15 settembre 2023

La chiesetta istriana sospesa sulla Val Rosandra

La chiesetta di Santa Maria in Siaris è abbarbicata a mezza costa su un fianco scosceso del Monte Carso, quello che guarda sulla Val Rosandra.
La chiesetta di Santa Maria in Siaris. A destra come appare scendendo dal sovrastante Cippo Comici. La sua tipologia costruttiva si ritrova in tutta l'Istria e il Quarnaro: tipo quella sopra Valun, sull'isola di Cherso.

Il Cippo intitolato al rocciatore Emilio Comici durante la costruzione.
E' quella valletta scavata nella roccia del Carso triestino che da Kozina incunea il proprio torrente (l'unica acqua superficiale del carso) verso Trieste, acque superficiali che gli antichi romani seppero sfruttare per l'acquedotto che alimentava l'insediamento di Tergeste (l'antica Trieste).
Negli anni austroungarici questa rocciosa valletta facilmente raggiungibile da Trieste venne fortemente attratta dal mondo alpino e austriaco, che vi lasciò la sua impronta.
Oggi sembra appartenere ad altro circuito culturale capace di saldare le periferie triestine all'entroterra lasciando fuori le
Nel 1979 i vandali le diedero fuoco ma nel 1982 un gruppo di volontari
seppe porvi pronto rimedio.
popolazioni costiere del mare Adriatico, un mondo altrettanto triestino ma anche assai diverso in quanto essenzialmente mediterraneo.
👉Se ne attesta l'esistenza sin dall'anno 1260 (o addirittura al 1213), epoca in cui si costituì la Confraternita dei Battuti o del Santissimo Sacramento, che sembra abbia costruito lì una Cappella. I Fratelli dovevano recarvisi almeno una volta l’anno e chi aveva bestemmiato o detto parole disoneste era tenuto per penitenza a farlo a piedi scalzi.
👉Non esistono etimologie certe per il toponimo "Siaris",  che é rimasto pressoché immutato nel corso dei secoli: nel 1330 compare nella forma "Seris", che nel corso del '400 muta in "Siaris", forma conservata fino ad oggi.

La Val Rosandra vista dalla Vedetta di San Lorenzo, che si trova nelle vicinanze di Basovizza, a soli due passi dalla trattoria Al Pozzo. Si distingue nettamente il sedime della ferrovia Trieste-Erpelle, ora trasformata in ciclovia.

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