Le stragi di civili fatte dai soldati regolari del Regio Esercito che poi (dopo l'8 settembre '43) vennero "prese in carico" dai miliziani della Repubblica di Salò e dai loro alleati nazisti. Una lettura istruttiva.
Un gruppo di alpini fotografato sul fronte balcanico durante la WW2, assieme a un prigioniero civile e un collaboratore locale (ustascia o cetnico?). |
Tra le altre vi si narra la vicenda del tenente del Regio Esercito italiano Fran- co Monicelli che, dopo aver partecipato a rastrellamenti e stragi di civili, de- cise di averne avuto abbastanza e disertò. Poi, anziché "fottersene", parteci- pò alla Resistenza. I suoi diari di guerra smontano il mito degli "italiani bra- va gente". Vedi in "Disertori" di Mimmo Franzinelli, edizione Google. |
Il tenente Franco Monicelli così descrive sè stesso e i suoi uomini in azione: "...e dal massacro passammo alla strage, uomini e donne a centinaia caddero, mani e piedi legati, sotto il piombo della mitragliatrice. E la nostra rabbia sembrò non aver più fine, sembrò nutrirsi sempre più del sangue e della carne martoriata dei morti che stramazzavano l'uno sull'altro dentro le fosse già pronte, finché anche la convulsa reazione si spense e non rimase in noi che uno stordimento amaro, una corrotta sete d'acqua e silenzio".
👉L'autobiografia del ten. Monicelli, che poi disertò e partecipò alla Rresistenza, fu data alle stampe nel giugno del 1945 e smentisce chi dopo la guerra alimentò il mito degli "italiani brava gente".
👉Questa vicenda ispirò il film "La grande guerra" di Mario Monicelli, con Alberto Sordi e Vittorio Gassman.
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