Fu solo grazie all'invasione nazista dell'aprile 1941 che i fascisti fiumani riuscirono a mettere le mani sul quartiere di Susak, il popoloso quartiere croato dell'oltrefiume che col suo Port Baross faceva da contraltare al "molo longo" di Fiume italiana.
Nel ventennio italo-fascista la città era tagliata in due dal confine fra il Regno d'Italia e il Regno di Jugoslavia: a sx Fiume, a dx Susak. |
In quei giorni, una ”ragazza di oltreponte” così ricorda l'introduzione forzata del monolinguismo a Susak dopo l'invasione nazi-fascista della Jugoslavia del 1941: "Con malcelato nostro stupore constatammo che
appena invasa la nostra Città fu italianizzato il suo nome e la chiamarono Sussa.Venne emanato dal Prefetto di Fiume l’ordine che le insegne dei nostri negozi dovevano essere scritte in italiano, si misero nomi italiani a tutte le vie, con gran disappunto e confusione di tutti, anche dei fiumani che da sempre frequentavano Susak e conoscevano le vie col nome croato.
![]() |
Il confine risaliva il corso del fiume Eneo e si infilava tra le colline risa-
lendo la Val Scurigna.
|
![]() |
Nel centro città c'era un check-point al ponte (most) sul fiume. |
Apparvero sui muri e all’ingresso degli edifici pubblici manifesti in lingua italiana che annunciavano frasi insensate:
“Questa è Terra Italiana".“Qui si saluta romanamente“.
“Qui si parla solo Italiano”.
Il disagio era palese, l’umiliazione grande, pochi tra noi conoscevano bene l’italiano per esprimerci in modo completo, erano piuttosto i fiumani che sapevano il croato, al più si biascicava il dialetto fiumano. Mio fratello, ragazzo assai vivace e i suoi amici erano molto arrabbiati e papà lo rimproverò per la loro inutile e pericolosa contrarietà." (Furio Percovich, Gruppo Facebook "Un Fiume di Fiumani")
Nessun commento:
Posta un commento