10 aprile 2019

Ma guarda: le prime "foibe" di cui si ha notizia si trovavano sull'isola di Pag. E furono inventate dai nostri alleati: i fascistissimi ustascia...

...i fascisti croati del regime fantoccio messo in piedi da noi italiani. Furono "scoperte" dall'esercito italiano nel 1941 quando Pag/Pago, dopo la spartizione della Jugoslavija, passò sotto il Regno d'Italia.
ante pavelic
Il dittatore croato Ante Pavelic fu ricevuto in Vaticano da Papa Pio XII.
Già nel giugno del 1941 il governo ustascia ordinò l'arresto di massa de-
gli Ebrei e la loro deportazione nei campo di sterminio di Jadovno (nel-
le montagne del Velebit ) e dell'isola di Pag. L'arcivescovo Stepinac, che
sedeva nel parlamento ustascia, era in ottimi rapporti col Vaticano.
Appena 36 giorni dopo l’invasione della Jugoslavia, Germania, Italia, Ungheria e Bulgaria se la spartirono con il consenso di Ante Pavelich, diventato Poglavnik del nuovo Regno di Croazia.
👉Le forze armate italiane scoprirono le foibe di Arbe nell'agosto 1941, quando il comandante del V Corpo d'Armata, generale Balocco, ordinò l'estrazione e la cremazione dei cadaveri che vi erano contenuti.
Erano sull'isola di Arbe/Pag, nei due campi di sterminio per ebrei di Siano e Metajna, dove i militari rinvennero 791 cadaveri, 407 di maschi, 293
pavelic hitler
Pavelic incontra Hitler nel 1941. Mentre esistono documentazioni foto-
grafiche dei campi di sterminio croati "anti-serbi" nulla ci è giunto sugli
analoghi campi "anti-ebrei". Le eventuali documentazioni sono tuttora
sepolte negli archivi delle forze armate italiane.
di femmine e 91 di bambini.
👉Non ci fu alcuna reazione nei confronti degli alleati ustascia. Viceversa, venne mantenuto il più assoluto riserbo, anche quando ai primi di settembre 1941 gli Italiani trovarono altre fosse comuni e valutarono le vittime fra le 8000 e le 9000, probabilmente serbi, zingari e comunisti.
👉Di questa scoperta dovrebbe esserci traccia nelle documentazione negli archivi militari italiani, che tuttavia mai vennero fatti conoscere al
pubblico.
I primi a parlarne furono Sabille e Poljakov nel libro "Gli Ebrei sotto l'occupazione italiana" dell'edizioni Comunità, edito nel 1956. Il libro venne ripubblicato in inglese nel 1983 "Jews under the Italian  Occupation" a  New York dalla Howard Fertig.
La notizia è stata riportata sinteticamente da Philip Cohen in "Serbia's secret war".
Ecco il passo:
"...Già nel giugno'41 il governo ustascia ordinò l'arresto di massa degli Ebrei che vennero deportati nel campo di sterminio di Jadovno, nelle montagne del Velebit , e nell'isola di Pag.  A Pag gli ustascia crearono due lager, Slanoe Metajna. Essi vennero inaugurati non da un ustascia ma  da Jure Crljenko, il locale fondatore dello Zbor di Ljotic, il partito nazista serbo. [1]

Il lagher di Slano fu diviso fra un campo croato ed un campo serbo; gli oppositori croati e gli Zingari venivano inviati al lager serbo, gli Ebrei e gli oppositori serbi a quello croato.
I primi Ebrei arrivarono a Pag il 24 giugno 1941.

La popolazione di Pag inorridita dai massacri degli ustascia chiese l'intervento degli Italiani. Gli Italiani, dopo la firma dell'Accordo con Pavelic, entrarono a Pag, chiusero  i campi ustascia e deportarono gli Ebrei ad Arbe, dove li rinchiusero nel loro lager assieme agli Sloveni e Croati
rastrellati dall'esercito italiano nelle zone di guerriglia.
Almeno non li ammazzarono.[2] "

Ed ecco il passo più importante e sconosciuto in Italia: "Nell'agosto 1941 il comandante del V Corpo d'Armata italiano, generale Balocco, fece disseppellire i cadaveri di Pag e li fece bruciare . Nelle tre fosse comuni a Siano si trovarono 791 cadaveri, 407 di maschi, 293 di femmine e di 91 bambini.[3]

Ai primi di settembre 1941 gli Italiani trovarono varie altre fosse comuni e valutarono le vittime fra gli 8000 e 9000. [4] In questa cifra sono probabilmente compresi anche non Ebrei.  [5]"

(per la cortesia di Fabio Mosca)
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[1] Ljotic fu l'omologo serbo di Pavelic. N.d.t.

[2] *Marrus, Michael R. 1987. The Holocaust in History.
Hanover, New Hampshire: University Press of New England for
Brandeis University Press. pag. 74 nota 36.

* Freidenreich, Harriet Pass. 1979. The jews ofYugoslavia: A
Quest for Community. Philadelphia: Jewish Publication
Society of America.. pagg. 191-192, 218;

* Loewenthal, Zdenko, urednik. 1957. The Crimes ofthe
Fascist occupants and their Collaborators against Jews in
Yugoslavia.Beograd: Savez zidovskih opcina Federativne
Narodne Republike Jugoslavie. pag. 879;

* Stulli, Bernard. 1989. Zidovi u Dubrovniku. Zagreb:
Jevrejska opcina Zagreb, Nakladni zavod Matice hrvatske i
Kulturno drustvo Dr. Miroslav Salom Freiberger.pag. 14-15;

* Romano, Jasa. 1980. Jevreji Jugoslavie, 1941-1945. Zrtve
genocida i ucesnici NOR. Beograd: Savez jevrejskih opstina
Jugoslavije. pagg. 580-581,588-589;

* Goldstein, Slavko. 1988. pagg. 181-191

[3] * Vedere in Romano (1980), pagg. 123-124, 579;

*Zemljar, Ante. 1988. Haron i sudbine. Beograd: Beogradski
izdavacko-graficki zavod.pagg. 222-234.

[4] * Vedere in Zemljar (1988), pagg. 2,39;

* Poliakov, Leon i Jacques Sabille. 1983. Jews under thè
Italian Occupation. New York: Howard Fertig. pag. 132.

[5] Vedere Romano (1980), pag. 579.

Nota del traduttore: per "non Ebrei"  si deve intendere
essenzialmente Serbi e Zingari, oltre che comunisti e
oppositori politici e partigiani..

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