27 agosto 2020

La passera di Lussino, che fu la barca di Straulino

Nata come barca da lavoro, venne presto adattata ad imbarcazione da diporto. E' panciuta e con una superficie velica sproporzionata per le sue dimensioni, ha chiglia e pala del timone molto profondi.
Era molto diffusa tra le due guerre sulle coste dell'Adriatico nord-orien-
tale ed era prodotta dai cantieri lussignani che si ispirarono alle scialup-
pe delle navi mercantili inglesi.
👉Lo scafo della passera lussignana é largo e a chiglia profonda, con lunghezza compresa tra i 5 e i 7 metri, di solito (ma non necessariamente) pontato e spesso dotato anche di una piccola tuga.
👉La poppa è a specchio con forma a cuore (per consentire di avere una poppa molto stretta al galleggiamento).
👉L'armo della passera solitamente è a sloop, con bompresso e boma che sopravanza leggermente in lunghezza la linea di poppa.
Due passere con randa Marconi in regata nel 1934. L’attrezzatura velica abituale era la c.d. Marconi, poiché il lungo strallo, parallelo all’albero, ricordava le antenne telegrafiche di un tempo. Una simile vela, dal taglio simile a quelle attuali, era più avanzata della vela latina o della vela al terzo. Grazie ad essa, infatti, le barche potevano orzare molto di più e meglio. Una Passera è stata anche la prima barca del campione olimpico Straulino.
Deriva dalle barche da lavoro inglesi, come il falmouth working boat (in
foto), che arrivarono in Istria come scialuppe delle navi mercantili.
"I numerosi scali producevano anche una barca tipicamente lussignana: la “passera”. A vela, lunga cinque metri, assolveva soprattutto a compiti di rappresentanza: il cantiere che varava la passera migliore e più veloce si assicurava maggiori commesse."
(Alessandro Marzo Magno, "Il leone di Lissa: Viaggio in Dalmazia", Ed. Amazon Kindle posizioni nel Kindle 513-514)
Una barca di oggi attrezzata invece con la tradizionale vela al terzo e con piccolo fiocco di prua.




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