10 novembre 2016

12 novembre 1920: Fiume nel Trattato di Rapallo

Il Regno d'Italia e il neonato Regno SHS firmano il Trattato di Rapallo: l'accordo bilaterale chiude gli infiniti rimpalli seguiti alla fine della WW1 e cerca un modus vivendi fra i due regimi reazionari dei Savoia e dei Karageorgevic. L'accordo fa sua la politica del "fatto compiuto" perseguita da d'Annunzio e Mussolini. Ma non assegna la città di Fiume all'Italia. Formalmente Fiume diventa un piccolo "Stato Libero"...
La logica del fatto compiuto fu accettata sia dai nazio-
nalisti, che dai dannunziani e dai fascisti: tutti si rico-
nobbero nello slogan di D'Annunzio "cosa fatta capo
ha" (in realtà scopiazzato dalla Divina Commedia di
Dante Alighieri, che l'aveva messa in bocca ai "semi-
natori di discordie").
Le potenze alleate avevano autorizzato l'Italia e il neo-costituito regno dei Serbi, Croati e Sloveni (che nel 1929 avrebbe assunto il nome di Jugoslavia) a definire bilateralmente i propri confini.
All’Italia venne assegnata l'intera penisola istriana, la città di Zara e le isole di Cherso, Lussino, Làgosta, Cazza e Pelagosa.
👉La questione fu risolta riconoscendo a Fiume lo status di “città libera”, uno status speciale che però rimase sulla carta. Infatti, proprio mentre i diplomatici firmavano, la città era sconvolta dall'occupazione militare degli ammutinati di d'Annunzio e si avviava a subire il colpo di stato prefascista del marzo 1922 ("pre" nel senso che i fascisti sperimentarono qui modi e tecniche destinati a sfociare di lì a poco nella "marcia su Roma").
👉Dal 1920 al 1924 lo Stato Libero di Fiume rimase formalmente uno stato autonomo posto sotto la tutela delle Società delle Nazioni. Ma la creatura ectoplasmatica era priva di riscontro sul posto.

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