10 agosto 2024

Il vecchio quartiere operaio di San Nicolò vive una seconda giovinezza, dopo anni di degrado

I nove grandi casoni operai furono costruiti nei primi del '900 e sono sempre lì, quasi intatti, tra Fiume e Cantrida, subito sopra il silurificio.
Si trovano all'altezza del bivio per Castua e Mattuglie, all'imbocco della via più breve e diretta fra Fiume e Trieste, la strada "direttissima" che tagliava (e taglia) la penisola istriana alla base e attraversandone l'interno slavo per collegarsi all'altro porto strategico austroungarico: la città di Trieste. Si trattava in sostanza di un nuovo quartiere popolare, completo di scuola elementare (ed è ancora lì pure lei)
Con l'implosione della Jugosllavija cominciò il degrado sociale e abitativo
dei quartieri popolari, e in questo Curbek fece scuola. Le due foto a colori
sono del 2019, invece quella in B&W è della metà degli anni '60.
Sono le "case popolari" costruite a inizio Novecento nel quartiere abitativo Torretta-San Nicolò, le prime balze del declivio che sale verso Castua, su una striscia di costa a cavallo fra il fronte-mare industrializzato, la linea ferroviaria per Trieste e la litoranea per Abbazia.
Questa foto è del 2023. Alcuni appartamenti sono stati trasformati in af-
fittanze turistiche, ma senza modificare gli esterni.
👉Si trattava di un intervento ambizioso concepito a servizio della sottostante zona industriale, che comprendeva gli importantissimi cantieri navali, il silurificio, le raffinerie Romsa, e le "casette operarie" distrutte dai bombardamenti alleati durante la WW2. Tutte quelle imprese strategiche avevano crescente bisogno di maestranze specializzate alloggiate nelle immediate vicinanze.
👉Sono nove corpi di fabbrica realizzati secondo un piano organico e coerente: tutti assolutamente identici fra loro, ogni palazzina aveva
La destinazione ad affitto turistico di alcuni appartamenti in questi ex ca-
soni operai sembra averli salvati dal degrado in cui erano sprofondati do-
po il collasso della Jugoslavija. Del resto in Jugoslavija le sobe (stanze di
casa da affittare ai turisti) sono una tradizione che risale agli anni di Tito.
quattro piani fuori terra con tre giroscale che servivano xx appartamenti.
👉Si scendeva alle industrie sottostanti con le scalette pedonali e i miei nonni le facevano ogni giorno per andare e tornare dal lavoro. Al 24 della scalinata abitava mia prozia Amelia e nei casoni tanti amici di famiglia, tra i quali Peppina e Giulio.

3 commenti:

  1. Lo chiamavan CASE NOVE (NOVE come da numero >9<)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Più a mare c'erano già le cosiddette "casette del silurificio", l'insediamento abitativo operaio colpito dai bombardamenti alleati della primavera 1944 (mia nonna Anna Otis e famiglia dovettero sfollare in città). Oggi non ne è rimasta traccia.

      Elimina
    2. Bello il riferimento al numero 9, dentro alla data 1909 incorporata nelle targhette di ferro smaltato fissata sugli edifici...

      Elimina