10 luglio 2013

La strage di Podhum

Per i mille abitanti di Podhum/Piedicolle, frazione del comune di Jelenje/Gellegne a non troppi chilometri da Rijeka, il 12 luglio del 1942 fu l'ultimo giorno.
strage di podhum
Strage di Podhum: foto tratta dal sito www.lokalpatrioti-rijeka.com.
La rappresaglia voluta dal prefetto di Fiume, Temistocle Testa, camicia nera fra le più convinte e sanguinarie si concluse con l'incendio del villaggio e la deportazione degli abitanti sopravvissuti.
strage di podhum
La targa commemorativa della strage.
Queste le premesse: nel 1942 il maestro elementare italiano del villaggio, che si era distinto per il suo atteggiamento anti-slavo, fu trovato ucciso.
Forse da parte di una banda di mjesni (partigiani irregolari, non inquadrati nell’esercito di Tito) o forse per mano degli stessi abitanti del paesino, esasperati dalla ferocia che esercitava sugli allievi slavi. Essendo andate a vuoto le ricerche degli autori del delitto, il prefetto Temistocle Testa ordinò la rappresaglia.
Il 12 luglio del 1941, al mattino presto, l’esercito italiano, i carabinieri e gli “squadristi emiliani” di Jelenje circondarono il villaggio.
Alle otto in punto fece irruzione la fanteria motorizzata supportata dai carri armati.
Mentre i soldati affiggevano sui muri manifesti firmati da Testa che imponevano di restare in casa fino alle dieci della sera, altri soldati e carabinieri penetravano nelle case prelevando tutti, senza distinzione.
Le vittime furono 91 su una popolazione di 889 abitanti. Le case furono date alle fiamme e secondo Giacomo Scotti le vittime furono di più, forse 200.
Furono fucilati tutti gli uomini del villaggio di età compresa tra i 16 ed i 64 anni (secondo altri tra i 15 e i 55) e le persone rimaste furono deportate nei campi di concentramento italiani.

4 commenti:

  1. Quando l'On. Menia, pseudo triestino, fece istituire la giornata della Memoria in ricordo delle Foibe, avrebbe dovuto ricordare che assieme a questo vergognoso avvenimento ci fu pure tra le tante efferatezze questa tragica esperienza di cui il Bono Italiano dovrebbe portare vergogna invece che deliberato silenzio.

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    1. Vedo che ti mantieni informato anche se sei lontano. Purtroppo per i miei parenti emigrati in Australia non posso dire lo stesso. Mia cugina ha battezzato la figlia Karla Benita (sic!).

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  2. Il problema non è Menia. Il problema è la gente comune, l'italiano medio, che di quello fatto nei Balcani e in Etiopia da esercito e fascisti ha una conoscenza a dir poco approssimativa, se non nulla. Ed è un peccato, non tanto per ovvie ragioni morali, ma perchè comprendere (non giustificare intendiamoci!) le Foibe comporta preliminarmente la conoscenza precisa della storia precedente. Altirmenti rischiamo di rimanere con le persone che non sanno far altro che ragionare "di pancia" o sulla base di appartenenze quanto mai costruite.

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    1. E' vero, ma di solito quanto più gli anni passano e tanto più la realtà storica viene a galla. O almeno così mi piace sperare.

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