1 luglio 2013

Trieste 1850: la città che diventa provincia

I triestini furono tiepidi verso i moti rivoluzionari del 1848 e ciò valse loro un concreto, immediato riconoscimento da parte dell'Impero.
Lo stemma della città di Trieste dopo il 1850. La storia dello
stemma cittadino è parecchio complicata e viene solo in parte
ricostruita da Wikipedia, che comunque incorre in diverse ap-
prossimazioni e lacune.
Nel 1850 venne concesso un nuovo statuto che staccò la città dal resto del Litorale (cioè dalla contea di Gorizia e di Gradisca e dal margraviato d’Istria) e la elevò al rango di “città immediata dell’ Impero” (“Reichsunmittelbare Stadt”).
Trieste divenne così provincia a sè stante, titolare di un’am-pia sfera di attribuzioni che la sottraevano al controllo di una Dieta provinciale esterna, co-me già accadeva nel caso di Vienna.
I confini dell'asburgica "Città immediata di Trieste" corrisponde-
vano agli attuali confini del Comune di Trieste, con la sola ecce-
zione della zona di Lipizza che oggi fa parte della Repubblica
Slovena (vedi sito www.nuovolitorale.org).
La borghesia cittadina, preva-lentemente italiana, accolse bene la novità. L'economia triestina, basata sui traffici marittimi e gli scambi com-merciali era in forte crescita e i benestanti non intendevano dividere il potere con l'arre-trato contado slavo.
La novità della Reichsunmit-telbare Stadt si muoveva nell'alveo di una consolidata tradizione di autonomia: lo status di Porto Franco concesso dall'Austria già nel 1719 lo testimoniava.
Dopo l'intermezzo napoleonico, venne ricostituito attorno al 1820 e rimase in vigore per tutta la città fino al 1891, quando venne limitato ai singoli "punti franchi portuali" con l'erezione del muro che separa tuttora il porto dalla città. Comunque, lo status di porto franco dell'800 era diverso da quello del '700 nel senso che i vantaggi fiscali erano diventati minori.

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