10 febbraio 2012

I separatisti sloveni del TIGR

La propaganda della new-generation politica slovena li ha adottati, facendo loro più male che bene.
Il monumento accanto al rifugio del Monte Nanos pretende di rifarsi a
episodi fondanti della Repubblica Slovena ma trascura l'essenziale: le
battaglie di libertà su questo monte non furono combattute dal TIGR
ma dall'OF (Osbodilna Fronta).
La necessaria premessa storica è che il nazionalismo e l'indipendentismo panslavo avevano già dato vita a diverse organizzazioni politiche sotto l'Austria-Ungheria. Poi, nel corso della Prima Guerra Mondiale alcune di esse intrattennero contatti diretti con il governo italiano da cui ebbero incoraggiamento e sostegno semi-ufficiale. A puro titolo di cronaca cito il caso dell'irredentista sloveno Ljudevit Pivko, che ha lasciato un interessante libro di memorie.
Il Trattato di Rapallo del 1920 rese evidente che l'Istria e l'entroterra triestino non sarebbero mai entrati a far parte del neonato Regno di Jugoslavija. In quelle zone Mussolini avrebbe potuto applicare indisturbato la sua politica di snazionalizzazione antislava. E fu così che un gruppo di nazionalisti sloveni e croati diede origine ad una organizzazione anti-italiana a carattere irredentista e terrorista che chiamarono TIGR.
Nell'attuale Slovenia c'è chi definisce il TIGR "la prima organizzazione antifascista" ma è chiaro che si tratta di una forzatura. Il TIGR non aveva natura progressista e antifascista ma solo indipendentista e separatista, il suo orizzonte era il nazionalismo sloveno.
Era contro il fascismo solo perchè gli italiani che occupavano la terra slava erano fascisti. Con un gioco di parole potrei dire: più anti-fascista che antifascista.
Anche se tra i suoi militanti c'erano pure persone di orientamento socialista, la sua natura fu sempre dichiaratamente di destra.
E infatti durante la Seconda Guerra Mondiale il suo leader Albert Rejec rifiutò di aderire al fronte antifascista guidato dai comunisti di Tito.

Ma veniamo all'oggi. Nel 1997 Milan Kučan, allora presidente della nuova repubblica slovena, conferisce al TIGR la più alta onorificenza dello Stato, la Medaglia d'oro per la Libertà della Repubblica.
Questa disinvolta riabilitazione dei componenti della TIGR quali eroi della resistenza è stata molto criticata da tutte le associazioni dei partigiani delle repubbliche ex-jugoslave ed anche a livello internazionale. Non è ben chiaro come essa si inserisca nella filosofia di fondo dell'Unione Europea. I politici della "nuova slovenia" non chiariscono queto punto.
La scritta recita: "Nel settembre del 1927 sul Nanos erano riuniti i patrioti del litorale Albert Rejec, Zorko Jelincic, Joze Dekleva, Dori Sardoč, Andrej Šavli e Jože Vadnjal. Accesero la fiaccola della resistenza contro il fascismo. Il coraggio di venire".
Cè un piccolo dettaglio: la riunione non avvenne qui ma sul Monte Re (tra la valle di Riofreddo e la val Rio del Lago all'altezza dell'abitato di Cave del Predil presso Tarvisio). Qui ci furono invece i morti dei partigiani di Tito, quelli che lottavano sul serio contro il fascismo e il nazismo. La bugia della targa serve forse a nascondere il fatto che nel 1949 il vicino rifugio venne eretto col nome di Janko Premrl, uno che si era battuto come partigiano e come sloveno contro i nazifascisti?

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