Lo fa collegando una serie di spiaggette e piccoli approdi tra la baia di Preluk e il quartiere di Kantrida, all'estrema periferia occidentale della città di Fiume.
Qui si sta tranquilli sempre, perfino a ferragosto. E' un tratto di costa completamente sconosciuto al turismo massificato della vicina Abbazia e fortunatamente ignorato dai cafoni neo-ricchi della "Croazia da bere". Anche se Costabella si trova proprio di fronte ad Abbazia ne sembra lontana mille miglia. Offre un notevole colpo d'occhio sull'intero litorale e sul massiccio del Monte Maggiore (Utcka, in croato) che lo chiude alle spalle. |
Questa passeggiata va dalla baia di Preluk (Preluca) fino a Kantrida (Can- trida, la periferia di Fiume, popolare e proletaria, dove c'è il cantiere nava- le "3 Maggio") ed è lunga circa 3 chilometri.
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La passeggiata "Milica Jardasa" inizia alla baia di Preluca (Preluk).
A tratti più larga e simile a una classica Promenade, a volte più stretta, si spinge per 2,5 chilometri in direzione di Kantrida, passando fra scogli e calette, sempre a pelo d'acqua.
La municipalità di Rijeka ha in previsione di prolungarla di altri 3,5 chilometri edi farla giungere fino ai bagni di Kantrida.
Per ora si ferma all'altezza del bivio della litoranea, sbarrata
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da una proprietà privata.
Venne realizzata ai tempi della dominazione italiana, come testimoniano le modeste villette in stile modernista e fascisteggiante, che ci sono giunte praticamente intatte, perfettamente conservate perfino negli infissi.
Ripercorsa oggi appare modesta, molto diversa dalla prorompente eleganza delle sontuose Promenaden asbur-giche della vicina Abbazia. Qui tutto è in tono minore, come minore era stato il fascismo italico che tentò - con risultati mo-desti assai - di gonfiare il petto nel ventennio del "libro e moschetto".
I gerarchetti e i pubblici funzionari italiani arrivati qui dopo la prima guerra mondiale, quando la città venne annessa al Regno d'Italia (ormai governato dal mascellone Mussolini) erano gente di bocca buona... figli del popolo che magari da piccoli avevano fatto la fame nelle zone depresse del Regno d'Italia e che di colpo erano diventati temuti funzionari pubblici.
Di quel mondo sopravvivono alcune amabili villette in stile modernista/futurista e anche dei bei tratti di passeggiata, ma Costabella è stata soprattutto un vorrei ma non posso, goffa imitazione dello splendore asburgico. L'orbace e l'autarchia rimanevano molto al di sotto delle sete e broccati del cosmopolitismo imperiale.
Il post risale al 2018. Nel frattempo in zona "Villa Costabella" è spuntato un ecomostro alberghiero lungo 200 metri che cementifica la passeggiata. Una plastica rappresentazione della convergenza tra amministrazione locale e grande capitale privato.
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