Cartoline in bianco e nero della vecchia Cantrida operaia e popolare (e della più pretenziosa periferia residenziale di Borgomarina)....
L'antico borgo di Cantrida si trovava fra lo stadio sportivo e il cantiere navale. Da qui gli insediamenti abitativi popolari e operai si spinsero fino a Fiume città (vista presa da Google - le cartoline sono nel sito locale rijeka.hr ). |
I quartieri operai novecenteschi si distinguono per la regolarità geometri- ca dei loro insediamenti. Sotto l'Impero qui correva il confine fra la am- ministrazione austriaca e quella ungherese. Si veda la bella rassegna di fo- tografie in bianco e nero nel sito rijeka.hr. |
👉Il quartiere operaio italiano si trovava ad Ovest della città, raccolto attorno al cantiere navale e al silurificio: lo si attraversava andando verso Abbazia.
👉Il quartiere popolare croato stava invece ad Est della città, in oltrefiume, si chiamava Susak e durante il ventennio fascista ne era stato separato: era entrato infatti a far parte del Regno di Jugoslavija e disponeva anche di un suo porto separato: il Port Baross.
A Fiume, come del resto a Trieste, appena usciti dalla città, nei villaggi contadini del circondario era un'altra storia: gli slavi coltivavano piccole proprietà famigliari in gran parte gravitanti attorno alla economia della città. Tutto concorreva a mischiare, sovrapporre e contemporaneamente contrapporre le diversità degli abitanti: erano diversità etniche e di classe al tempo stesso. Una miscela potenzialmente esplosiva. Nella foto: le mlekarice (portatrici di latte) che ogni mattina scendevano in città e la rifornivano di latte. |
Potenzialmente, no necessariamente.
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