Era una baita campestre, un capanno per gli attrezzi e un riparo temporaneo per chi lavorava nei campi.
Oltre al reticolo dei muretti a secco che facevano da recinzione al posto del prezioso legno, nel paesaggio agricolo istriano c'erano i kazun, i ro- tondi edifici agricoli con funzioni simili a quelle della baita. |
Molte volte faceva corpo unico con gli onnipresenti muretti a secco, che nel pietroso e cal-cinato paesaggio istriano sostituivano le recinzioni fatte con i pali e le assi in legno.
👉Veniva interamente innalzato a secco, senza malta o altri leganti, perchè bastava adattare le pietre trovate sul posto mentre si procedeva alla scassatura e sistemazione del terreno perla messa a coltura.
Realizzato senza malta e senza impalcature durante la costruzione. |
👉Il kazun è un perfetto esempio di regionalismo architettonico: materiali del posto (uno solo, la pietra), tecniche costruttive elementari (pietre in appoggio, senza leganti), so-luzioni multi-funzione (muro spesso che sostiene il tetto e nel contempo difende dalla calura estiva), bassa tecnologia e perfetto adattamento all'ambiente.
Un pezzo di storia istriana,,,,molto interessante,,,,era sparso su tutta la penisola ?
RispondiEliminaNo. La casita è un'archittetura rurale tipica dell'Agro Polese, ossia dell'Istria meridionale, grosso modo tra il Canal di Leme ed il Canal d'Arsa. Con massima diffusione nel territorio di Dignano. Nel resto della penisola istriana (più a nord) costruzioni di questo tipo sono più rare e solitamente non presentano la caratteristica pianta circolare e copertura conica.
RispondiEliminaVa poi aggiunto che in questo articolo si pasticcia un po' coi nomi e si confonde le casite istriane con altre strutture simili ma non uguali, e con denominazioni che non si trovano in Istria ma appartengono ad altri territori.
Queste peculiari archittetture rurali istriane si chiamano *casite*, o nelle varianti *casete*, *casoni*, *casuni*, a seconda del paese/area e della varietà dialettale romanza. In lingua italiana si è adottata la forma *casita*.
*Kažun* è invece il nome ciacavo, che è stato poi adottato tale e quale dal croato standard (non quindi "kazun" come viene riportato nell'articolo).
Sono comunque tutti sostantivi verosimilmente derivati dai nomi in lingua istriota, la più antica ed autoctona tra le lingue parlate in questa parte della penisola.
Invece gli altri nomi citati in fondo all'articolo: "bunje", ossia le dalmate *bugne*, "komarde", ossia le liburniche e dalmate *camarde*, i "trimi" lesiniani, le "torete " curzolane (non citate), cemeri, kućice, etc. non riguardano le casite bensì altre strutture affini, e non sono utilizzati in Istria ma in altri territori.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Casita
...e per completare la citazione copia&incolla da Wikipedia: " ...le casite hanno progressivamente riacquistato sempre più attenzione sorgendo a simbolo della penisola istriana e dell'autentica istrianità.".
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