La saletta all'ingresso di questo storico caffè triestino che si inserì con un ruolo di primo piano nella tradizione delle caffetterie. E' inserito nella lista dei trentacinque Locali Storici d'Italia più legati al Risorgimento. |
Il Caffè Tommaseo è adiacente a Piazza Unità d'Italia e al Teatro Comu- nale Giuseppe Verdi, nella zona più prestigiosa della città di Trieste. |
Venne aperto nel 1830 dall’ap-passionato d’arte padovano Tomaso Marcato (che gli diede il proprio nome: "Caffè Tomaso").
Il caffè nasceva dalla ristrutturazione di una precedente caffetteria sita in quella Piazza dei Negozianti che ora si chiama Piazza Tommaseo.
Marcato affidò la decorazione degli interni al pittore Gatteri e ne adornò i locali con grandi specchiere fatte arrivare appositamente dal Belgio.
A dispetto di certe affrettate ricostruzioni, Tomaso Marcato non diffuse affatto “la fiamma degli entusiasmi per la libertà italiana”, ma si limitò a introdurre per primo il gelato a Trieste.
Venne poi ribattezzato nel 1848 quando assunse il nome dello scrittore e patriota dalmata.
L'interno comprende arredi originali dell'epoca. |
Dopo l'uccisione di Guglielmo Oberdan che diede il là ad un periodo di reazione e repressione austriaca, il locale prudentemente riprese il nome originario e lo mantenne fino al 1918.
Finita la guerra ed annessa Trieste al Regno d'Italia, il Caffè tornò a chiamarsi nuovamente (e per sempre) Tommaseo.
L'ingresso del Caffè Tommaseo. |
Venne poi modificato in alcune parti nel corso degli anni. Il Tommaseo è stato restaurato e rinnovato nel 1997 prendendo ispirazione dallo stile dei vecchi caffè viennesi.
L’arredamento è in gran parte ancora originale e, con gli stucchi dell’epoca, conserva le specchiere fatte venire dal Belgio nel 1830.
Nei locali di questo bar, tra i più antichi del capoluogo triestino, sostavano banchieri della Borsa,giornalisti della “Favilla” (giornale culturale triestino della prima metà dell’Ottocento), artisti, avvocati e letterati, tra i quali Stendhal. Una caratteristica, questa, che ha continuato a connotarlo nel tempo, visto che tra gli ospiti abituali sono annoverati, tra gli altri, James Joyce, Italo Svevo, Franz Kafka, Umberto Saba e, in tempi più vicini a noi, Fulvio Tomizza e Claudio Magris. Tra gli avventori famosi pur se non letterati si segnala la principessa Sissi.
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