20 agosto 2024

I piccoli isolotti che contornano l'isola di Cherso

Sono parecchi, ed ecco come li descrive il viaggiatore  Alberto Fortis nel 1771 nel suo "Saggio d'osservazione sopra l'isola di Cherso e Osero: con tavole", disponibile anche in Istrianet.
Il "saggio d'osservazione" del Fortis precede il suo più noto "Viaggio in Dalmazia" del 1774. Qui vediamo le due isole principali in una cartografia di Cherso e Lussino parte di una mappa bolognese del 1667.

Cherso e Lussino in una mappa schematica del '900 che
consente già una buona lettura delle acque quarnerine.
La descrizione fisica del'isola e l'esame dei suoi insediamenti abitativi inizia a pagina 34 con il capitolo "Divisione dell'isola. Sue città e villaggi" mentre quella delle isole e isolette minori inizia a pagina 116 con il capitolo "Isolette aggiacenti a Cherso ed Osero".
👉L'elenco fattone da Fortis in realtà non è esaustivo: mancano infatti l'isola di Plavinik al largo di Merag, l'isolotto di Visoki presso l'isola di Levrera, l'isola di Galiola, l'isola di Ilovik/Asinello nonchè le due isole di Oriole. Ma ciò non toglie forza all'interesse che suscitano le sue osservazioni e le vivide descrizioni.

👉"L'Isoletta o picciolo scoglio di Ćutim, che giace un miglio lontano dalle coste di Cherso all'Eli, poco lungi dal Casale di Belley, non meriterebbe d'effere nominata, per la sua estensione, che non arriva a mezzo miglio di lunghezza, nè pe' suoi prodotti, da ch'ella è affatto deserta, ed incolta. Il mare la batte furiosamente dalla parte di Borea, ma ella è difesa dall'asprezza del marmo, cui però il mare corrode voracemente, e di cui si veggono le rovine sott'acqua."

👉"Dalla parte opposta di Cutim, cioè all'Ovest dell'Isola di Cherso, tre miglia in mare fra San Martino, e Ustrine, giace l'Isola Levrara, popolata anch'essa solamente da conigli, piana, e lunga intorno a due miglia. Gli abitanti di Cherso sogliono andarvi a caccia."

👉"Nia, Onie, o Unie è un Isola, che a intorno a sette miglia di lunghezza, i fondi della quale appartengono alla Mensa Vescovile d'Osero. Ella è posta all'Ovest d'Osero, poco abitata, e da gente oltre modo povera. Da' Geografi antichi non la trovo nominata; ne' secoli bassi è chiamata Nia. A un Porto bello, e capace, e sicuro. Il principale suo prodotto è la legna da bruciare, poichè in buona parte è selvosa . Darebbe miele e cera in abbondanza, e bestiami: ma dà poco di tutto, per quelle ragioni, che intendono assai bene ai dì nostri spezialmente coloro che s'occupano negli studj concernenti l'Economia pubblica. Anche la pesca, che si fa d'intorno a Onie, è prodotto considerabile; ella consiste principalmente in Tonni, Sgombri, e Sardelle: ma i poveri abitanti non anno forze bastevoli per profittarne."

👉"San Pier de' Nembi appartiene anch'essa come Onie alla Mensa Vescovile. Molti scoglietti sono collettivamente chiamati con questo nome: ma due sono l'Isole principali, fra le quali è il Porto, grande e comodo per ogni sorta di Vascelli. Gli abitanti anno le lor cale raccolte in un luogo solo, e formano una po vera popolazione. V'è un Convento di Frati, che non contribuirà probabilmente ad arrichirla. Per difesa del porto v'ebbe altre volte una spezie di Fortezza, di cui resta qualche vestigio, e governo proporzionato alla poca importanza del luogo. Ne' documenti antichi, e nelle Iscrizioni del XIV secolo Nieme sono chiamate quest'Isole . Una carta marina da me posseduta, che par fatta intorno al 1340. da loro questo nome. I prodotti attuali di quest'Isola sono meschina cosa: potrebbero però essere più considerabili. Gli scogli di San Pier de' Nembi, nessuno de' quali è più lungo di due miglia, occupano intorno a cinque miglia di mare dal Nord al Sud."

👉"Ganidole è il nome di due Isolette situate all'Ovest di Osero , che anno di circuito intorno a fette mi glia, e uno scoglietto vicino. Gli abitanti Slavoni di Cherso le nominano Stracàne grande, e Stracàne picciola. Sono divise da un canal di mare non molto largo. I Lossignani ne coltivano qualche parte, poichè il terreno v' è docile, e affatto senza pietre . Egli rassomiglia alle deposizioni de' fiumi di lungo corso, vale a dire è una mescolanza di belletta, e di sabbia finissima; le acque marine non 1'anno certamente trita, nè accumulata cos'i. Questa specie di terreno leggiero s'alza dal livello del mare venticinque piedi al più ne' luoghi più elevati, e giace sur una base di marmo."

👉"Sansego è un'Isoletta lontana da Lossìn picciolo sette in otto miglia all'Ovest, quindici da Osero, tren tacinque da Cherso, e poco più dalle foci dell'Arsia, alle quali giace dirimpetto. V'ebbe ne' passati secoli un Monastero fondato da Pietro Vescovo d'Osero in torno al 1070, di cui resta qualche vestigio . Ella è frequentatissima da Pescatori, come un de' principali luoghi di passaggio delle Sardine. Il proprietario de' fondi di quest'Isola è il Vescovato d'Osero. Gli abitanti sono intorno a 300, poveri e sudicj oltre ogni credere. Eglino stanno alloggiati in miserabili capanne su la sommità dell' Isola; noi entrammo in una di esse per vedervi un'antica Iscrizione, cui nemmeno il Prete del paese aveva saputo rilevare, per quanto ci dissero que' poveri. Di bel mezzogiorno vi faceva oscuro, cosicchè vi fu d'uopo far accendere un lume per leggerla. La capanna non à che un'apertura, che serve di porta, di finestra, e di sfogo al fumo; internamente non v'ànno divisioni; non v' à nemmeno pavimento di forte alcuna, e per entrarvi fa d'uopo scendere. Guardandoli al di fuori, questi abituri miserabili non parrebbono fatti per animali della nostra spezie; e veramente meritano più il nome di tane, che di capanne. Il suolo dell' Isola di Sansego non è infecondo, quantunque arenoso egualmente che quello di Stracane. E' però poco coltivato, perchè gli abitanti sono poveri, pochi, ed oppressi . Vi seminano grano, e vi coltivano le viti; il suolo non è assai favorevole agli agli ulivi . La base dell' Isola di Sansego è il solito marmo biancastro di quelle contrade; vi si trovano anche ossa fossili racchiuse nella matrice loro ordinaria, e accompagnate da' precisamente medesimi accidenti che quelle degli altri luoghi. Un monte di sabbia, che à intorno a sei miglia di circuito, s'alza su quello strato, che sembra aver pochissima curvatura, e forma l'Isola."

(Alberto Fortis "Saggio d'osservazione sopra l'isola di Cherso e Osero: con tavole", Venezia, gennaio 1771)

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