31 marzo 2018

Le tradizioni pasquali di Fiume: il "siser" o "sisser", l'uovo sodo inglobato nella pinza

"Finalmente arrivava la Domenica di Pasqua e le nostre mamme si recavano alla prima Messa delle 6 e trenta portando avvolto su una salvietta bianca un pezzo di pinza, la scalogna detta luk, le uova sode e il prosciutto per la Benedizione."
siseri o titole o pinza
La tradizionale pinza pasquale di provenienza asburgica veniva rivisitata
aggiungendo riferimenti espliciti all'uovo, che veniva addirittura ingloba-
to nel siser, che però già in Friuli cambiava nome ("Le titole le ciama i
furlani, noi a Fiume li ciamavimo siseri.")
I ricordi del fiumano Rodolfo Decleva, modestamente affidati ad una pagina Facebook, meriterebbero più attenzione di tanti altri scritti polemici. Sono testimonianza preziosa di un tempo ormai andato, una forma di storiografia minore che meriterebbe sostegno e attenzione.

uova di pasqua
"Verso le diezi de matina se magneva il siser fato en casa, persuto coto,
ovi duri coloradi e scalogna"
. La decorazione rituale delle uova sode nei
giorni di Pasqua compare in forme diverse lungo tutto l'arco alpino e in
particolare in Slovenia, da dove forse è migrata al mare... 
"Si cominciava col Venerdi Santo e tutti tenevamo un comportamento controllato senza eccessi e strida. Le Maestre ci davano dei compiti a casa, mentre in Parrocchia – dove i Crocifissi erano avvolti in panni viola a rappresentare il Lutto della Chiesa - i Sacerdoti ci facevano giocare ma con morigeratezza. Le campane erano “legate” e non suonavano. I Preti celebravano la Messa ma non davano l’Eucaristia. Chi aveva la radio la teneva al minimo volume e i programmi non prevedevano canzonette ma per lo più musica da camera. E poi non si sentiva cantare per rispetto della ricorrenza. Un anno, noi Aspiranti del Duomo andammo in ritiro al Vescovado, dove Don Severino Scala ci aveva promesso scorpacciate di mele cotogne tra una preghiera e l’altra. Quasi tutta la cittadinanza faceva la visita dei Sepolcri nelle varie chiese – le pie donne ne visitavano sette - e la visione cadeva sulla immagine della Madonna Addolorata in lutto trafitta da un pugnale. Analoga effigie c’era in Salita Calvario dove c’erano le Tre Croci.
Poi nel giorno di Sabato Santo noi giovani eravamo in strada, ma con l’occhio su un rubinetto dell’acqua perché alle 11 ci sarebbe servito. Infatti alle 11 le campane venivano “sciolte” e suonavano a Festa per annunciare la Resurrezione di Gesù e tutti correvano a bagnarsi gli occhi per mondarsi dei propri peccati. La Resurrezione avveniva in anticipo sui tre giorni della Passione e Morte. Finalmente arrivava la Domenica di Pasqua e le nostre mamme si recavano alla prima Messa delle 6 e trenta portando avvolto su una salvietta bianca un pezzo di pinza, la scalogna detta luk, le uova sode e il prosciutto per la Benedizione. Alle 9 c’era la Marenda di Pasqua: sulla tavola imbandita con il caffelatte bollente e fumante. Le briciole venivano raccolte dalla tovaglia e bruciate nello sparket, perché benedette. Il Signore era risorto. E questa usanza era seguita anche dagli Ebrei e Ortodossi anche se la loro Pasqua non coincideva con la nostra."
uova pasquali a Fiume

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