Oltre che irredentista Cesare Battisti era un valente geografo. Per i confini si basava più sui bacini idrografici che sulle linee di cresta.
Nota: il Passo di Vrata non va confuso con la l'assonante Vratnik (in italiano Porta Liburnica), l'importante sella montuosa posta sopra Senj che segna l'inizio della catena del Velebit (in italiano Alpi Bebie). Una mera coincidenza fonetica di cui l'irredentista Cesare Battisti era consapevole, e che gli impedì di spingersi oltre. |
Esclude perciò dall'Italia il Tarvisio ma, sempre secondo la sua visione "idrografica", include l'intera Slavia attorno alla valle dell'Isonzo, fiume che sfocia nell'Adriatico.
E per il confine nella zona di Fiume? Egli estende un po' l'Italia oltre i suoi limiti montuosi (i quali collocano lo spartiacque al Passo di Vrata - metri 879).
👉Sempre basandosi sui confini idrografici egli "annette" anche le po-che alture poste immediatamente a Sud-Est del Passo di Vrata, poca cosa in verità.
👉Da notare, invece, com'egli consideri "italiana" anche l'isola di Veglia/Krk, che nel periodo fra le due guerre mondiali faceva invece parte del Regno di Jugoslavija.
La zona in OpenStreetMaps oggi. |
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