...bastarono vent'anni di delirio fascista e i fiumani erano già tutti in fila con la valigia di cartone in mano. Oggi il 10 febbraio fascista è stato promosso a "giorno del ricordo", ricorrenza di Stato. Perchè? Cosa si vuole ricordare? Non è che si sia voluto sdoganare il neo-fascismo?
La città usciva da un lungo periodo di instabilità che si era trascinato dal novem- bre del 1918 (fine della WW1), fino alla proclamazione dello Stato Libero di Fiu- me. Subito dopo venne il suo rovesciamento da parte degli ammutinati di Gabrie- Gabriele d'Annunzio e infine il golpe fascista del marzo 1922. I profughi giuliani e dalmati dovrebbero ben sapere chi ringraziare. Si sono poi ridotti a fare da mas- sa di manovra per i registi dell'"operazione foibe", Dem nostrani compresi. |
Finita la la prima guerra mondiale, il virus nazionalista s'impadronì di Trieste, Fiume, Istria e Dalmazia.
Nacque il fascismo di confine, particolar-mente virulento e aggressivo.
Così, una città multi-etnica e cosmopolita finì preda delle isterie nazionaliste e la con-vivenza si rovesciò in odio etnico, che a sua volta esacerbò le vecchie linee di frattura di classe: contadini poveri e slavi nell'en-troterra, italiani possi-denti e benestanti nei centri costieri.
Il resto è cronaca. Il 27 gennaio Italia e Ju-goslavija siglano a Roma un patto che assegna il centro storico della città al Regno d'Italia e legittima il "cosa fatta capo ha" imposto dai fascisti dopo ben quattro anni di aggressioni e violenze.
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