Anche se porta il nome di "zuppa" non è una minestra né un brodo, ma piuttosto un conviviale benvenuto agli ospiti e un modo per rinfrancarsi nei giorni invernali, mentre fuori soffia rabbiosa la bora.
La "boccaletta" (bukaleta in slavo) è la piccola brocca di terracotta, una sorta di boccale che un tempo era presente in tutte le case e le taverne. |
Il pane viene tagliato a fette spesse un dito e passato sulla griglia.
Appena tostato va immerso nella boccaletta (piccola brocca) inzuppandolo nell'intruglio.
Appena tostato va immerso nella boccaletta (piccola brocca) inzuppandolo nell'intruglio.
C'è un adagio che recita: "Supa vino popila, supa mene opila" ossia: la zuppa è stata imbevuta del vino, la zuppa mi ha ubriacata.
👉Questa cosa mezza zuppetta e mezza energy-drink poteva essere approntato nelle fredde sere d'inverno direttamente nella cucina.
Come è noto, infatti, le cucine istriane avevano, come punto fuoco il fogolar davért (caminetto aperto) ed erano perciò in grado di riscaldare il vino e soprattutto grigliare il pane sul posto e "alla bisogna".
La brocca di terracotta, poggiata vicino alle braci, teneva poi il calore a lungo.
La bukaleta per la soppa poggiata accanto alla peka dalmata (strumento di cottura più antico, perchè era già in uso quando le cucine ospitavano il fogolàr davért). Sulla destra fa bella mostra di sé la più moderna e tecnologica fornaséla, che fece la sua comparsa nel corso del Novecento. |
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