Il manifesto d'epoca ben esprime il clima di esaltazione nazionalista nei giorni della "vittoria mutilata". Si noti che il Patto di Londra non comprendeva affatto la città di Fiume, come la propaganda nazionalista lasciava intendere e, della costa di Dalmazia, assegnava al Regno d'Italia solo l'enclave di Zara città e un paio di isole (Lagosta, Cazza e Pelagosa). |
Le truppe italiane entrano in Istria assieme a quelle degli altri vincitori: inglesi e francesi.
Sembrano venute a incassare il premio per il tradimento del '15 messo nero su bianco nel- l'imbarazzante "Patto di Londra".
Nelle settimane del dopo-guerra, giorno dopo giorno, la città di Fiume muta natura, si allontana dalle sue radici imprendi-toriali e operaie e da porto multietnico si trasforma nel laboratorio politico dove i fascisti fanno le loro "prove tecniche".
La città è ormai avviata su un piano inclinato e si av-vita in una spirale di esal-tazione nazionalista.
Le teste calde del redu-cismo italiano assem-blano il mito fondante del piagnisteo fascista (la "vittoria mutilata") e col-laudano i metodi dello squadrismo.
La "marcia dei Legionari" di d'Annunzio e il colpo di stato cittadino del 1922 preluderanno alla "marcia su Roma" di Mussolini: il fascismo si è fatto le ossa a Fiume.
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