Per il trattato di Rapallo Fiume doveva essere uno stato a sé stante: lo "Stato Libero di Fiume". Ma i fascisti locali sabotarono le elezioni previste dal trattato stesso con il colpo di stato fascista del 3 marzo 1922. Due anni prima dell'annessione formale, che giunse nel 1924, col Trattato di Roma.
Lo stile è quello di cento anni fa ma il calendario è di oggi. |
Poco prima il governo italiano aveva colto la palla al balzo con la decisione di inviare a Fiume il generale Gaetano Giardino, che dal 17 settembre 1923 divenne governatore militare con il compito di "tutelare l'ordine pubblico" dopo il golpe fascista del '22: cosa fatta capo ha, come aveva vaticinato Gabriele D'Annunzio!
👉"Lo stato italiano di fatto rese inapplicabile il trattato di Rapallo [che prevedeva la istituzione dello Stato Libero di Fiume-N.d.T.] avallando il fatto compiuto; di conseguenza italiani e jugoslavi intrapresero un'ulteriore trattativa sulle sorti di Fiume. Col Trattato di Roma, siglato il 27 gennaio 1924 veniva quindi sancita l'annessione di Fiume all'Italia e il 16 marzo il re Vittorio Emanuele III giungeva nella città. In base al trattato la città veniva assegnata all'Italia, mentre il piccolo entroterra con alcune periferie (Porto Baross, incluso nella località di Sussak e le acque del fiume Eneo, cioè l'intero alveo e il delta), venivano ceduti alla Jugoslavia; il governo dello Stato libero di Fiume considerò tale atto giuridicamente inaccettabile continuando a operare in esilio da Porto Re.
Gli accordi raggiunti vennero regolati con alcune clausole da una Commissione mista per l'applicazione del trattato; tali clausole vennero ratificate dalla Convenzione di Nettuno il 20 luglio 1925. Dopo l'annessione al Regno d'Italia, Fiume divenne capoluogo di provincia.
Dal 1930 la denominazione venne cambiata in Provincia di Fiume/Provincia del Carnaro (FM). In quegli anni ripresero i traffici portuali, che fecero divenire lo scalo primario nell'Adriatico. Negli anni trenta si sviluppò il settore industriale, grazie ai contributi dell'IRI. Durante la seconda guerra mondiale fu sede di un importante silurificio, che forniva la metà dell'intera produzione italiana di siluri.
A seguito dell'aggressione delle forze dell'Asse alla Jugoslavia (6 aprile 1941), il paese collassò venendo occupato militarmente e in seguito smembrato: la Provincia di Fiume fu notevolmente allargata (Trattato di Roma (1941), includendo l'area della Kupa e le isole di Veglia e Arbe. Dopo l'armistizio di Cassibile, Fiume fu occupata dai tedeschi e inserita nella Zona d'operazioni del Litorale adriatico: formalmente sotto la giurisdizione della RSI, il potere reale rimase sempre saldamente nelle mani dei tedeschi, a capo di un'amministrazione creata ad hoc con alla testa il Gauleiter Friedrich Rainer, che si avvalse della collaborazione di una serie di funzionari italiani."
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