Una figura dimenticata dai più e a cui oggi nessuno bada è quella di Riccardo Zanella, convinto autonomista e antifascista fiumano ed altrettanto convinto anticomunista.
Volantino in cui Zanella invita i fiumani ad acco- gliere la proposta del governo italiano di conferire a Fiume lo status di "città libera". Zanella rimase attivo fin dopo la WW2: nel 1945 inviò alla riunione dei ministri degli esteri tenutasi a Londra nel set. tembre 1945 due memoriali sulla questione fiumana. |
Una volta esaurita l'avventura dannunziana della Reggenza italiana del Carnaro, Zanella presiedette lo Stato libero di Fiume dal 5 otto- bre 1921 fino al colpo di Stato fascista del 3 marzo 1922. |
La sua nota formula che vedeva Fiume “prima vittima del fascismo” merita attenzione poichè è lontana da quel tanto di rissosamente ideologico che nelle vicende fiumane non manca mai.
La sua visione lasciava poco spazio alle concezioni esclusivamente etniche.
Fu dunque una figura anomala, specie da queste parti...
👉Nelle elezioni comunali del 26 ottobre 1919 (mentre la città era occupata dai rivoltosi di Gabriele d'Annunzio) si scontrò con la componente nazionalista e fascisteggiante guidata da Riccardo Gigante, l'irredentista, che voleva l'annessione all'Italia.
Il futuro podestà fascista e governatore pro-
vinciale
della Repubblica di Salò vinse con circa il 77% dei consensi e divenne
sindaco della città.
👉Il 20 aprile 1920 gli autonomisti di Riccardo
Zanella, ostili ai legionari dannunziani, con l'appoggio dei socialisti,
proclamarono uno sciopero generale ma ci voleva ben altro per fermare l'ondata nazionalista.
Comunque, nel novembre 1920, il Trattato di Rapallo (un accordo bilaterale
italo-jugoslavo che bypassava la conferenza di pace) faceva del
centro-città e del porto di Fiume un piccolo stato autonomo, lo Stato
Libero
di Fiume.
👉Rapallo fu un formidabile e inaspettato aiuto per gli autonomisti fiumani, infatti Zanella fu chiamto a presiedere l'effimero staterello nè italiano nè jugoslavo.
Durò poco: si incaricarono i fascisti, prima con il golpe fiumano del marzo 1922 e poi con la "marcia su Roma" dell'ottobre dello stesso anno, ad inaugurae il peggior periodo del Novecento.
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