Leggenda vuole che tra le famiglie più povere ci fosse l'uso di appendere la “renga” con uno spago al soffitto sopra la tavola, per poi “tocciare”, cioè intingere, la polenta, che non mancava mai, sul pesce.
Un'aringa affumicata della Coop, con prezzemolo e polenta. La renga (aringa) e lo scopetòn (sarda atlanrica) vengono spesso confuse ma sono due pesci diversi. |
Aringa affumicata con cipolla, aglio, olio e prezzemolo. |
👉La conservazione era infatti affidata all'affumicazione e alla salatura (e "ai tempi" il frigo ancora non era stato inventato).
Assieme all'usatissimo baccalà, sia la renga che lo scopetòn si portavano in tavola accompagnate dalla polenta sia “calda”, cioé appena fatta, che “brustolada“ cioé passata sulla griglia.
Fotogramma tratto dal film “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi. "Ai me tempi… quatro fete de polenta brustolà e un sardeon pica via in meso o sora la tola… ma solo pociare! Parchè, finìa la polenta, la mama fasea sparire el sardeon che, co’ na scaldadina e do giosse de oio, el giovava ancora. E vanti cussì più che se podèa….". Il legame fra "i pesci in barile", lo stoccafisso e le prescrizioni religiose sono ben descritti nel sito gastronomiamediterranea.com. |
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