...che a dispetto del nome si fa con lo stoccafisso seccato al sole e al vento di Norvegia, e non col baccalà conservato sotto sale. E infatti...
...nel 1432 il nobile veneziano Piero Querini con la sua cocca carica di vino cretese, sacchi di pepe, spezie, profumi e broccati, doppiate le Colonne d'Ercole, faceva rotta a Nord, diretto ai porti della Lega Anseatica per farvi commercio delle sue mercanzie orientali.
Ma nell'Atlantico fece naufragio, forse per colpa del "pedota ignorante, accostati alla bassa di S. Pietro, toccammo una roccia ed il timone uscì dalle cancare con grande pregiudizio...
Il merluzzo essiccato andrebbe chiamato stoccafisso (a sinistra) e il ter- mine baccalà andrebbe riservato ai merluzzi conservati sotto sale (a de- stra). Nelle terre che s'affacciano sull'Adriatico, invece, si tende a chia- mare baccalà anche lo stoccafisso, che con questo nome è entrato nelle tradizioni culinarie delle popolazioni rivierasche. |
Erano cinquantasette
marinai e solo dodici, calati in scialuppa, arrivarono alle isole Lofoten, in Norvegia".
Il Querini vi trovò quelli che chiamò "pesce-bastone", merluzzi stesi ad asciugare al sole e al vento.
Portò in Italia il merluzzo secco che però non fu subito apprezzato.
👉Più tardi, invece, si diffuse anche in posti vicine al mare perchè la sua conservabilità ne faceva un'alternativa al pesce fresco, facilmente deperibile.
Oggi la maggior parte dello stoccafisso norvegese viene esportato verso l'Italia (oltre due terzi) e verso la Croazia, dove è chiamato bakalarh, cioè merluzzo.
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