomala del CAI: è infatti l'unica a non avere, per evidenti ragioni storiche, un territorio di riferimento."</span> (dal sito "<a href="https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=90427" target="_blank">SIUSA</a>").</div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-85997322822243490702023-12-22T07:47:00.004+01:002024-01-21T17:32:32.004+01:00La maialatura, ossia l'uccisione del maiale di casa<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">L'<a href="https://cipputi-antichimestieri.blogspot.com/2018/12/la-macellazione-del-maiale-un-rito.html#.ZBMRFHbMKUk" target="_blank">uccisione del maiale</a> di casa era uno dei perni attorno a cui ruotava il calendario contadino, un rito pagano che coinvolgeva l'intera famiglia.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioCGzGznI26xfghvHFn5p406pfFRHo4cmgz27hnEnrTtUMl7KdO-RoxyUPcjEsSnqUtQ3tH9Fva8kzoL3HxmTJ5ev6GCz3msg76raaAtYfdntzYC0_bW7-gUB3RL9G79zEG4rH5mJlAvs9MVN5LOy9V0WXEsP6w6Tco8pa4ujdEFQtEDzb0shLssnTjQ/s1200/maialatura%20istriana.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioCGzGznI26xfghvHFn5p406pfFRHo4cmgz27hnEnrTtUMl7KdO-RoxyUPcjEsSnqUtQ3tH9Fva8kzoL3HxmTJ5ev6GCz3msg76raaAtYfdntzYC0_bW7-gUB3RL9G79zEG4rH5mJlAvs9MVN5LOy9V0WXEsP6w6Tco8pa4ujdEFQtEDzb0shLssnTjQ/w640-h336/maialatura%20istriana.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">La <a href="https://bookaleta.com/na-prascini-kod-familije-cetina-u-guranu/?fbclid=IwAR00H1IdZuDxRuFGgvqkCg8qXyrfZAT0GCFm9cNnVW1EnxoPYX_LzCut2Mk">maialatura dei giorni invernali</a>, raccontata da immagini crude ma senza ipocrisie (un sentito grazie al sito "Bookaleta"). Chiudeva un intero anno di attese legate all'<a href="https://cipputi-antichimestieri.blogspot.com/2013/12/lallevameno-del-maiale.html#.ZBMR2nbMKUk">allevamento del maiale di casa</a>.</td></tr></tbody></table><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnAdmjCSZtOJenZnLmgR8S-QxsrInDoFuazZ7vvXpnZryEJp6yyQzEDGS_3-dMXRWO7tJE9eJ64-X73SetMcLns7E_OkKB-1MbbyJLcqaDgKdORLaeK9R1hPTrzjllKZJheW1Y0-PkxV2XB0WhcRYlF-Orym7qn5kZuMm4Ygh0IkAXd6tPoAYe-YSee-AU/s1200/maialatura%20slavonia%2005.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="912" data-original-width="1200" height="304" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnAdmjCSZtOJenZnLmgR8S-QxsrInDoFuazZ7vvXpnZryEJp6yyQzEDGS_3-dMXRWO7tJE9eJ64-X73SetMcLns7E_OkKB-1MbbyJLcqaDgKdORLaeK9R1hPTrzjllKZJheW1Y0-PkxV2XB0WhcRYlF-Orym7qn5kZuMm4Ygh0IkAXd6tPoAYe-YSee-AU/w400-h304/maialatura%20slavonia%2005.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">La lavorazione del maiale all'aperto in un villaggio della Slavonia.</td></tr></tbody></table>Come in ogni civiltà contadina, anche in Istria il giorno della macellazione del maiale aveva un significato fondante ed evocativo. Veniva a compimento un intero anno di attese legate all'allevamento del maiale di casa, che allora era come per noi il conto in banca: una sicurezza a garanzia del nostro futuro.</div></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHf1WUJPhQ6UagjWGfQVcAF4SoGW_O6SeC7U5nkX1rVQ2xfMzqmVDeHGib3lTKHXsEBvO8eoAUC4nx6qrkCdhjXjz7ObLXinyvMedg42ZdRfi_Ow9XwIaQ4Z_Ox6xmgHYCfXJMT-15fhzVGkGcLRv_fmAPTEqS7DqgrIMf59YEm3O0DBiEsfp7T7aQSlhc/s960/maialatura%20slavonia%2001.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHf1WUJPhQ6UagjWGfQVcAF4SoGW_O6SeC7U5nkX1rVQ2xfMzqmVDeHGib3lTKHXsEBvO8eoAUC4nx6qrkCdhjXjz7ObLXinyvMedg42ZdRfi_Ow9XwIaQ4Z_Ox6xmgHYCfXJMT-15fhzVGkGcLRv_fmAPTEqS7DqgrIMf59YEm3O0DBiEsfp7T7aQSlhc/w400-h266/maialatura%20slavonia%2001.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">I lavori post-uccisione terminano con il confezionamento degli insaccati.</td></tr></tbody></table>👉In Serbia la maialatura si colorava di riferimenti identitari e nazionalisti: negli anni della crisi balcanica di inizio Novecento ci fu perfino una "guerra dei maiali" fra l'Impero austro-ungarico e la Serbia, che Francesco Giuseppe tentava di indebolire con le sanzioni economiche contro l'esportazione dei suini allevati in Serbia.</div><div style="text-align: justify;">👉Spesso la giornata si concludeva con una grande festa nel corso della quale si consumavano piatti a base di maiale. E' una usanza che scavalca i confini e si ritrova in tanti paesi diversi.</div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWBXbRc_baZ8hY2x_zohckDzzladtYHglaPDiGkB5bGR7zZ1NngQc1poP-mK_-MS-GZKoYmhKPbMFEOferRDIZ68VIPO4QPvEYuHXHM0y8VBMzV0o7CNjOTncDWVO_6-1ZTstr4UJpdcxmS2NKRYwogfdxhhyphenhyphenwYtBVMqEcH89mDLvIaUsmEAg5o1LCgunL/s1257/slovenija%20stajerska-kisla-juha.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="902" data-original-width="1257" height="460" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWBXbRc_baZ8hY2x_zohckDzzladtYHglaPDiGkB5bGR7zZ1NngQc1poP-mK_-MS-GZKoYmhKPbMFEOferRDIZ68VIPO4QPvEYuHXHM0y8VBMzV0o7CNjOTncDWVO_6-1ZTstr4UJpdcxmS2NKRYwogfdxhhyphenhyphenwYtBVMqEcH89mDLvIaUsmEAg5o1LCgunL/w640-h460/slovenija%20stajerska-kisla-juha.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;"><div>La <i>štajerska kisla juha</i>, la minestra di maiale stiriana (la Stiria é oggi una regione dell'Austria) apriva la festa che si faceva dopo la macellazione del maiale. Gli ingredienti sono: testa e zampe del maiale, verdure, mele, erbe aromatiche e aceto di vino, che conferisce al tutto un sapore acidulo (qui in un francobollo che la celebra).</div><div style="text-align: start;"><div></div></div></td></tr></tbody></table><br /><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div> <div style="text-align: justify;"><br /></div> <div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div><div>
<span face=""pt_sansregular" , sans-serif" style="background-color: white; color: #333333; font-size: 16px;"><br /></span></div></div></div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-4748342960595361522023-12-13T07:34:00.010+01:002024-03-05T13:01:01.720+01:00Ha per titolo "Poeta al comando" il romanzo fiumano dello storico Alessandro Barbero<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Le ultime giornate di <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2016/09/fiume-12-settembre-1919-colpo-di-mano.html">D'Annunzio a Fiume</a> immaginate e messe su carta dalla penna di un grande storico contemporaneo. Col consueto rigore.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIaFl3QQTS_KJDIwmb9bxlb4C-vH05HM-sfx1T7j_7GYLja9rHb42lUFT9NaftK5EMOpnSaW8O0d1A5QcW3w3CRnIG908iDtyEOZkPbIAf4-Xc3YvK0YcszujkYCTciDCyAblkVl6-UToe1kMjFnhHFCR9lH4AAnUb9KltGfTb4Tyvi99O_1k1k1vHlqef/s1200/proiettile-dannunzio.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIaFl3QQTS_KJDIwmb9bxlb4C-vH05HM-sfx1T7j_7GYLja9rHb42lUFT9NaftK5EMOpnSaW8O0d1A5QcW3w3CRnIG908iDtyEOZkPbIAf4-Xc3YvK0YcszujkYCTciDCyAblkVl6-UToe1kMjFnhHFCR9lH4AAnUb9KltGfTb4Tyvi99O_1k1k1vHlqef/w400-h210/proiettile-dannunzio.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption"><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: Georgia, Utopia, "Palatino Linotype", Palatino, serif; font-size: 12.8px; text-align: justify;">L'effetto della </span><a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2019/12/la-cannonata-che-sloggio-dannunzio.html">cannonata che sloggiò D'Annunzio</a> da Fiume. Il colpo del-<br />la nave militare italiana centrò la finestra dello studio di D'Annunzio. </td></tr></tbody></table></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE1edjyo4GW31A0XIzHo2TTNM8kTcJcXM_trWSxlivP8_WwkxpvzZX34zobZ-QntMB6IXbH8sq235d0fSy9gAAttM79-UwTdhrZl4ltXMIKieZ4cTrnb8V0zeK-X2KEx2A6A7COGNUuem-Z7gUygNheZUmVwcs4FEnqpoBNXZMfVRUiqUDPLARA4goM8le/s466/poeta%20al%20comando.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="466" data-original-width="333" height="558" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE1edjyo4GW31A0XIzHo2TTNM8kTcJcXM_trWSxlivP8_WwkxpvzZX34zobZ-QntMB6IXbH8sq235d0fSy9gAAttM79-UwTdhrZl4ltXMIKieZ4cTrnb8V0zeK-X2KEx2A6A7COGNUuem-Z7gUygNheZUmVwcs4FEnqpoBNXZMfVRUiqUDPLARA4goM8le/w400-h558/poeta%20al%20comando.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;"><span style="text-align: justify;">Pubblicato nel 2003 per Mondadori e riedito da Sellerio. </span><span style="color: #6aa84f;">Alessandro<br />Barbero, "Poeta al Comando", Sellerio Editore, Palermo, 2022</span>.</td></tr></tbody></table><span style="text-align: left;">Alessandro Barbero dà libero sfogo alla sua vena creativa e racconta il fluire della vita quotidiana del Vate dentro e fuori dal <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2019/12/il-palazzo-dei-governatori-nella-citta.html">Palazzo del Governo</a>, durante l'esperimento della "Reggenza del Carnaro". Lo fa adottando la forma del romanzo storico, una scelta in verità sorprendente per uno storico di professione.</span></div><div style="text-align: justify;">👉Penso che si debba essere ben documentato sulla vasta produzione di Tommaso Antongini, l'amico e sodale del poeta che durante l'impresa di Fiume divenne (con il grado di capitano) suo segretario personale, al corrente di tutti i risvolti e i segreti, anche i più scabrosi, della vita quotidiana del "Comandante". La voce narrante, infatti, è quella di Tom, esplicito e voluto riferimento a Tom Antongini.</div><div style="text-align: justify;">👉Tra le "chicche" del libro la pruriginosa avventura con la figlia diciassettenne del senatore Cosulich (sì, quello della gran schiatta che prima inventò la marineria lussignana e poi aprì i cantieri navali di Monfalcone) e che fu il principale esponente dell'oligarchia imprenditoriale e commerciale fiumana.</div><div style="text-align: justify;">Il grande storico italiano è stato capace di trasformare il passato in un racconto appassionante.</div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-8709904107258283172023-11-28T20:01:00.000+01:002023-11-28T20:01:45.571+01:00L'Hotel Kvarner, che è stato il primo ad Abbazia<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Fu il primo ad aprire al pubblico, nel lontano 1884. Grazie ai capitali movimentati dalla Südbahn (la società della <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2018/12/come-abbazia-divenne-centro-di-cura-e.html">Ferrovia Meridionale</a>).</span></b></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXfQtGeU7NKokpvO385fmkRRoiMaD1FTBT0U0Ud27dYinOj1stNjN72LKuZjHV43qhFLS2D7yMqFF7wy5EjN2UyY5HuENTcHdvq1NU8yilVGeIyaGmMRIyRcLtQsg-8Q74rqmz1OgAKHuBGR60dWqoS_JyNd1o3og-WZzGMgSgZlAfLwcusd4kErIVdilA/s1200/hotel%20kvarner.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXfQtGeU7NKokpvO385fmkRRoiMaD1FTBT0U0Ud27dYinOj1stNjN72LKuZjHV43qhFLS2D7yMqFF7wy5EjN2UyY5HuENTcHdvq1NU8yilVGeIyaGmMRIyRcLtQsg-8Q74rqmz1OgAKHuBGR60dWqoS_JyNd1o3og-WZzGMgSgZlAfLwcusd4kErIVdilA/w640-h336/hotel%20kvarner.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">L'Hotel Kvarner com'è oggi. Aprì quarant’anni dopo la costruzione di Villa Angiolina, residenza estiva realizzata dall'imprenditore fiumano Iginio Scarpa per la moglie. E' stato il primo e più importante hotel costruito ad Abbazia.</td></tr></tbody></table><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMKG3TJ5W2D4_n1KTtGZnDaN5N-l-2UEoZS93lKvnkpblyS4IjGvAr3SdyHF3y47JYhqik-EfR0ZeERPcNmBNbE-Ox1k7qcJR-qJs7Gk1rAPNyLYfMvA20AvFOW2MnJXcg8fCsi-le69iE1nWduOBoEcZ46gWDWZw7ruYrwotMU91aigvlQeLcWNYLX-rN/s1043/abbazia%20hotel.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1043" data-original-width="709" height="626" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMKG3TJ5W2D4_n1KTtGZnDaN5N-l-2UEoZS93lKvnkpblyS4IjGvAr3SdyHF3y47JYhqik-EfR0ZeERPcNmBNbE-Ox1k7qcJR-qJs7Gk1rAPNyLYfMvA20AvFOW2MnJXcg8fCsi-le69iE1nWduOBoEcZ46gWDWZw7ruYrwotMU91aigvlQeLcWNYLX-rN/w429-h626/abbazia%20hotel.jpg" width="429" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">In questo manifesto del periodo fascista il Kvarner compare con il nome ita-<br />lianizzato in Hotel Quarnero.</td></tr></tbody></table><br />La sua architettura ottocentesca e l'invidiabile posizione sulla passeggiata a mare fa sì che sia uno dei più fotografati di Opatija.</div><div style="text-align: justify;">Famoso per il lusso degli ambienti e l'esclusività della sua cosmopolita clientela, che nei primi anni del 1900 apprezzava l’altezza notevole delle camere, cosa che permetteva al calore della stagione estiva di non disturbare i clienti. E' famoso per la sua “Sala dei cristalli” e per la terrazza che s'affaccia sul mare.<div>👉Nel 1883, quarant’anni dopo la costruzione della Villa Angiolina, la Società delle Ferrovie Meridionali di Vienna investì scommettendo sul futuro turistico della costa orientale dell’Adriatico (la Küstenland asburgica). La prima realizzazione fu appunto l’albergo “Kvarner” di Opatija.</div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfHpT35X0Mwts8C-Ol23sERyd3yzDJgzqiT845ATrMZAQexqIu0LL-SDgGl2yF2850fiSbv0WR3LY1dfEi7beFbmxPx3_7D-R2mhIZbSCVQJ3sV2EhoCAJOsY5LcqN8U_Xyhc285An7DjF-gBjx6H4AwIyRnMfHnvEOGGrUcyXp5USCXAryM4zi1m-YLPZ/s1600/hotel%20kvarner.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="1600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfHpT35X0Mwts8C-Ol23sERyd3yzDJgzqiT845ATrMZAQexqIu0LL-SDgGl2yF2850fiSbv0WR3LY1dfEi7beFbmxPx3_7D-R2mhIZbSCVQJ3sV2EhoCAJOsY5LcqN8U_Xyhc285An7DjF-gBjx6H4AwIyRnMfHnvEOGGrUcyXp5USCXAryM4zi1m-YLPZ/w640-h320/hotel%20kvarner.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption">La sfarzosa "sala dei cristalli" dell'Hotel Kvarner fotografata oggi.<br /></td></tr></tbody></table></div><div>
</div>
Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-12265076721483810992023-11-11T12:32:00.006+01:002023-12-17T12:10:14.031+01:00La grappa alla ruta del rifugio Sveti Gaudent, sul monte Osorscica, nell'isola di Cherso/Cres<div class="separator" style="text-align: left;"><b style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: large;">La digestiva <a href="https://cipputi-antichimestieri.blogspot.com/2019/10/la-grappa-alla-ruta-e-ancora-oggi.html#.XyZ4SigzaUk">grappa alla ruta</a>. </span></b><b style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: large;">E' una sorpresa ritrovarla qui, nell'unico rifugio alpino del Quarnaro: lo <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2016/08/lincredibile-rifugio-sveti-gaudent.html">Sveti Gaudent</a> sull'isola di <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2020/07/le-isole-della-bora-recensione-rapida.html">Cres/Cherso</a>.</span></b></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii_NY4ZsfOpOagKshoL2r1DYI2G7kb_SMuHBtk3p_ECSI6-s6dfsbkZMtMSucvAwhEqnlO9JT5xykuGs_tpm7o1lLStaiLk2NBPWd52EDMbpCigqsTGtKWrHPH-ucIVTYyuneTI9Bv02pS8iCkBaCiHtoP_IMyFWHqtOz_r-GNHF6Yd6TwDoBRWmY-2Jqz/s1200/ruta%20rifugio%20sveti%20gaudent%20bis.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii_NY4ZsfOpOagKshoL2r1DYI2G7kb_SMuHBtk3p_ECSI6-s6dfsbkZMtMSucvAwhEqnlO9JT5xykuGs_tpm7o1lLStaiLk2NBPWd52EDMbpCigqsTGtKWrHPH-ucIVTYyuneTI9Bv02pS8iCkBaCiHtoP_IMyFWHqtOz_r-GNHF6Yd6TwDoBRWmY-2Jqz/w640-h336/ruta%20rifugio%20sveti%20gaudent%20bis.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption">Suona strano ma ci sta. E' una di quelle grappe digestive che <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2012/12/le-grappe-arcobaleno.html" target="_blank">si preparano per semplice infusione</a> naturale, favorita dalla robusta azione dei raggi solari estivi.</td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"></div><div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMJAKRTLl-5WAp0V7t5RSD7N44Mf7ydP7DGOV8850Cmxpsv1YQJIQXloBV19G_eDVTq_MoUnn60HqMcNRwckaYre5s4Mj_hWq_QPD6HPk5RGQLUXY3Gi6_zRsNTbIysFqkrL0ldj41bXoTOO8XnO6FbiascGa7e_PMddUQsL3Hu_KLw5bsXr0Wyh8y3NpL/s4000/rifugio%20sveti%20gaudent%20bis.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: left;"><img border="0" data-original-height="2672" data-original-width="4000" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMJAKRTLl-5WAp0V7t5RSD7N44Mf7ydP7DGOV8850Cmxpsv1YQJIQXloBV19G_eDVTq_MoUnn60HqMcNRwckaYre5s4Mj_hWq_QPD6HPk5RGQLUXY3Gi6_zRsNTbIysFqkrL0ldj41bXoTOO8XnO6FbiascGa7e_PMddUQsL3Hu_KLw5bsXr0Wyh8y3NpL/w400-h268/rifugio%20sveti%20gaudent%20bis.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption">Dormire allo Sveti Gaudent, sotto <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2012/06/cima-televrin-sullisola-di-lussino.html" target="_blank">cima Televrin</a>, è un'esperienza unica.<br />Figuriamoci poi con la grappa alla ruta. Il rifugio può fungere da posto<br />tappa durante la <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2017/06/la-traversata-del-monte-ossero.html" target="_blank">traversata del monte Osorscica</a> da Osor a Nerezine.</td></tr></tbody></table>La ruta è una piantina dalle proprietà digestive ben nota alle popolazioni dell'arco alpino. Non mi aspettavo di trovarla nel bel mezzo del Golfo del Quarnaro. Ma è pur vero che sul monte Osorscica di Cherso/Cres, c'è anche, incredibilmente, un rifugio alpino con tanto di letti a cuccetta.<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQYXvNYjEEgwRKFFQLvP10pXNzMGgwZuihD6q0dLJOAQuOJZr8hAuwSHf-5B8BqZX2rNB1zC2uSc9E2cZBkzVn8gw0Xgz97Q1X1XQCQ2izTVIq2cOxQntTjU4c6sCfpLbhB10OfA0yJuhr9fKDxo_U7OoHIAgwMvSpA6araKLUFc9aLuWo_5gUxb3M9Xzu/s4000/sveti%20gaudent.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2672" data-original-width="4000" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQYXvNYjEEgwRKFFQLvP10pXNzMGgwZuihD6q0dLJOAQuOJZr8hAuwSHf-5B8BqZX2rNB1zC2uSc9E2cZBkzVn8gw0Xgz97Q1X1XQCQ2izTVIq2cOxQntTjU4c6sCfpLbhB10OfA0yJuhr9fKDxo_U7OoHIAgwMvSpA6araKLUFc9aLuWo_5gUxb3M9Xzu/w400-h268/sveti%20gaudent.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">In uno scatto del 2018. Il barile cerchiato di rosso è la riserva d'acqua.</td></tr></tbody></table></div><div style="text-align: justify;">👉Come fare per prepararla: basta aggiungere ad una bottiglia piena di grappa bianca (cioè neutra) un mazzetto di ramoscelli scelti fra quelli più teneri, che sono quelli spuntati e fioriti nell'ultima stagione. I rametti della piantina di ruta vanno lasciati nella bottiglia di grappa che va tappata e esposta al solleone di piena estate per quaranta giorni.<br /></div><div style="text-align: justify;">👉Tra i distillati, liquori e preparazioni alcoliche della tradizione dell'Istria e e Quarnaro segnalo la <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2020/08/la-biska-quel-liquore-aromatizzato-al.html" style="font-style: italic;">biska</a> al vischio, il <i><a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2018/06/teranel-quel-liquore-al-mirtillo-su.html">teranel</a> </i>al mirtillo<i><a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2018/06/teranel-quel-liquore-al-mirtillo-su.html"></a></i>, il <i style="background-color: white; color: #333333; font-family: Georgia, Utopia, "Palatino Linotype", Palatino, serif;"><a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2021/10/brinjevec-la-preziosa-grappa-di-ginepro.html">brinjevec</a></i> al ginepro.</div></div><div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghyphenhyphenwEKNQC0UMd0gRCBE-FoZLzMSCXS-4deTUzUmp5KanCuu2ETTUnqJ07sXIC_MdSw7Ag7cxu5NPyE9lLuCaaotjFXo4Ik2XVxynB5GT_eEbCE3fMGyd1gHr3_65qAj_oPG5fxI9YcXsNOUzm9dEWgSNkLqyrjZb0IGKjcRdXlozVSkq_bv2DvRPaUfQD8/s4608/sveti%20gaudent.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2594" data-original-width="4608" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghyphenhyphenwEKNQC0UMd0gRCBE-FoZLzMSCXS-4deTUzUmp5KanCuu2ETTUnqJ07sXIC_MdSw7Ag7cxu5NPyE9lLuCaaotjFXo4Ik2XVxynB5GT_eEbCE3fMGyd1gHr3_65qAj_oPG5fxI9YcXsNOUzm9dEWgSNkLqyrjZb0IGKjcRdXlozVSkq_bv2DvRPaUfQD8/w640-h360/sveti%20gaudent.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Dal terrazzo dello Sveti Gaudent: vista verso l'Istria e l'isola di Cherso. Sullo sfondo il rilievo dell'Istria, con ben visibile il <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2016/12/il-belvedere-del-monte-maggiore.html">Monte Maggiore</a> di Fiume. Sulla destra la costa dell'isola di Cherso/Cres con le baie di <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2015/12/martinscica-di-cres-san-martino-in-valle.html">Martinscica</a> e <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2021/09/ustrine-borgo-contadino-dal-sapore.html">Ustrine</a> e la piatta isola <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2016/09/a-pesca-di-conigli-sulla-levrera-di.html">Levrera</a> al centro.</td></tr></tbody></table><br /><span style="text-align: justify;"></span></div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-32259197257111670292023-11-03T18:29:00.001+01:002023-12-17T12:13:23.762+01:00Nicolina Fabris, che fu la mamma dei granatieri<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Nicolina Fabris aveva accolto e protetto i futuri ammutinati mentre pensavano alla ribellione. D</span></b><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">ivenne così "la mamma dei Granatieri".</span></b></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIiUcSXyanjxlVD_xdmFC1MF_zbk55aegjstjU1gpT3Z9HynyFzu5TkVMcGYoX7LHo-6MwC15UOpT_a6JR0yaNTwpNSbFXWH2zq-aUfkoEMemxRyDaKbb-r8UwT7N6bmLQAw4JbrMvX50TqCBB448WqaYaF0-2xTyrydCDOrkA1ikypMGf_KBIMi2TJjU1/s1200/nicolina%20fabris.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIiUcSXyanjxlVD_xdmFC1MF_zbk55aegjstjU1gpT3Z9HynyFzu5TkVMcGYoX7LHo-6MwC15UOpT_a6JR0yaNTwpNSbFXWH2zq-aUfkoEMemxRyDaKbb-r8UwT7N6bmLQAw4JbrMvX50TqCBB448WqaYaF0-2xTyrydCDOrkA1ikypMGf_KBIMi2TJjU1/w640-h336/nicolina%20fabris.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Una foto celebrativa di Nicolina Fabris tra gli ammutinati del <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2021/09/due-simpatie-nascoste-degli-eversori.html">Rgt. Granatieri</a> della "Marcia di Ronchi", a cose fatte.</td></tr></tbody></table><div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCicVowJqiaVl0CunFAG4bWKCF_mifHFW6e_5xOJ7swUZJFJc20fLV-3ACR4ZIIJzoThUUly9LwcC8n_z2OUx9290-Sv-p8OL4AyilcxGlNIBGf3eGhpvzx3p1w_Roifc-yyLMKIT6XGDHekreOFY7RSrtR321KGp5HGQnYps1X0h9RQXyKbKZzu1MKt_q/s1344/nicolina%20fabris.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1344" data-original-width="715" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCicVowJqiaVl0CunFAG4bWKCF_mifHFW6e_5xOJ7swUZJFJc20fLV-3ACR4ZIIJzoThUUly9LwcC8n_z2OUx9290-Sv-p8OL4AyilcxGlNIBGf3eGhpvzx3p1w_Roifc-yyLMKIT6XGDHekreOFY7RSrtR321KGp5HGQnYps1X0h9RQXyKbKZzu1MKt_q/w340-h640/nicolina%20fabris.jpg" width="340" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption"><span style="color: #444444;">Per quanto ne sono questa è la sola immagine che ritrae la pa-<br />sionaria Nicolina Fabris fra i "suoi" Granatieri.</span></td></tr></tbody></table>Fu "mamma" solo per la sua età, perchè per le convinzioni radicalmente nazionaliste ed l'attivo ruolo avuto nella insubordinazione dannunziana dei militari che erano stati di stanza a Fiume questa donna sfoderò piuttosto uno spirito da "<a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2019/11/le-donne-libere-dellavventura.html">suffragetta fiumana</a>", una figura femminile d'elite che caratterizzò poi l'avventura fiumana di D'Annunzio muovendosi in un paesaggio culturale che anticipava temi, posture e stili di vita del femminismo radical-chic dei nostri tempi (insegnante, aveva allora 60 anni).</div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">“A Fiume… Nicolina Fabris… era una donna sulla sessantina, di stirpe veneta, di sentimenti italianissimi… durante la guerra italo-austriaca, si prodiga per alleviare le sofferenze dei nostri prigionieri, e sfida più volte il rigore e la vendetta degli sbirri ungheresi… Né basta: ella riuscì anche a sottrarre alle ricerche della polizia un certo numero di prigionieri fuggiti dai campi di concentramento, alcuni dei quali ricoverò e nascose nella propria abitazione… All’ingresso delle truppe italiane a Fiume, la troviamo in prima fila, ad accogliere i liberatori… la casa Fabris diventa un circolo di<span><a name='more'></a></span> italianità. La signora è più che un’amica, una mamma, e tutti le vogliono bene come si può voler bene alla mamma… Il gruppetto ribelle (si tratta dei Granatieri intenzionati a tornare a Fiume ndr) vuole interpellare anche l’intrepida “mamma dei Granatieri”… si tiene, allora, consiglio di guerra: “Benedeti fioi, diseme cossa posso far, e mi son tuta a vostra disposizion” “Senta, mamma, ci serve un buco dove nasconderci. Noi non vogliamo, non possiamo partire come cani. Resteremo a Fiume, siamo sette, pochi in verità, ma decisi a vender cara la pelle” “Va ben, el posto ve lo trovo mi, ma e dopo, cossa xe che farè ?”.</span></div></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">👉Ma <a href="https://moodle2.units.it/pluginfile.php/463748/mod_resource/content/1/Criscione%20Donne%20a%20Fiume%20tra%20libert%C3%A0%20di%20pensiero%20e%20dissoluzione.pdf" target="_blank">sono le giovani che prendono presto in mano la situazione</a>: tra loro ci sono innanzitutto le “entusiaste della causa”, che si impegnano in ruoli diversi: crocerossine (l’americana Madeleine Whiterspoon Dent Gori-Montanelli), insegnanti (la bergamasca Tullia Franzi, studiosa di Dante e di Manzoni), propagandiste (ogni fiumana diventa vessillifera dell’italianità della città), con sconfinamenti anche nel campo più squisitamente militare: 289 di esse, particolarmente audaci, combattive e intraprendenti vengono nominate “legionario onorario”, e la cosa scandalizza non pochi, come commenta divertito Leone Kochnitky: </span><span style="color: #6aa84f;">“Tra gli Arditi di D’Annunzio c’è una donna…Una donna che, sopra una succinta gonna grigio-verde porta la giacca con risvolti neri. Ha il gradi di Tenente: prende parte alle marce, alle esercitazioni; con virile grazia, quest’anima ben temprata si piega alle necessità rudi del blocco, vigilando alla salute morale e alla disciplina delle ”sue” truppe, perorando la causa loro presso il Comandante: costantemente la si vede a fianco di Rossi Passavanti</span><span style="color: #6aa84f;">”.</span><span style="color: #6aa84f;"> </span>(NdT: trattavasi della marchesa <a href="https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/26653905/margherita-incisa-di-camerana-primo-ufficiale-donna-marciava-fiume-gabriele-d-annunzio.html" target="_blank">Margherita Incisa di Camerana</a> - il testo è di Giacinto Reale)</div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-23098668286848972082023-10-24T10:50:00.001+02:002023-10-24T10:50:23.387+02:00Sebreljski zelodec, la spianata rotonda slovena<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: georgia, times new roman, serif; font-size: large;"><b>Lo <i>Šebreljski želodec</i></b></span><b><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;"> è un salume da taglio confezionato con carne di maiale e una certa quantità di pancetta dura (ed è rotondo).</span></b></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGYpwAvO0y0hHHpa18o9Oos7J3vOFjgEergkzSis7hh6xPwVfDmXfuLlcevDIGooYeUt-ujfKD7DnHkl2bKaq_DLf2HfP-JrnsbeT1oKGzkQWj65nMTIVp0Yw5qO7n4y-uGgEa5yq-2WIK/s1600/Zelodec1.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="mangiare in montagna" border="0" data-original-height="400" data-original-width="1000" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGYpwAvO0y0hHHpa18o9Oos7J3vOFjgEergkzSis7hh6xPwVfDmXfuLlcevDIGooYeUt-ujfKD7DnHkl2bKaq_DLf2HfP-JrnsbeT1oKGzkQWj65nMTIVp0Yw5qO7n4y-uGgEa5yq-2WIK/w640-h256/Zelodec1.jpg" title="Šebreljski želodec" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Šebrelje è un villaggio ai piedi delle Alpi Giulie. E Želodec si può tradurre con "stomaco di maiale". In Slovenia i salumi sono un vero <i>cult</i>, oggetto attivo di identità territoriale. Basti citare la "<a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2014/12/la-luganiga-de-cragno-ma-che-nome-e.html#.V_I5cOCLSUl">salsiccia di Kranj</a>", oppure la <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2011/05/la-spianata-alpina-slovena.html">spianata alpina</a>, o anche le numerose <i><a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2011/09/la-salsiccia-secca-slovena-suha-klobasa.html">suha klobasa</a></i>, parenti strette dei <i><a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2022/06/i-kaminwurzen-fatti-in-casa-e-quelli.html" target="_blank">Kaminwurz </a></i>e delle <i><a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2019/03/le-luganeghe-trentine-meglio-fresche-o.html" target="_blank">luganeghe </a></i>da taglio.</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBfx0hHnIQiOd6pNHCcWe-1N9kgcIJLnFKqL5Lghw5CSYS94m9WuBEHMo3xQxL-mSjumTHr497rfgMih-ACnBd7e0xdy0zwh4hvjC3cY1Sh9czDgIaVe7zr6fmKUuiUPedpw28UJvlXWQL/s1600/spianata+slovena.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="Šebreljski želodec" border="0" data-original-height="436" data-original-width="622" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBfx0hHnIQiOd6pNHCcWe-1N9kgcIJLnFKqL5Lghw5CSYS94m9WuBEHMo3xQxL-mSjumTHr497rfgMih-ACnBd7e0xdy0zwh4hvjC3cY1Sh9czDgIaVe7zr6fmKUuiUPedpw28UJvlXWQL/s400/spianata+slovena.jpg" title="Šebreljski želodec" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption">Una rotonda "salama" alpina che proviene da una piccola regione monta-<br />gnosa che sta fra Lubiana e il parco naturale del monte Triglav.<br /><br /></td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;">Questo insaccato schiacciato di carne di maiale e pancetta dura, di forma piatta e circolare veniva insaccato in un involucro ricavato dallo stomaco essiccato all'aria ventosa di quelle parti.</div><div style="text-align: justify;">👉L'impasto viene insaccato dentro uno stomaco di un maiale svuotato e rinseccolito all'aria del posto. Ed ecco la forma tonda che tanto incanta i turisti. Affumicato a freddo per un paio di giorni e lasciato maturare tra due assi di<span><a name='more'></a></span> legno per circa 3-5 mesi.<br />
<span style="box-sizing: inherit; text-align: start;">👉</span><em><span style="color: #292929; font-family: "muli";"><span style="box-sizing: inherit; font-size: 18px; text-align: start;">Želodec</span></span></em><span style="box-sizing: inherit; color: #292929; font-family: "muli"; font-size: 18px; vertical-align: inherit;"> si può tradurre con "stomaco di maiale", nome che rimanda alla tradizione di farcire gli involucri degli animali con </span><span style="color: #292929; font-family: "muli"; font-size: 18px;">una miscela di carne suina e pancetta.</span><span style="color: #292929; font-family: "muli"; font-size: 18px;"> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi prende il nome dalla sua area di produzione, che ruota attorno al villaggio di Šebrelje, anche se in realtà è realizzato nella più vasta area di Idrija e Cerkno, ai piedi delle Alpi Giulie occidentali.<br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>
Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-57298087958534891182023-10-04T19:01:00.006+02:002023-12-16T20:27:09.290+01:00Il boscarin, grande bue istriano dalle larghe corna<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Il <i>boscarìn </i>o <i>boškarin </i>era un animale molto versatile, buono sia per il lavoro che <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2022/01/il-boscarin-possente-bue-bianco.html">per la carne</a>, ma che soprattutto era un animale da lavoro.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0Hz9tAGDIUPeszpJaiSgAVgCKMtKpMjaCCn31Smg9p3iB38gSVq6kLJ6O0vG3YHVGSUuN1uHW-P5OyWzwnRZzxdIYeIJm9-2ZROQB8x4rHiXghYX1_goWhI1tdy1PyP6mzb4kA4aXjDETtcBTK9Ph6GlUwG6n3nvJm2eSp0uDDnzEFQ44TjpbYcj0mszL/s1200/boscarin%20toro.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0Hz9tAGDIUPeszpJaiSgAVgCKMtKpMjaCCn31Smg9p3iB38gSVq6kLJ6O0vG3YHVGSUuN1uHW-P5OyWzwnRZzxdIYeIJm9-2ZROQB8x4rHiXghYX1_goWhI1tdy1PyP6mzb4kA4aXjDETtcBTK9Ph6GlUwG6n3nvJm2eSp0uDDnzEFQ44TjpbYcj0mszL/w640-h336/boscarin%20toro.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Un imponente toro di <i>boscarìn </i>nella campagna istriana. Affiancava il contadino nel lavoro dei campi e nella vita di tutti i giorni ed era prezioso perché assicurava la sopravvivenza economica della famiglia contadina.</td></tr></tbody></table><br /></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZROw2Hr58Y4GCRv-Dp6h11aFB0fkJ9phspC-Jab6xUL62aboTH4LXutL2uaNSkV_45oFK1f6q11DLP3U2C39fTh9K2rBbkXqZBjCQL7kHla8YoqeW6htFIDAVBqSRvIVDBuq5TR4HVC8pHWPXWYrl22n-a2aUpvsDNckDavOHwniGps6CAOgEQPxAeZd_/s1618/boscarin%20a%20trieste%20primo%20900.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1172" data-original-width="1618" height="290" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZROw2Hr58Y4GCRv-Dp6h11aFB0fkJ9phspC-Jab6xUL62aboTH4LXutL2uaNSkV_45oFK1f6q11DLP3U2C39fTh9K2rBbkXqZBjCQL7kHla8YoqeW6htFIDAVBqSRvIVDBuq5TR4HVC8pHWPXWYrl22n-a2aUpvsDNckDavOHwniGps6CAOgEQPxAeZd_/w400-h290/boscarin%20a%20trieste%20primo%20900.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="text-align: justify;">Una rara immagine di <i>boscarìn</i> utilizzato come trattore in città. A Trieste</div><div style="text-align: justify;">nei primi anni del Novecento con le bestie che ancora circolavano in città.</div></td></tr></tbody></table>👉Veniva utilizzato "come un cavallo" cioé anche come forza motrice per trainare carri e carretti o per trascinare pietre per la costruzione di case e muri. Veniva nutrito con quella poca erba che c’era e le sue vacche fornivano alle famiglie piccole quantità di latte.</div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1JA-chPtEAsFKRWG-6WyvyCWHPIjHqCgAUnaKrSd1GvCegETm-4oVvYi9k_EMz6N1MnhBt0Tm_p-WBrdZGcF1fRSC-p1oKN2ELSixXbBiCVprBSC2XvKeuvTbu_4bVVyoRqR_rHAoFzOMHFJ08dhCC99QnNe0hCDjdtKKcr2CjBB4Bup74CJ8g0Iy8JMy/s736/boscarin%20contadina%202.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="510" data-original-width="736" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1JA-chPtEAsFKRWG-6WyvyCWHPIjHqCgAUnaKrSd1GvCegETm-4oVvYi9k_EMz6N1MnhBt0Tm_p-WBrdZGcF1fRSC-p1oKN2ELSixXbBiCVprBSC2XvKeuvTbu_4bVVyoRqR_rHAoFzOMHFJ08dhCC99QnNe0hCDjdtKKcr2CjBB4Bup74CJ8g0Iy8JMy/w400-h278/boscarin%20contadina%202.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Anziana contadina dell'interno istriano ritratta nel corso di una premia-<br />zione del <i>boscarìn </i>più bello del contado (anni Novanta del '900).</td></tr></tbody></table>👉Arrivati a fine corsa, la carne dei <i>boscarìn</i> veniva usata per preparare i sughi, perfetti da accompagnare agli gnocchi o ai <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2020/02/i-fuzi-istriani.html">''fuži'' istriani</a>. Oppure preparata lessa, o arrosto in padella sull’olio d’oliva. Formule che derivano tutte dalla spontanea cucina contadina tradizionale.</div><div style="text-align: justify;">👉Oggi invece con le sue carni si tendono a realizzare certe ricercatezze gastronomiche che si pretendono ispirate alla cucina del territorio, quando invece "ai tempi" nessuno si sarebbe sognato di sprecare un prezioso <i>boscarìn </i>per mangiarselo subito e bruciarsi così "il capitale".</div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-35407172910324643452023-09-15T19:26:00.006+02:002023-09-20T11:39:49.132+02:00La chiesetta istriana sospesa sulla Val Rosandra<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">La chiesetta di <a href="https://www.carsosegreto.it/2014/04/la-chiesa-di-santa-maria-di-siaris.html" target="_blank">Santa Maria in Siaris</a> è abbarbicata a mezza costa su un fianco scosceso del Monte Carso, quello che guarda sulla <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2018/06/anello-di-val-rosandra-carso-triestino.html">Val Rosandra</a>.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN9_gVO8wz2n3hP1h1MncIyLNWvgDtNm_w3wltdpAlQAqcSklhRtVdXLh52820QfAd7gMrywAzrGZ8hpR1MVxXdzecnGJuXQ48r4VW5vi_8LfYdcfxrQ-1K0qozf0lCEvlT0fvDzwDi8ZOgWyagbszfvPOk3CJB5Em7Rf5iJ1dZ9w-2LrTuv31yaSzm9r4/s9970/val%20rosandra.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4308" data-original-width="9970" height="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN9_gVO8wz2n3hP1h1MncIyLNWvgDtNm_w3wltdpAlQAqcSklhRtVdXLh52820QfAd7gMrywAzrGZ8hpR1MVxXdzecnGJuXQ48r4VW5vi_8LfYdcfxrQ-1K0qozf0lCEvlT0fvDzwDi8ZOgWyagbszfvPOk3CJB5Em7Rf5iJ1dZ9w-2LrTuv31yaSzm9r4/w640-h276/val%20rosandra.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">La chiesetta di Santa Maria in Siaris. A destra come appare scendendo dal sovrastante <a href="https://www.vienormali.it/montagna/cima_scheda.asp?cod=532" target="_blank">Cippo Comici</a>. La sua tipologia costruttiva si ritrova in tutta l'Istria e il Quarnaro: <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2020/08/la-piccola-chiesa-di-san-marco-sopra.html">tipo quella</a> sopra Valun, sull'isola di Cherso.</td></tr></tbody></table><br /></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYMFHluMf3VtM8cY5hw-oX59ruCNW011l1TQLLHi1otTk1HMXMYcDKuYKmlxwG1IXD7sF-iVNkiERyc_IlrLJAZ3lxgCpRP388l-uxXleW8sBEL8vnmuQGXIgz1_b2YeLJ8cvW76XLRgo1yvFepniBKvRIHj2nr-kM7roUJMvu59lahhILGUZ2PagiPt5O/s600/cippo-comici.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="579" height="413" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYMFHluMf3VtM8cY5hw-oX59ruCNW011l1TQLLHi1otTk1HMXMYcDKuYKmlxwG1IXD7sF-iVNkiERyc_IlrLJAZ3lxgCpRP388l-uxXleW8sBEL8vnmuQGXIgz1_b2YeLJ8cvW76XLRgo1yvFepniBKvRIHj2nr-kM7roUJMvu59lahhILGUZ2PagiPt5O/w399-h413/cippo-comici.jpg" width="399" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption">Il Cippo intitolato al <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2020/03/emilio-comici-sul-monte-maggiore-di.html">rocciatore Emilio Comici</a> durante la costruzione.</td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;">E' quella valletta scavata nella roccia del Carso triestino che da Kozina incunea il proprio torrente (l'unica acqua superficiale del carso) verso Trieste, acque superficiali che gli antichi romani seppero sfruttare per l'acquedotto che alimentava l'insediamento di Tergeste (l'antica Trieste).</div><div style="text-align: justify;">Negli anni austroungarici questa rocciosa valletta facilmente raggiungibile da Trieste venne fortemente <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2013/09/il-rifugio-premuda-in-val-rosandra.html">attratta dal mondo alpino e austriaco</a>, che vi lasciò la sua impronta.</div><div style="text-align: justify;">Oggi sembra appartenere ad altro circuito culturale capace di saldare le periferie triestine all'entroterra lasciando fuori le</div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-bJzSnj-1xKCGHEPEbCFmZXyfzj1hVrJRNsqv2h_kbiA1kZUa4h1_QZL7_zNiKT730u9gKobri8dUgYmKA29ngkz0iw0tVu5tLPpV74BKrFqjm08IYl6w-S8Qhh11ExnFeRppV04CXnTyzKcgCsUyOsJbqyKkhKC446is56QQBw3UPeMTkjhQHi93KlCl/s1219/maria%20in%20siaris%201979.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1219" data-original-width="925" height="526" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-bJzSnj-1xKCGHEPEbCFmZXyfzj1hVrJRNsqv2h_kbiA1kZUa4h1_QZL7_zNiKT730u9gKobri8dUgYmKA29ngkz0iw0tVu5tLPpV74BKrFqjm08IYl6w-S8Qhh11ExnFeRppV04CXnTyzKcgCsUyOsJbqyKkhKC446is56QQBw3UPeMTkjhQHi93KlCl/w400-h526/maria%20in%20siaris%201979.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption">Nel 1979 i vandali le diedero fuoco ma nel 1982 un gruppo di volontari<br />seppe porvi pronto rimedio.</td></tr></tbody></table><span style="text-align: justify;"></span><div style="text-align: justify;">popolazioni costiere del mare Adriatico, un mondo altrettanto triestino ma anche assai diverso in quanto essenzialmente mediterraneo.</div><div style="text-align: justify;">👉Se ne attesta l'esistenza sin dall'anno 1260 (o addirittura al 1213), epoca in cui si costituì la Confraternita dei Battuti o del Santissimo Sacramento, che sembra abbia costruito lì una Cappella. I Fratelli dovevano recarvisi almeno una volta l’anno e chi aveva bestemmiato o detto parole disoneste era tenuto per penitenza a farlo a piedi scalzi.</div><div style="text-align: justify;">👉Non esistono etimologie certe per il toponimo "Siaris", che é rimasto pressoché immutato nel corso dei secoli: nel 1330 compare nella forma "Seris", che nel corso del '400 muta in "Siaris", forma conservata fino ad oggi.<br /></div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmYV-3R4LzaQa4xR2SL9zqu_baXdGMiBE_DXx1le_6x2e3AmM3Wo8qXPn_CImlB3e0HjbaWsWF0cX4pbNXkw8_qKHEZS1iLT0aSuQniIJO9nzM1sn0h-ERlWfy3ewzE21eAncYOnSeE7mOyFQu3GTJrCuYlCkl2ntQ-sxkb2JxhJPHDcAh--wxbrAmzEBq/s2462/val%20rosandra.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1641" data-original-width="2462" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmYV-3R4LzaQa4xR2SL9zqu_baXdGMiBE_DXx1le_6x2e3AmM3Wo8qXPn_CImlB3e0HjbaWsWF0cX4pbNXkw8_qKHEZS1iLT0aSuQniIJO9nzM1sn0h-ERlWfy3ewzE21eAncYOnSeE7mOyFQu3GTJrCuYlCkl2ntQ-sxkb2JxhJPHDcAh--wxbrAmzEBq/w640-h426/val%20rosandra.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">La Val Rosandra vista dalla <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2015/06/la-vedetta-di-san-lorenzo.html">Vedetta di San Lorenzo</a>, che si trova nelle vicinanze di Basovizza, a soli due passi dalla <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2015/08/la-trattoria-al-pozzo-di-san-lorenzo.html">trattoria Al Pozzo</a>. Si distingue nettamente il sedime della <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2020/06/la-vecchia-ferrovia-da-trieste-ad.html">ferrovia Trieste-Erpelle</a>, ora trasformata in ciclovia.</td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"><br /></div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-88664807067022404322023-08-30T12:18:00.000+02:002023-08-30T12:18:30.710+02:00Le provvidenziali doline dell'arido Carso triestino<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;">Chi non sa cosa sono le doline dell'altipiano carsico? Forse quelli che si fermano solo alle pompe di benzina e manco le riconoscono.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtUIg7S30aZa_Wim7SVeczZ-j7z16IdedcM0cJS4zhj7hepFBuwzA2rUVhbgqBJzhRt0_GecCVmWqulZ2GkY8_f3MvwUBH95GlbuePwDEA05JX3qCu5pa26D2O9amS6wgTzQGYczNWpqHihJX2ePElnlqnhQpZVxmL46Xq7xBNd3VLCZsbgy4txVioRToU/s1200/Doline%20carsiche%20sul%20Carso%20triestino%20Ghezzer%202.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtUIg7S30aZa_Wim7SVeczZ-j7z16IdedcM0cJS4zhj7hepFBuwzA2rUVhbgqBJzhRt0_GecCVmWqulZ2GkY8_f3MvwUBH95GlbuePwDEA05JX3qCu5pa26D2O9amS6wgTzQGYczNWpqHihJX2ePElnlqnhQpZVxmL46Xq7xBNd3VLCZsbgy4txVioRToU/w640-h336/Doline%20carsiche%20sul%20Carso%20triestino%20Ghezzer%202.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Le depressione carsiche chiamate "doline" sono ben visibili in questa mappatura digitale del ciglione carsico a monte di Trieste. L'elaborazione grafica é del fotografo <a href="https://www.fotoagh.it/?fbclid=IwAR3_K5-XLLeKRakbeAQLsKLwTPlh_J6rhzS2GKi6Rx6Q93KXYfDWohkM844" target="_blank">Alessandro Ghezzer</a> su base-dati GIS.</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAQ7qupA8p2an6XjvZb7ZVIMAaiQQi8oCHZbbjEmhr-5DdZc3R-nnJyAYOzqfY2NnW38KlQxgkSSk4QyNXtRQeDGoDcBPqbHOkkpr5x5ZmbkqOqgieQvCqq793t32Yoav5WQP-Gc6TFqg2OASQlLJy6Ge4Z3g7YB0LA68T-qpynNwDHn5_2_3clcuFWPgK/s720/dolina%20del%20principe%20presso%20Aurisina.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="720" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAQ7qupA8p2an6XjvZb7ZVIMAaiQQi8oCHZbbjEmhr-5DdZc3R-nnJyAYOzqfY2NnW38KlQxgkSSk4QyNXtRQeDGoDcBPqbHOkkpr5x5ZmbkqOqgieQvCqq793t32Yoav5WQP-Gc6TFqg2OASQlLJy6Ge4Z3g7YB0LA68T-qpynNwDHn5_2_3clcuFWPgK/w400-h300/dolina%20del%20principe%20presso%20Aurisina.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">La <a href="https://www.ilfriuli.it/viaggi/escursione-il-monte-cocco-e-la-dolina-del-principe/" target="_blank">dolina Del Principe</a> al Monte Cocco, presso <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2021/08/aurisina-il-borgo-del-carso-dal-nome.html">Aurisina</a>.</td></tr></tbody></table><br />Le doline sono quegli "imbuti" che si aprono sui terreni carsici, che spingevano la povera gente del luogo a costruirci la casa sull'orlo. Spesso infatti la superficie in fondo al cono di adduzione di questi "imbuti" risulta coltivabile, perché le acque meteoriche tendono di per sé a muoversi verso questi caditoi naturali.</div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9H2MWQIkV-1nnnzXXq09EwaWex4i0V787JlBMt70sIC2mzHaX0x65hbn9BPfo_s4CF3Hpv8IXg-pbs3_YLK3WlkXsFSTXNGNbIOviQcK3QohSplvOJ-TOA6fPKxbbGDwxruqpCZ_816asHeqG4zFhChZIzMeXZ8lDeZXBXz-aAtN-HRTjR4IHKLSZHwnQ/s1000/Dolina%20Pozzatina-2.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="563" data-original-width="1000" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9H2MWQIkV-1nnnzXXq09EwaWex4i0V787JlBMt70sIC2mzHaX0x65hbn9BPfo_s4CF3Hpv8IXg-pbs3_YLK3WlkXsFSTXNGNbIOviQcK3QohSplvOJ-TOA6fPKxbbGDwxruqpCZ_816asHeqG4zFhChZIzMeXZ8lDeZXBXz-aAtN-HRTjR4IHKLSZHwnQ/w400-h225/Dolina%20Pozzatina-2.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">L'importante Dolina Pozzatina, che si trova <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Dolina_Pozzatina" target="_blank">nel Gargano pugliese</a>, con il<br />fondo interamente coltivato, proprio come avviene sul Carso.</td></tr></tbody></table>👉La dolina é una conca chiusa di aspetto imbutiforme le cui dimensioni possono variare di molto fra loro e con un loro microclima del tutto particolare che porta la temperatura ad abbassarsi man mano che si scende verso il fondo, un fenomeno chiamato "inversione termica", fatto ben noto ai soldati della WW1, che <a href="https://www.riccardoravizza.com/index.php/articoli/prima-guerra-mondiale/126-la-dolina-dei-500" target="_blank">sfruttavano il fondo delle depressioni per conservare gli alimenti</a> o anche per inumarvi i caduti. Le variazioni sono mediamente di 1 °C per ogni</div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc8f9KzBdZE6rH1LksDRxA0yHe9pOa819mGkfuTtic5hlN-VD-3Ii4a4QmXCMJWGa4nlCS7WbmiU7dSIvKEpLfkocdNXUNWq5ak-237Xvto0S0v1zIwpzT_1itZ5K7gao5yEE2BhE56qAW-17zZrjZO6cueGUrIiKF-eis5xRP_KfwfQuahaXoAoBM5jsc/s1796/dolina%20san%20martino%20ospedale.png" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1194" data-original-width="1796" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc8f9KzBdZE6rH1LksDRxA0yHe9pOa819mGkfuTtic5hlN-VD-3Ii4a4QmXCMJWGa4nlCS7WbmiU7dSIvKEpLfkocdNXUNWq5ak-237Xvto0S0v1zIwpzT_1itZ5K7gao5yEE2BhE56qAW-17zZrjZO6cueGUrIiKF-eis5xRP_KfwfQuahaXoAoBM5jsc/w400-h266/dolina%20san%20martino%20ospedale.png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption">L'ospedale militare della dolina di San Martino sul carso, in una rara foto<br />della WW1. Divenne poi <a href="https://www.riccardoravizza.com/index.php/articoli/prima-guerra-mondiale/126-la-dolina-dei-500" target="_blank">cimitero militare "Dolina dei Cinquecento"</a>.</td></tr></tbody></table><span style="text-align: justify;"></span><div style="text-align: justify;"> 14 metri di profondità. Il fenomeno della inversione termica negli avvallamenti nel terreno é <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2011/02/dove-il-termometro-scende-fino-48-c.html" target="_blank">ben noto anche ai montanari</a> del Trentino, dove si raggiungono punte di freddo estremo sull'altipiano di Marcesina e su quello delle Pale di San Martino.</div><div style="text-align: justify;">👉I contadini del Carso ovviamente sapevano che quell'avvallamento avrebbe convogliato le piogge e questo era un fattore decisivo in una zona priva di acque<span><a name='more'></a></span> superficiali com'é il Carso. </div><div style="text-align: justify;">👉Inoltre, essendo di fatto delle depressioni incassate nel profilo del terreno circostante, le doline riparano automaticamente questi "orti di casa" dalle raffiche della bora.</div><div style="text-align: justify;">Il termine deriva dallo sloveno <i>dol</i> (valle) e si formano in un punto nel quale il terreno è particolarmente penetrabile dall'acqua. Proprio da questo punto ha inizio un'azione di erosione che finisce col determinare un rapido abbassamento del livello del suolo immediatamente circostante.</div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-30535604929766961622023-08-18T18:02:00.000+02:002023-08-18T18:02:34.634+02:00Il circolo rionale di Borgomarina a Cantrida<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Una architettura razionalista <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2019/08/cantrida-che-fu-la-periferia.html">a Cantrida</a>, lascito del ventennio fascista.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT63Pv6PM9iTlD22PsERQBJmYTdiC8TOaewvAK1p5uKXkTRuHcNYRzSnWgrtGT0JTV9HZpeaW1r98nnIxAsHOuAW_2V1mNz4g-fOAcEHy8lhUOwv_5mOAK0iJySEU4f1jM4bkoK2Nm9e7kPWhg5LPhmm394ZCjFfEGLqLTTpI6nc-holn6vhAeUh_vFdPa/s1200/circolo%20borgomarina%202.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT63Pv6PM9iTlD22PsERQBJmYTdiC8TOaewvAK1p5uKXkTRuHcNYRzSnWgrtGT0JTV9HZpeaW1r98nnIxAsHOuAW_2V1mNz4g-fOAcEHy8lhUOwv_5mOAK0iJySEU4f1jM4bkoK2Nm9e7kPWhg5LPhmm394ZCjFfEGLqLTTpI6nc-holn6vhAeUh_vFdPa/w640-h336/circolo%20borgomarina%202.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption">L'edificio, nato negli anni Trenta come circolo rionale di Borgomarina, é oggi la sede della comunità di quartiere di Kantrida <a href="http://www.giulianovanews.it/wp-content/uploads/2022/02/Rivista-FIUME-n.-40-ii-sem.-2019-saggio-M.-Micich-prima-parte-1.pdf" target="_blank">intitolata al combattente partigiano Mirko Čurbeg</a>, e si trova (<a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2016/12/lo-stradario-di-fiume-una-bussola-per.html">toponomastica attuale</a>) in via Lovranska 10.</td></tr></tbody></table><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOWrftN4UZGGcUBhuVz4h8himHCue9qM6ut59LLSbdqtJ2uJBvMaTU2O_l-yaYqwKz-eHyr5PbfdQ632YXSMicIJDCzzwkMqOdd6K5lsl3VNYjrNU23iOnVjKnDJ21tIySpO3sbyK-GIelmwJ3Swkr6vOYGUS4C_uo3LMHclbbuq5Lq9nIh6teDtygzHp8/s768/circolo%20borgomarina.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="486" data-original-width="768" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOWrftN4UZGGcUBhuVz4h8himHCue9qM6ut59LLSbdqtJ2uJBvMaTU2O_l-yaYqwKz-eHyr5PbfdQ632YXSMicIJDCzzwkMqOdd6K5lsl3VNYjrNU23iOnVjKnDJ21tIySpO3sbyK-GIelmwJ3Swkr6vOYGUS4C_uo3LMHclbbuq5Lq9nIh6teDtygzHp8/w400-h254/circolo%20borgomarina.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Nel suo aspetto attuale. Oggi come allora, é ancora sede di un circolo ri-<br />creativo di quartiere. "Dom Kulture" ossia Casa della Cultura.</td></tr></tbody></table><br />Alla periferia occidentale di Fiume, oltre il grande cantiere navale ma non ancora alla baia di Volosca, non sono sopravvissute solamente le villette residenziali affacciate sugli <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2018/07/milica-jardasa-la-passeggiata-mare-che.html">scogli di Costabella</a>.</div><div style="text-align: justify;">E' rimasto in piedi anche uno degli interventi "militanti" che il regime creava a livello di singolo quartiere: case del fascio, circoli ricreativi, eccetera....</div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuMFCdWuen8QDRzAVxRQGJ8FUxcWN7CjjbW6S4medD3FVz8BmmcEfhtGVlW4K8bJm6HldS-13fY7NUYyzrBLfM9UDZFBShYkk2V9uSbCFD7wOj0W9NIhZjBO03bLNBFwrwxg1eBTsTPI_YqcxY10rCNtxvtXqWTBeDD-fHciMaDqeaDN2MQIm9na0gNSph/s650/fiume%20borgomarina.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="432" data-original-width="650" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuMFCdWuen8QDRzAVxRQGJ8FUxcWN7CjjbW6S4medD3FVz8BmmcEfhtGVlW4K8bJm6HldS-13fY7NUYyzrBLfM9UDZFBShYkk2V9uSbCFD7wOj0W9NIhZjBO03bLNBFwrwxg1eBTsTPI_YqcxY10rCNtxvtXqWTBeDD-fHciMaDqeaDN2MQIm9na0gNSph/w400-h266/fiume%20borgomarina.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Nel suo aspetto iniziale, quando si chiamava "Casa del Circolo Rionale<br />Fascista" ed aveva una valenza scopertamente politica.</td></tr></tbody></table><span style="color: #6aa84f;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRwXpstqjiLVwQJ5bGS--SVf0tnFjmiDxnshV4Ti9zpOvzJXZfgaxulFSMzgEgRDBSf2MO0EeqFRYsxUwaLGQshvNjBlJCtiQmZIBF3paiLK7fEKMLNGTNBlCoY2lZttfW0iII1Aa3s4I2vqNinAEYvrljDEnYUdKo5JoMm51kjptaQ7svDrSBHQOFagVt/s800/Fiume%20casa%20del%20fascio%20borgomarina.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="498" data-original-width="800" height="249" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRwXpstqjiLVwQJ5bGS--SVf0tnFjmiDxnshV4Ti9zpOvzJXZfgaxulFSMzgEgRDBSf2MO0EeqFRYsxUwaLGQshvNjBlJCtiQmZIBF3paiLK7fEKMLNGTNBlCoY2lZttfW0iII1Aa3s4I2vqNinAEYvrljDEnYUdKo5JoMm51kjptaQ7svDrSBHQOFagVt/w400-h249/Fiume%20casa%20del%20fascio%20borgomarina.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption"><span style="color: #666666;">Qui risulta meglio la iscrizione "circolo rionale fascista Stefano Caifessi".<br />Al legionario dannunziano Stefano Caifessi venne intitolato anche <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2020/04/rifugio-stefano-caifessi-sul-monte.html">un ri-<br />fugio alpino</a> ai piedi del Monte Aquila, ad Est del Carso triestino.</span></td></tr></tbody></table>"A Borgomarina (oggi Cantrida), rione occidentale di Fiume che comprendeva il territorio tra i cantieri navali e la zona residenziale delle ville di Costabella, fu costruito il Circolo rionale Borgomarina (oggi sede della Comunità di quartiere di Cantrida, ubicata in via Laurana). L’edificio, non tanto grande, sebbene dal volume frazionato, dà un’impressione di grande compattezza, grazie soprattutto alle sue dimensioni e al modo nel quale è stato concepito. Sorge sulle scoscese falde di una collina, circondato da piccole case a pianoterra e a un piano, tra le quali si è inserito molto bene. La palazzina è formata da alcuni parallelepipedi di grandezza e altezza diversa, uniti da un semicilindro. Lo schema appare molto semplice mentre, a detta di Rotim Malvić, i locali interni si susseguono l’uno accanto all’altro. Tutta la composizione è dominata dalla torre in rilievo </span><span style="color: #6aa84f;">sul prospetto dell'edifi-</span></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOVGWzsruYoNWgc7501Ca-jiwrHUVd8AsKPNtAK37bYDmLV1NUlLTGeizFsUE-UbBdYbmfbMrzwxw8KqpIfwD3Z3XM0LMkCpXYKkwXmr4mrZyINq7dkka6m4PZ8Whggvb1pZimbLkLh3PDkXdZTRB01ekOk1RGMg22J71llGbNlMkFEbkrp5GYr2YcPRQM/s1030/dom%20kulture%20kantrida.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="775" data-original-width="1030" height="301" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiOVGWzsruYoNWgc7501Ca-jiwrHUVd8AsKPNtAK37bYDmLV1NUlLTGeizFsUE-UbBdYbmfbMrzwxw8KqpIfwD3Z3XM0LMkCpXYKkwXmr4mrZyINq7dkka6m4PZ8Whggvb1pZimbLkLh3PDkXdZTRB01ekOk1RGMg22J71llGbNlMkFEbkrp5GYr2YcPRQM/w400-h301/dom%20kulture%20kantrida.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption">Nel suo aspetto attuale (2023).</td></tr></tbody></table><span style="color: #6aa84f; text-align: justify;"><div style="text-align: justify;">cio, al cui pianoterra è situato l’atrio, mentre gli uffici si trovano al piano superiore. Perugini usava molto spesso la scalinata come elemento importante nel creare l’impressione visiva d’insieme e questa non è da meno: è larga e, intersecandosi ad angolo retto con la strada, porta all’entrata. Davanti all’ingresso semicircolare nell’edificio, però, il progetto prevedeva la costruzione di una doppia gradinata molto<span><a name='more'></a></span> ampia, la quale, a mo’ di anello, avrebbe abbracciato tutti gli ambienti in un unico insieme. Nel sunnominato scritto si legge che, probabilmente, non è stata realizzata per intero a causa dello spazio limitato, cosicché è andata in parte perduta la drammaticità. In questo scenario calcolato, oltre alla scalinata, è importante anche il ruolo della torre all’ingresso: la vetrata al pianoterra, le due generose finestre al primo piano e la larga circonferenza del balcone che cinge e divide verticalmente il corpo della stessa evidenziano la carica drammatica con il simbolo stilizzato del fascismo, che come un timone esce dal balcone e si radica saldamente alla base delle scale.</div></span><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">L’abbondanza di chiarore, spiega ancora l’autrice, non entra nella palazzina soltanto attraverso la vetrata dell’atrio, bensì la sala sita nel parallelepipedo inferiore è illuminata da tre grandi finestre collegate, mentre il passaggio della luce è consentito anche dalle porte in vetro, poste su tutte le entrate. I simboli molto stilizzati dell’ideologia di regime si osservano anche sul pavimento dell’androne: tre strisce, di cui quella centrale è molto più larga, conducono fino al piedistallo sul quale si trovava il busto di Mussolini, un ritratto dalle linee esageratamente marcate realizzato dal noto pittore Romolo Venucci e, sulla parete dietro allo stesso, se ne trovava un altro in bassorilievo. Perugini incluse nei lavori anche i migliori artisti, artigiani e decoratori fiumani: l’impresa Mareschi per quelli in muratura, la Stanflin per i mobili, la Dorchich per le verniciature, il noto pittore fiumano Ladislao de Gauss per la tinteggiatura del muro più grande e rappresentativo della sala e molti altri. In quanto si trattava del Circolo, che in ogni rione era anche una specie di casa sociale (sebbene il suo ruolo principale fosse quello di propagare lo spirito dell’ideologia fascista dominante), tutto doveva essere della massima qualità. Dopo la guerra, la palazzina è diventata, con alcune piccole modifiche (è stato tolto il busto di Mussolini e riverniciato l’affresco di de Gauss), prima sede della Comunità locale di Cantrida e, in seguito, di quella di quartiere."</span> (Melita Sciucca, in <a href="https://lavoce.hr/cronaca/cronaca-fiumana/angoli-cittadini-il-circolo-rionale-borgomarina-un-concentrato-di-bellezza" target="_blank">"La Voce del Popolo"</a> del 3 luglio 2023)</div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-79302200355293159132023-08-04T11:31:00.004+02:002023-08-17T16:58:38.341+02:00Sulle isole asciutte, dove ogni singola casa aveva la sua cisterna per la raccolta dell'acqua piovana<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: georgia; font-size: large;"><b>Senza acqua dolce e in mezzo all'acqua di mare si sopravviveva solo grazie alle cisterne capaci di conservare le piogge tenendole sotto terra. La piccola <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2018/12/la-cisterna-per-lacqua-di-casa.html">cisterna di casa</a> e i più grandi <i><a href="https://tz-milna.hr/bellezze-nascoste/?lang=it">pjoveri</a></i> (i "piovitoi" pubblici).</b></span></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9e8BBKDD9NN9ib0VoK7oTOTfPkU6_K_BUSGfWTdTrNIrA5TC53Qq3ZN0iYZm3t9vfsVgLomQ77oBcwMhgXgMdV_x68SkyuBEyo1hzt4IXh9yproNJgByiak6Pi72h0mWL_OIVrKrVBxpKgEKDIIj1drMYtqmezTNddu1naIRL-5FI-Cr766tI-veePj4D/s1200/cisterna%20lubenice%202.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9e8BBKDD9NN9ib0VoK7oTOTfPkU6_K_BUSGfWTdTrNIrA5TC53Qq3ZN0iYZm3t9vfsVgLomQ77oBcwMhgXgMdV_x68SkyuBEyo1hzt4IXh9yproNJgByiak6Pi72h0mWL_OIVrKrVBxpKgEKDIIj1drMYtqmezTNddu1naIRL-5FI-Cr766tI-veePj4D/w640-h336/cisterna%20lubenice%202.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Una <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2012/06/lubenice-picco-sul-mare.html">cisterna di casa a Lubenizze</a>/Lubenice, sull'isola di Cherso/Cres, con il pozzo di prelievo.</td></tr></tbody></table><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi40rpuzTXccEQeHAPABrl8011xrUENKjpDgyA3bKjplFNzofgPrp2-lUpdQE9-29XwfS7NoWIsSvNRq1PjWQjDGqkrAssjvT5qHlojGgEttu4m00vYcIl89WaxdDOsX3u8AsgcI2zEG40e5tUhuT1U-aTekthk2zrpOBh1BL0bx6wQ00Ej-rSnGfnWCIiK/s4000/cisterna%20osor.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2672" data-original-width="4000" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi40rpuzTXccEQeHAPABrl8011xrUENKjpDgyA3bKjplFNzofgPrp2-lUpdQE9-29XwfS7NoWIsSvNRq1PjWQjDGqkrAssjvT5qHlojGgEttu4m00vYcIl89WaxdDOsX3u8AsgcI2zEG40e5tUhuT1U-aTekthk2zrpOBh1BL0bx6wQ00Ej-rSnGfnWCIiK/w400-h268/cisterna%20osor.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">La <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2012/06/la-piccola-osor-crocevia-di-culture.html">cisterna comunitaria nella piazza di Ossero</a>/Osor (isola di Cherso).</td></tr></tbody></table>Altro che dissalatori! Saranno nate prima le cisterne dei borghi contadini di queste secche isole di pecorai o saranno nate prima le vere da pozzo, con le loro sottostanti cisterne, che popolano i campielli della serenissima repubblica?</div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgahqtvbn3Mk-Wwa-oh9UC2-smyQrPLgC7oemOtQo6F61yyQEML4pBpVNmEXxk6iRXXDa6Lg9SkpSxE3ZcY6wzPVMqlo7NbahOKcfr6opZb-hBj6ah9K1h6zV83qJgXiNUb1EMTxBLvEUe3u70EQEP6P13G0_pGEEPENAJYbDCG7kMLep2oBc9-FQ-sbSl2/s960/cisterna%20grmov.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="960" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgahqtvbn3Mk-Wwa-oh9UC2-smyQrPLgC7oemOtQo6F61yyQEML4pBpVNmEXxk6iRXXDa6Lg9SkpSxE3ZcY6wzPVMqlo7NbahOKcfr6opZb-hBj6ah9K1h6zV83qJgXiNUb1EMTxBLvEUe3u70EQEP6P13G0_pGEEPENAJYbDCG7kMLep2oBc9-FQ-sbSl2/w400-h300/cisterna%20grmov.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Cisterna pubblica nel minuscolo insediamento di Grmov, sempre a Cres.</td></tr></tbody></table>👉Nessuna isola quarnerina ha una sua fonte di acqua dolce (a parte Cherso, con il suo inspiegabile <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2016/12/i-pesci-dacqua-dolce-dellisola-di-cherso.html">Lago di Vrana</a>). E infatti non ci sono fiumi sulle isole del Litorale. Proprio per questo, nel passato, prima dell'era degli acquedotti industriali, l'approvvigionamento idrico era la preoccupazione più importante della gente isolana. Ogni casa aveva la sua propria cisterna, che veniva alimentata con l'acqua piovana che cadeva sul tetto di casa. Era l'inverno che alimentava l'estate.</div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTqJnal6JxAM8MQx0CFPPMhEk12-i0aeSNj7Jh-JfcoshJnzHmzfEItYsNro9qeiNf9TvsVxPd9NrBdezBT9ZeHmbwJMesjMNBuBGnlg2jx9t6QxtsE0azQF2MKeRcXZb6iMz6UqjypjB2V1wIVBamj-NMVsZ25JyFUCF1LtgEUJgInbRodERlnee9VH9t/s3800/cisterna%20vidovici.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2533" data-original-width="3800" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTqJnal6JxAM8MQx0CFPPMhEk12-i0aeSNj7Jh-JfcoshJnzHmzfEItYsNro9qeiNf9TvsVxPd9NrBdezBT9ZeHmbwJMesjMNBuBGnlg2jx9t6QxtsE0azQF2MKeRcXZb6iMz6UqjypjB2V1wIVBamj-NMVsZ25JyFUCF1LtgEUJgInbRodERlnee9VH9t/w400-h266/cisterna%20vidovici.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">La <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2012/02/passano-gli-anni-vidovici.html">cisterna pubblica a Vidovici</a>, sull'isola di Cherso/Cres.</td></tr></tbody></table>👉Poi, c'erano cosiddetti "pjoveri", custoditi delle autorità locali. Il termine veneto "piover" deriva dalla parola piove, pioggia. Il termine non esiste in lingua italiano. <i>Gustirna </i>è il termine con cui viene denominato l’intero sistema grazie al quale la pioggia viene diretta nella vasca di accumulo di acqua piovana. <i>Pjover</i>, invece, è il termine con cui si indica la superficie sopra la <i>gustirna </i>dalla quale l’acqua scorre verso la vasca di accumulo.</div><div style="text-align: justify;">👉La struttura è composta da un serbatoio sotterraneo e una superficie ad impluvio fatta di cemento, che nel passato più lontano era anche senza cemento, con sole lastre di pietra ben posate. L'acqua scorre verso il serbatoio attraverso la superficie e cade nella cisterna sottostante, oppure arriva alla cisterna da canalette sotterranee alimentate dai tetti circonvicini.</div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbaGbMtapqci6QE1lZ4Sh0PyUf_uYxH9dyotOTUv0dbXBjega9opRGfe8tM31JtH-RFbnZOKY0WL3p0ox_bNp92OXeN4QO4fDEkPjK63rrwLseRzRQd4VuU_Dj_ClV3E3KYM6-5zkYnHqeRSsOPKZgSLjwKKWCVtITCwZhxuzzmFmzp-CPBAu9FO956okI/s1200/cisterna%20coni%20zugna.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbaGbMtapqci6QE1lZ4Sh0PyUf_uYxH9dyotOTUv0dbXBjega9opRGfe8tM31JtH-RFbnZOKY0WL3p0ox_bNp92OXeN4QO4fDEkPjK63rrwLseRzRQd4VuU_Dj_ClV3E3KYM6-5zkYnHqeRSsOPKZgSLjwKKWCVtITCwZhxuzzmFmzp-CPBAu9FO956okI/w640-h336/cisterna%20coni%20zugna.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Le <i>pjovere</i> dei paesini delle isole mi fanno tornare in mente l'invaso lastricato in pietra che alimentava la cisterna d'acqua destinata alle truppe sul monte <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2020/01/sul-monte-zugna-dal-rifugio-che-ha-il.html" target="_blank">Coni Zugna sopra Rovereto</a>, durante la WW1 (qui sopra) e, più in generale, la gestione dell'acqua bene comune nelle comunità rurali di montagna, con le loro <a href="https://cipputi-antichimestieri.blogspot.com/2018/11/il-lavatoio-ad-acqua-corrente.html" target="_blank">fontane e lavatoi pubblici</a>.</td></tr></tbody></table><br /></div><br />Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-10613599711506738682023-07-22T10:56:00.000+02:002023-07-22T10:56:33.596+02:00Sgranocchiando uno sgombro a 5 nodi, a Lussino<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Dalle rive di Lussinpiccolo (Mali Losini) all'<a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2019/07/sansego-lisola-delle-canne-e-delle.html">isoletta di Sansego/Susak</a>.</span></b></div><div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgccf3cIiG5YN9r6BTVxiIudwGvMI73Ij6ltOevl9Tj-pTlyT8QPhrq3-GZEIPR4y37FK1c6Rp7uhkLOnXRk095CxfbfEJXK1FIh8iUjQm9SRYJ3e26TgJb0kQAWncsSLW5y2HIMCwNtvMO3adqvH_W2wchd1_iqzvpbS87qoTm99DWhw0yFQe3pmKv4kUK/s1200/sgombro%20e%20crauti.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgccf3cIiG5YN9r6BTVxiIudwGvMI73Ij6ltOevl9Tj-pTlyT8QPhrq3-GZEIPR4y37FK1c6Rp7uhkLOnXRk095CxfbfEJXK1FIh8iUjQm9SRYJ3e26TgJb0kQAWncsSLW5y2HIMCwNtvMO3adqvH_W2wchd1_iqzvpbS87qoTm99DWhw0yFQe3pmKv4kUK/w640-h336/sgombro%20e%20crauti.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Gli sgombri "<a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2016/08/la-gradela-della-riviera-e-delle-isole.html">ala gradèla</a>" con i crauti freschi (il <a href="https://cipputi-antichimestieri.blogspot.com/2014/02/la-slitta-da-crauti.html" target="_blank">cavolo cappuccio</a>). Con una <a href="https://cipputiblog.blogspot.com/2023/05/una-salsetta-daglio-e-olio-che-si.html" target="_blank">salsetta di olio e aglio</a>, e niente altro.</td></tr></tbody></table><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBxfa7Q7ElgQC6MCK47LdFnbUxole9RqtQrVfL00K1k__4uFqFO2hLWY0Wx4HHuwpmOPy_aTo1IgAcCkJtaFX5I18JRNM8IiWZnePlaCeP_eV3k6bzt9M_YWa1yN9fH4gQdAm_-nUmMPaI_agY4aGys11Ktw8Fv6rnrnP7aHJS0Pd21G_-DGlmCFcsKY9t/s577/sansego%20bn2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="413" data-original-width="577" height="286" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBxfa7Q7ElgQC6MCK47LdFnbUxole9RqtQrVfL00K1k__4uFqFO2hLWY0Wx4HHuwpmOPy_aTo1IgAcCkJtaFX5I18JRNM8IiWZnePlaCeP_eV3k6bzt9M_YWa1yN9fH4gQdAm_-nUmMPaI_agY4aGys11Ktw8Fv6rnrnP7aHJS0Pd21G_-DGlmCFcsKY9t/w400-h286/sansego%20bn2.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">In passato 280 ettari dei 350 ettari totali dell'isola erano vigneti e quasi<br />la metà della superficie era coltivata a <i>Sansigot</i>, chiamato anche <i>Suščan</i>,<br />un <a href="https://total-croatia-news.com/wine/grapes/the-grapes-of-croatia-sansigot-2/" target="_blank">vitigno a bacca rossa autoctono di quest'isoletta</a> sabbiosa. Gli abitanti<br />sono suddivisi fra i due nuclei, quello alto e quello del porto.</td></tr></tbody></table><br />C'é ancora molta semplicità sull'isola "delle canne", l'unica isola di sabbia del Quarnaro; forse é dovuta anche alla forte emigrazione dei decenni scorsi nonché alla scelta, fatta da molti, di spostarsi nei centri maggiori di Cherso-Lussino o anche nelle città della costa.</div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9svreEt-WN-Uh36f_6XduiM9Pco7H9pZkGJzQ1Uwcui9KwqisXQhKCbdK44mf6B3Vit8n1n9dS6TwAiPdx5USwFeAvnw7aiN5UxpTRgGKqCt-YqmLZ3nSduvtXfZylhn0s7nxghRsbmnZY_j-2SJbu3LYNl-rKV_8bmcXLwgS_ik8ERQ73v5F22yHSexE/s4000/sansego%20bn2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2672" data-original-width="4000" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9svreEt-WN-Uh36f_6XduiM9Pco7H9pZkGJzQ1Uwcui9KwqisXQhKCbdK44mf6B3Vit8n1n9dS6TwAiPdx5USwFeAvnw7aiN5UxpTRgGKqCt-YqmLZ3nSduvtXfZylhn0s7nxghRsbmnZY_j-2SJbu3LYNl-rKV_8bmcXLwgS_ik8ERQ73v5F22yHSexE/w400-h268/sansego%20bn2.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">In avvicinamento a Sansego/Susak. Nel riquadro i resti della "vinaccera",<br />com'era chiamato lo stabilimento in cui venivano lavorate le uve.</td></tr></tbody></table>👉A parte le scarse corse del traghetto e dell'aliscafo pubblico, bisogna sapersi arrangiare per organizzarsi il viaggio, l'arrivo e l'esplorazione di questa piccola isola.</div><div style="text-align: justify;">👉Prima in barca e poi a piedi, e scordatevi l'auto: qui non se ne sente il bisogno e comunque <a href="https://www.croaziainfo.it/vacanza-susak.html" target="_blank">non potete portarcela</a>. Per il viaggio mi sono arrangiato chiedendo informazioni ai "taxisti acquatici" del porto di Lussinpiccolo.</div></div><div style="text-align: justify;">Volendo ci si può anche fermare a dormire in una "soba". E insomma: l’isola è molto silenziosa e tranquilla e dunque segue i suoi propri ritmi, per noi arrivarci è quasi un problema (però risolvibile).</div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnor45YE9k5zHsnPc1dXc-lPhdUcQqm9xCo2HUVu1K0gdzHV3LYVSiRnj3jhea5V-KxG_xyTsYhuYfJ13ckQT42LCgRH8gAGkk6uSaGatSJhLs74U1wPi_UtvMtOTV8vKp5ILw-HYxjDq5lB1EPwbVuUxSROUJqaQuPr-wJJB2VFnRHK8T5KmDlJ3jQ3u7/s5583/P1270888bis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2557" data-original-width="5583" height="294" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnor45YE9k5zHsnPc1dXc-lPhdUcQqm9xCo2HUVu1K0gdzHV3LYVSiRnj3jhea5V-KxG_xyTsYhuYfJ13ckQT42LCgRH8gAGkk6uSaGatSJhLs74U1wPi_UtvMtOTV8vKp5ILw-HYxjDq5lB1EPwbVuUxSROUJqaQuPr-wJJB2VFnRHK8T5KmDlJ3jQ3u7/w640-h294/P1270888bis.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">"D’estate i bagnanti vengono portati sull’isola di Sansego, dove trovano «capanne, tende di lino (per ripararsi dal sole), poltroncine da spiaggia in vimini, comode sedie da riposo e cabine da bagno»</span> (Magno, Alessandro Marzo, <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2020/09/il-leone-di-lissa.html">"Il leone di Lissa (Italian Edition)"</a>, VandA edizioni, Edizione del Kindle).</td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"><br /></div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-26460654577206339372023-07-04T18:19:00.001+02:002023-07-20T10:49:30.936+02:00Con il treno da Fiume a Trieste? A San Pietro del Carso/Pivka si cambia! Ed é così fin dal 1873.<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">I due porti asburgici di Fiume (Ungheria) e Trieste (Austria) non sono mai stati collegati via terra da una linea ferroviaria pensata per unirli.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihBw4kRfvTHrm05fOPdHQTdhHG2I-U3c_ndv7GeG5EyOYgdV10psXjvJ_VPjb7_v-HgvGq47lY7DDDWlehzyV2JrVzaPfmARCZyAXMmCBbFj99xHk-_P8dazlb27RR_nMgGa4nbFx1ucM5AUemsKhMb_w_b8lqiMO1BAwIepDCm0Qc90SjYLnD7aEenQ/s2400/locomotiva%20slovena%20jz28006%20a%20divaca.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1260" data-original-width="2400" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihBw4kRfvTHrm05fOPdHQTdhHG2I-U3c_ndv7GeG5EyOYgdV10psXjvJ_VPjb7_v-HgvGq47lY7DDDWlehzyV2JrVzaPfmARCZyAXMmCBbFj99xHk-_P8dazlb27RR_nMgGa4nbFx1ucM5AUemsKhMb_w_b8lqiMO1BAwIepDCm0Qc90SjYLnD7aEenQ/w640-h336/locomotiva%20slovena%20jz28006%20a%20divaca.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">La vaporiera jz28006 fotografata alla stazione di Divaccia/Divaca, lungo la <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Meridionale" target="_blank">Ferrovia Meridiona</a>le che collegava Vienna a Trieste. Alla stazione di Divaccia faceva capo la <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Istriana" target="_blank">Ferrovia Istriana</a> che risaliva l'Istria da Pola, mentre alla stazione di Pivka/San Pietro del Carso faceva capo la bretella proveniente da Fiume/Rijeka, che fu aperta nel 1873.</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgECDsJL5ok1JlFHOui2rgjZLoQi8qJPebzhNRseBVDPv_Lk7P2cKu-VbVDlKJPnPflf911dA7gxUs_Sy08Qvx3rWyxYgsThP81zZK1RM7Cpgdu4eF4FN9zOo8xfaxY8wMYf-gqDtGjt7y6YCSPWjNaO5wH6KHfDAKbvRKEa76-E62Y0QzJkxN0kqlHQw/s1024/Map_Pivka%E2%80%93Rijeka_railway.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="914" data-original-width="1024" height="358" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgECDsJL5ok1JlFHOui2rgjZLoQi8qJPebzhNRseBVDPv_Lk7P2cKu-VbVDlKJPnPflf911dA7gxUs_Sy08Qvx3rWyxYgsThP81zZK1RM7Cpgdu4eF4FN9zOo8xfaxY8wMYf-gqDtGjt7y6YCSPWjNaO5wH6KHfDAKbvRKEa76-E62Y0QzJkxN0kqlHQw/w400-h358/Map_Pivka%E2%80%93Rijeka_railway.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">La bretella Fiume-San Pietro del carso, aperta nel 1873, si innestava sulla<br />importante "ferrovia meridionale" alla stazione di Pivka/San Pietro del<br />Carso. Poco oltre, alla stazione di Divaccia, confluiva anche la "Ferrovia<br />Istriana" che risaliva da Pola dopo aver raccolto a Erpele/Kozina i convo-<br />gli della <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2020/06/la-vecchia-ferrovia-da-trieste-ad.html" style="text-align: justify;">ferrovia della Val Rosandra</a><span style="text-align: justify;"> che arrivava direttamente da Trieste.</span></td></tr></tbody></table>Il collegamento su ferro arrivò solo nel 1873 tramite una bretella realizzata tra Fiume e la stazione di Pivka/San Pietro in Carso, che si trovava lungo la grande Südbahn/Ferrovia Meridionale, attivata già nel 1858 per collegare Vienna con Trieste via Graz-Lubiana. Il suo tratto da Lubiana a Trieste, realizzato per ultimo, era anche noto col nome di Ferrovia del Carso.</div><div><div style="text-align: justify;">👉La <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_San_Pietro_del_Carso-Fiume" target="_blank">bretella San Pietro in Carso-Fiume</a> venne dunque realizzata piuttosto tardi, la tratta venne inaugurata infatti nel 1873. Una linea a binario unico che si diramava dalla Südbahn alla stazione di San Pietro del Carso/Pivka e scendeva a Fiume.<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcayPQVZm7Oq06r9JQNM92QqkFkZV2hyoShQ0avxPvPeNM2hT_-mak_7g9WfWBNVQcrS1ETkP0BoqhCbrVSuK3FGlc7yz2QROrF0_TCrIX5ihYECQxGmmYWUtRGuucziC3s2B4vkMG58TVoy-Ctg52tK37sY5lpacApiyj4O2hqaIDp6dBxmCZGsyhRg/s597/orario%20fiume%20trieste%201946.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="453" data-original-width="597" height="486" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcayPQVZm7Oq06r9JQNM92QqkFkZV2hyoShQ0avxPvPeNM2hT_-mak_7g9WfWBNVQcrS1ETkP0BoqhCbrVSuK3FGlc7yz2QROrF0_TCrIX5ihYECQxGmmYWUtRGuucziC3s2B4vkMG58TVoy-Ctg52tK37sY5lpacApiyj4O2hqaIDp6dBxmCZGsyhRg/w640-h486/orario%20fiume%20trieste%201946.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Un orario del 1946, post W2 quindi, in cui sono ben evidenti le confluenze e anche i cambi necessari. La stazione di Mattuglie continua a risultare come terminale della <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2017/01/il-tram-di-abbazia-che-si-spingeva-fino.html">tramvia per Abbazia e Laurana</a>, chiusa già nel lontano 1933.</td></tr></tbody></table><br /></div></div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-55501087403640235512023-05-24T19:37:00.003+02:002023-05-25T10:32:40.891+02:00Il "Circuito del Carnaro", una gara autarchica<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Fu una competizione automobilistica che si disputò una sola volta, una gara in cui concorrenti e auto erano tutti e solo italiani.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijyaHkJyMhoexmyeU8pCdn4oe0sjuSxRae777oQcrrFlpssRBGTyek2Zn_l70z6j8u_B-cuEn039Ju6LufoPC_T9aQ_zHwv5Iz_TW4flkot6Kn4GMtO6BQlCuGlpNT32PetFjH-ZefoJ83wVnGiVYpEjgQ-6Yy2eDVIjt3qaAPxM0vACCa1NWI9yN6iA/s1200/circuito%20del%20carnaro.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijyaHkJyMhoexmyeU8pCdn4oe0sjuSxRae777oQcrrFlpssRBGTyek2Zn_l70z6j8u_B-cuEn039Ju6LufoPC_T9aQ_zHwv5Iz_TW4flkot6Kn4GMtO6BQlCuGlpNT32PetFjH-ZefoJ83wVnGiVYpEjgQ-6Yy2eDVIjt3qaAPxM0vACCa1NWI9yN6iA/w640-h336/circuito%20del%20carnaro.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;"><span style="text-align: justify;">Questa anomala gara automobilistica era stata fortissimamente voluta da Mussolini come risposta propagandistica alla grande competizione internazionale che in quegli anni si disputava in Francia: il celebre "<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Gran_Premio_di_Francia#:~:text=Il%20Gran%20Premio%20di%20Francia,causa%20del%20disastroso%20incidente%20alla" target="_blank">Grand Prix</a>". </span>Fu una gara di auto Maserati con piloti italiani che fu pensata e svolta <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Circuito_del_Carnaro" style="text-align: justify;" target="_blank">all'insegna dell'autarchìa</a><span style="text-align: justify;"> più totale.</span></td></tr></tbody></table><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheWJdR67cHcnrVbXuaZt83wK6LwrzY6Gg4_vMsQ9tYaS3KqLyg7Ebcw5kzbG3mAVd6JRkybIw_-w_jzbFvfPyTERR7ReGXsRCEbz1GRJNTmMtniGFaB9C4t6krywz9HxOx-obDjU2UB71yjYjiqxlkCSHve9mBp3XFuYwWI4Vf6F8rxOwoHyVCv0Tpng/s750/circuito%20del%20carnaro%20mappa.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="481" data-original-width="750" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheWJdR67cHcnrVbXuaZt83wK6LwrzY6Gg4_vMsQ9tYaS3KqLyg7Ebcw5kzbG3mAVd6JRkybIw_-w_jzbFvfPyTERR7ReGXsRCEbz1GRJNTmMtniGFaB9C4t6krywz9HxOx-obDjU2UB71yjYjiqxlkCSHve9mBp3XFuYwWI4Vf6F8rxOwoHyVCv0Tpng/w400-h256/circuito%20del%20carnaro%20mappa.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption">Il tracciato del Circuito del Carnaro completo di profilo altimetrico.</td></tr></tbody></table><br /><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHRbZpUhmvgYFeclKbjUgTtsl8ZOEl98TS2NMa6pvjr62XTf0VaIPNVmhFMIu-8R7Sl6FzDcdzx7Q2CHPbVfbmkIJCHAnaRYKdTG8ICywFQzJVzE91Vbqf09CI0sIm1RUmCVxM-Ail3gsodjaxD_f8luNnjaaN1RQa-q9OJGbF3R28eII5BPV_v1LvtA/s960/abbazia%20circuito%20del%20carnaro.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="686" height="555" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHRbZpUhmvgYFeclKbjUgTtsl8ZOEl98TS2NMa6pvjr62XTf0VaIPNVmhFMIu-8R7Sl6FzDcdzx7Q2CHPbVfbmkIJCHAnaRYKdTG8ICywFQzJVzE91Vbqf09CI0sIm1RUmCVxM-Ail3gsodjaxD_f8luNnjaaN1RQa-q9OJGbF3R28eII5BPV_v1LvtA/w397-h555/abbazia%20circuito%20del%20carnaro.jpg" width="397" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Il Manifesto celebrativo dell'illustratore Michele Ortino, che per eleganza<br />spicca di fronte alll'imbarazzante pochezza dell'evento automobilistico.</td></tr></tbody></table></div><div style="text-align: justify;">Il primo (ed unico) Circuito del Carnaro venne quindi disputato per assegnare la "coppa Mussolini" il 9 luglio 1939, e fu valido per i Campionati italiani di velocità - classe 1500 centimetri cubi. La gara fu svolta sulla strada panoramica tra Abbazia e Fiume, su un percorso di 6 chilometri ripetuto 25 volte per un totale di 150 chilometri di corsa.</div><div style="text-align: justify;">👉Il <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Circuito_di_Abbazia" target="_blank">percorso ad anello</a> andava da Cantrida al bivio per Abbazia, saliva a Mattuglie per ridiscendere a Fiume. Si sviluppava su strade normalmente aperte al traffico veicolare e per buona parte era su una strada litoranea (proprio su quest'ultima erano situati <a href="https://www.turistickeprice.hr/it/preluk-una-pista-leggendaria-iscritta-nella-storia-degli-sport-motoristici-in-Croazia-e-nel-mondo/" target="_blank">la linea del traguardo ed i box</a>). Presentava 14 curve equamente divise tra sinistra e destra e veniva percorso in senso orario.</div><div style="text-align: justify;">👉L'attuale "Rijeka Tourist Board" ne propone una <a href="https://visitrijeka.hr/it/vidi-i-dozivi/atrakcije/lista-atrakcija/64047/" target="_blank">ricostruzione reticente e abborracciata</a>: la definisce <span style="color: #6aa84f;">"gara automobilistica, a cui parteciparono i migliori automobilisti dell'epoca, la Formula 1 di allora"</span>. Altro che migliori automobilisti dell'epoca: Mussolini volle questa pseudo-gara ad Abbazia nello stesso giorno del Grand Prix francese, perché aveva vietato alle squadre italiane di competere in Francia.</div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-19695560827556270882023-05-02T16:43:00.005+02:002023-07-13T11:27:37.528+02:00Oggi verrebbe considerato un ecomostro, eppure all'epoca veniva molto stimato in quanto progetto sociale ispirato dalle teorie di Le Corbusier<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Il brutalista "quadrilatero di Melara" a Trieste, un pugno negli occhi che chi si avvicina al golfo non può fingere di non vedere. E' lì dal 1982.</span></b></div><div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhovOGLmj_tbIJdR4XaL-I4OUUgil25_pXpZ4pZjj5naIj7iZvu_GuwzBJ8oiSAD1kEhwYMb5AZE5AJNtZUdWTFarI-ZZA6fQdWmYoYRbOcPWCHl4ocWNreeY2pRgQLejYpvzmttTVBvj7ETUkN60F5-stLbEGivDLG1Z-XkW4yn_ehFLgWIv7O8U_2Qg/s1514/melara%20a%20trieste.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="844" data-original-width="1514" height="356" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhovOGLmj_tbIJdR4XaL-I4OUUgil25_pXpZ4pZjj5naIj7iZvu_GuwzBJ8oiSAD1kEhwYMb5AZE5AJNtZUdWTFarI-ZZA6fQdWmYoYRbOcPWCHl4ocWNreeY2pRgQLejYpvzmttTVBvj7ETUkN60F5-stLbEGivDLG1Z-XkW4yn_ehFLgWIv7O8U_2Qg/w640-h356/melara%20a%20trieste.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Architettura sociale brutalista: come a "<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Vele_di_Scampia" target="_blank">Le Vele</a>" di Napoli-Scampia oppure al chilometro di cemento del "<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Corviale" target="_blank">Corviale</a>" a Roma. Per quanto ne so "<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Madonna_Bianca_(Trento)" target="_blank">Le Torri</a>" di Trento-Villazzano restano fra i pochi esempi che non sputtanarono il maestro.</td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje9pKvXsi7lUsumpZXdvGdoQMPnk55ip6Ew_h-lRqGWoXxEPjPqna3Q8SKdyIRXSbK5qk4AQv9wszx8eooaK0STeX6uqhsqIFy2KjTxNJobtZPntqanpyGmY6QYcn7Apc4qYYW6yi5EAZRsQJGYM9vD-tgLw6452T6AGszlTOCswy5wUqe3DhcD_MQ0g/s1307/trieste%20melara%202.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="863" data-original-width="1307" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje9pKvXsi7lUsumpZXdvGdoQMPnk55ip6Ew_h-lRqGWoXxEPjPqna3Q8SKdyIRXSbK5qk4AQv9wszx8eooaK0STeX6uqhsqIFy2KjTxNJobtZPntqanpyGmY6QYcn7Apc4qYYW6yi5EAZRsQJGYM9vD-tgLw6452T6AGszlTOCswy5wUqe3DhcD_MQ0g/w400-h264/trieste%20melara%202.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">La corte interna e le ragioni di chi ci abita. <span style="color: #6aa84f; text-align: justify;">"Mi ghe abito e x quanto si ...<br />xe brutto da veder ...no cambiassi con un appartamento in città.... go u-<br />na vista spettacolare... aria bona .. appartamento grande....tanto verde in-<br />torno e un giardino interno con arena x spettacoli ke tanti se lo scorda....<br />Una Microarea ke funziona benissimo x gli anziani del rione... e tante at-<br />tività....oltre che esser teatro de fiction...film... e video musicali...."</span><span style="text-align: justify;">.</span><div style="text-align: justify;"><br /></div></td></tr></tbody></table>Il quadrilatero di Melara è stato progettato da un nutrito gruppo di professionisti triestini selezionato dall'Ordine degli Architetti e degli Ingegneri, coordinati da Carlo Celli dello studio Celli di Trieste e costruito tra il 1969 e il 1982 sotto le teorie socio-architettoniche di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Le_Corbusier" target="_blank">Le Corbusier</a>.</div><div style="text-align: justify;">👉Il complesso è formato da due corpi di fabbrica a L alti dai sette ai quindici piani, per un volume di 267.000 metri cubi su una superficie di 89.000 metri quadri e conta<span><a name='more'></a></span> 648 appartamenti, da 45 a 100 metri quadrati, per circa 2.500 residenti.</div><div style="text-align: justify;">👉I due edifici a L sono posti in comunicazione attraverso percorsi coperti che formano al centro una grande crociera, luogo di incontro. Nell'intento progettuale l'idea era quella di creare una sorta di "villaggio indipendente" fornito di tutti i bisogni primari (negozi, scuole, ecc.). Le chiavi dei primi appartamenti furono consegnate tra il 1979 e il 1981 soprattutto a coppie giovani.</div></div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-45743887960103137542023-04-17T10:52:00.000+02:002023-04-17T10:52:17.319+02:00I ciclomotori Tomos dalla autogestione jugoslava al post-comunismo liberista (una fine poco epica)<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">I motorini Tomos della Jugoslavija di Tito sapevano sopravvivere alle peggiori strade balcaniche, dove servivano polso fermo e robustezza.</span></b></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpzK17HvNbbFofNB9nucUg74kz9WXB2koHl0XRTJB3Pn0BfBT-mdq-UnOAb8WDH3Qf7zsvfRhlnNZ0aUjnkl6HPP0EP9oHaMT4YGYoJK-zCCSpXLfDiBKssgEkJ6vNogfzQF8PWJTWiAT1qmi8kKXKJRAsQDGlRrwlUcbH-zpXSsZHmjHA66d9AvR7Nw/s1600/colibri%201961.JPG" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1070" data-original-width="1600" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpzK17HvNbbFofNB9nucUg74kz9WXB2koHl0XRTJB3Pn0BfBT-mdq-UnOAb8WDH3Qf7zsvfRhlnNZ0aUjnkl6HPP0EP9oHaMT4YGYoJK-zCCSpXLfDiBKssgEkJ6vNogfzQF8PWJTWiAT1qmi8kKXKJRAsQDGlRrwlUcbH-zpXSsZHmjHA66d9AvR7Nw/w400-h268/colibri%201961.JPG" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div style="text-align: left;">Un Tomos Colibrì del 1961, prodotto nel pieno della economia autogestio-</div><div style="text-align: left;">naria di Tito e Kardelj, cui fecero seguito <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2020/06/tomos-apn6-il-leggendario-ciclomotore.html" target="_blank">i "tuboni" in stile europeo</a>.</div></td></tr></tbody></table><span style="text-align: justify;"></span><div style="text-align: justify;">Erano prodotti in Jugoslavia ed erano molto più aderenti allo stile ciclomotoristico tedesco o austriaco (Sachs e Puch per esempio) che non a quello italiano.</div><div style="text-align: justify;">👉Rispetto al nostro Piaggio Ciao poteva vantare una sospensione posteriore nonché quella anteriore con forcella telescopica anzichè a "biscottino", nonchè un cambio a 2 marce automatiche anzichè monomarcia.</div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwdWS1cfkj6dw44jJ-yPExqrA7LE_MrTqGcIg3I0IHFOYsxB8Vl8zFVIBvWS1urCEt0S1s0cOmYrPAsRw1ebpqxTod4bo2LyDFLPyTx8SLyxg8A4Ij7VhFD3YdPd6FuntO1UNIJVNOcDsiHDQvuIBMkl7CX5bZyVu6Lkp9y-naYCvLMyc31afPRusFKQ/s1240/ciclomotore%20tomos.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="696" data-original-width="1240" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwdWS1cfkj6dw44jJ-yPExqrA7LE_MrTqGcIg3I0IHFOYsxB8Vl8zFVIBvWS1urCEt0S1s0cOmYrPAsRw1ebpqxTod4bo2LyDFLPyTx8SLyxg8A4Ij7VhFD3YdPd6FuntO1UNIJVNOcDsiHDQvuIBMkl7CX5bZyVu6Lkp9y-naYCvLMyc31afPRusFKQ/w400-h225/ciclomotore%20tomos.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption">Tutti pensano che verso la fine degli anni '80 il ciclomotore più economi-<br />co fosse il Ciao ma in realtà (con il Peripoli Day) era il Tomos A3. Qui in<br />versione 1991, cioè dopo aver divorziato dall'estetica austro-tedesca.</td></tr></tbody></table><div style="text-align: justify;">👉Lo scotto da pagare era uno stile più grezzo e datato, ed in effetti per l'epoca l'A3 era esteticamente indietro di un buon decennio, cosa che ne inficiò la diffusione: ben difficilmente un 14enne italiano ne avrebbe voluto uno, nonostante le sue valide caratteristiche. La sua economicità lo rese anche protagonista delle televendite: poteva addirittura essere visto in vendita insieme a televisori e tegami.</div><div style="text-align: justify;">👉Tuttavia alla Tomos, diventata nel frattempo slovena, va dato il merito di essere stata per anni l'ultima costruttrice rimasta al mondo di ciclomotori 2 tempi, ottenendo persino un piccolo seguito di nicchia negli USA, dove i suoi modelli (aggiornati e talvolta molto gradevoli come il Tomos Classic) sono stati venduti fino alla chiusura della fabbrica di Capodistria, nel 2019.</div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-62639821149189007572023-03-30T18:40:00.001+02:002023-03-31T11:33:17.813+02:00La baia di Cigale a Lussinpiccolo (isola di Cherso)<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; font-size: large;">Grandi famiglie con grandi mezzi e grandi ambizioni.
A Lussinpiccolo vennero piantati centinaia e centinaia di alberi per creare una grande pineta nella baia di Cigale (Čikat), ove certi ricchi e nobili austriaci, tedeschi, ungheresi e triestini stavano costruendo le loro ville.</span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgREWzZM8DLQBIVKfCbWMhS-YSgl5T-x7LB4Gpm9TKtmCn7_AiIR96WBilFfKG6HTzM8fZaUXdklQ_5A6dMZRh7mUwLfGoAVUmjSRYqYKQfoz6q9wWPbtFYiSxDJ1e15_ksP6uEfQnA1WQN/s1600/lussino.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="849" data-original-width="600" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgREWzZM8DLQBIVKfCbWMhS-YSgl5T-x7LB4Gpm9TKtmCn7_AiIR96WBilFfKG6HTzM8fZaUXdklQ_5A6dMZRh7mUwLfGoAVUmjSRYqYKQfoz6q9wWPbtFYiSxDJ1e15_ksP6uEfQnA1WQN/w451-h640/lussino.jpg" width="451" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption">Cartolina edita a cura della <a href="https://marinebibliographie.com/index.php/forschen/oesterreichische-seebaeder-an-der-adria/seebad-cigale/" target="_blank">società promotrice del lancio turistico</a> internazionale<br />della baia, la "Seebad Cigale". Primi anni del Novecento, in piena belle époque.</td></tr></tbody></table>Era la belle époque: il periodo a cavallo fra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, che finì con lo scoppio della WW1.</div><div style="text-align: justify;">Portorose, Abbazia, Rovigno e Lussino furono le località balneari più celebri dell'Alto Adriatico allora soggetto all'Austria, cui bisogna aggiungere le isole Brioni, che potremmo definire una sorta di resort di superlusso.</div><div style="text-align: justify;">👉A Lussinpiccolo fu fondata una società ad hoc per la gestione e lo sviluppo turistico: la "Seebad Cigale"</div>
<div style="text-align: justify;">👉La cartolina prodotta proprio dalla "Seebad Cigale" nel 1905 mostra le linee di navigazione, che in sette ore da Trieste (via Pola) e in quattro ore da Fiume ti portavano proprio a Cigale.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #6aa84f;">"La guida Hartleben’s della Dalmazia nel 1910 scrive di Cigale che «al fine di creare una spiaggia perfetta, è stata sparsa sul vecchio suolo fangoso della purissima sabbia marina dell’isola di Sansego». E infatti ogni anno un paio di barche andavano a prelevare sabbia nella vicina isola per poi spargerla sulla spiaggia della baia e renderla così più confortevole. La guida scrive che il Seebad Hotel ha duecento cabine da bagno e un Wiener Café con una splendida vista sul mare. La <a href="https://www.isola-lussino.hr/info/maps/files/Healing-island-of-Losinj-it.pdf" target="_blank">Kurhaus dr. Hajos</a>, invece, sta in cima a un’altura nel centro del parco."</span> (Alessandro Marzo Magno, "Il leone di Lissa (Italian Edition)", VandA edizioni. Edizione del Kindle.) </div></div>
Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125881328107011983.post-12483570748287511072023-03-20T18:59:00.005+01:002023-03-25T11:20:23.828+01:00"Faraway", un film centrato sull'anima isolana e meticcia della Dalmazia (e la trama é secondaria)<div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">Restituisce un'atmosfera fatta di quadri, sensazioni, dettagli, momenti e </span></b><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;">tipi umani</span></b><b><span style="font-family: georgia; font-size: large;"> di un mondo che ritrovo anche nelle isolette del Quarnaro.</span></b></div><div style="text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidHQTRcWGRl3CBf-3jP9f-XvRacDnjQhQItzikwCi-m8JSDSc0EFBwaS1LbcOA3NS2McoRl9ui6_MdAL6BPk6NCKrJ5fOnlFCnQ2bOHjY5eoJwkd7dz6bolUobESJCtmgeRayqVKsRzBi8I0hAXVULbyP_PU7he9NxbjRlLYN9byqBCKrvAo6B7KdI/s1200/faraway%2001.jpg" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="1200" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidHQTRcWGRl3CBf-3jP9f-XvRacDnjQhQItzikwCi-m8JSDSc0EFBwaS1LbcOA3NS2McoRl9ui6_MdAL6BPk6NCKrJ5fOnlFCnQ2bOHjY5eoJwkd7dz6bolUobESJCtmgeRayqVKsRzBi8I0hAXVULbyP_PU7he9NxbjRlLYN9byqBCKrvAo6B7KdI/w640-h336/faraway%2001.jpg" width="640" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">Un fotogramma con i due protagonisti principali. La trama é solo un pretesto per accompagnarci dentro le atmosfere dell'altra sponda adriatica, quella balcanica. E' stato girato nelle isole di Brazza e Solta, di fronte a Spalato.</td></tr></tbody></table><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCQQJI-cZoQZNYQEa96462xFos-80jatZrHjC1ew5nqbtnfkJXJGT3M76r61xqf_h9m80Xqu0JYi6UGfqv3pisHop0y9K8xHx9T2lYi-zwMp-8tZcXoixDHYSubN8RZlex_9h5RTry_jMXEUQnvGoMLnZrI1GNn5xGAFuI5hWMBWU161s3f_wF7m3M/s2835/ciclomotore%20tomos.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1890" data-original-width="2835" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCQQJI-cZoQZNYQEa96462xFos-80jatZrHjC1ew5nqbtnfkJXJGT3M76r61xqf_h9m80Xqu0JYi6UGfqv3pisHop0y9K8xHx9T2lYi-zwMp-8tZcXoixDHYSubN8RZlex_9h5RTry_jMXEUQnvGoMLnZrI1GNn5xGAFuI5hWMBWU161s3f_wF7m3M/w400-h266/ciclomotore%20tomos.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: left;">Una immagine rubata sul molo dell'<a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2019/07/sansego-lisola-delle-canne-e-delle.html">isola di Susak/Sansego</a>, una delle mi-<br />nuscole isolette che gravitano <a href="https://fiumetrieste.blogspot.com/2020/07/le-isole-della-bora-recensione-rapida.html">attorno a Cherso e Lussino</a>. Un posto dove<br />si ritrova lo stesso struggente <i>mood </i>espresso da questa sorprendente pel-<br />licola dal suggestivo titolo "Faraway" (=lontana).</td></tr></tbody></table>Il film (titolo italiano "Un'isola per cambiare") non ha grosse pretese ma é "acchiappante" soprattutto per la cesellatura dei figuranti e delle situazioni che ne innervano la trama e che che rimandano ad atmosfere e impressioni che ho già trovato nelle opere di Kusturica, tipo "La via del latte" (che una traduzione maldestra ha trasformato in "<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/On_the_Milky_Road_-_Sulla_Via_Lattea" target="_blank">Sulla Via Lattea</a>").</div><div style="text-align: justify;">👉E' distribuito su Netflix dall’8 marzo 2023. <a href="https://www.taxidrivers.it/277492/latest-news/unisola-per-cambiare.html">Produzione e regia sono tedeschi</a>, cosa che non sorprende, vista la attrazione esercitata dalla austriaca Künstenland nei decenni a cavallo della <i>belle époque</i>.</div>Cipputihttp://www.blogger.com/profile/14402107285571548122noreply@blogger.com0