Perfino a destra, quantomeno fra le persone degne, l'invenzione del "giorno-del-ricordo" risultò fin da subito per quello che era. Il re era nudo fin dall'inizio, fin da quel lontano 10 febbraio 2004...
La neo-verità di Stato fu celebrata in pompa magna presso il pozzo di Ba- sovizza. A suggellare l'accordo d'Alema-Berlusconi-Fini intervenne in forma ufficiale il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Da quel momen- to la propaganda del reducismo giuliano-dalmata divenne verità di Stato. |
...quando i principali riferi-menti Dem dentro il governo Berlusconi II erano Massimo d'Alema, Gianni Cuperlo e Luciano Violante, un terzetto ansioso di mostrarsi dispo-nibile a "rivedere il passato" proprio come da tempo chie-devano gli eredi della repubblica di Salò: gli Almirante, i Tremaglia, i Fini e anche i neofascisti da "trame nere".
👉Le sensibili antenne di un dalmatico come Enzo Bettiza (ultra-destro ma moralmente integro) registrarono imme-diatamente la intima natura di questa operazione ideologica.
Ma lasciamogli la parola riproponendo un articolo pubblicato da "La Stampa" il 13 febbraio del 2005.
“Il binomio stesso di «memoria condivisa» ha in sé qualcosa di consociativo, di bipartisan, di politicantesco. Qualcosa che con altre parole potrebbe evocare una nuova forma di compromesso storico: una sorta di patto di non aggressione fra una sinistra decomunistizzata, improvvisamente autocritica dopo mezzo secolo di silenzio sulle foibe e sull'esodo, e una destra defascistizzata, pervicacemente rivendicativa, che per mezzo secolo aveva continuato a parlare dell'esodo e delle foibe nelle piazze in termini demagogici, ultranazionalisti, antislavi, insomma assai poco europei."
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