"Finalmente arrivava la Domenica di Pasqua e le nostre mamme si recavano alla prima Messa delle 6 e trenta portando avvolto su una salvietta bianca un pezzo di pinza, la scalogna detta luk, le uova sode e il prosciutto per la Benedizione."
La tradizionale pinza pasquale di provenienza asburgica veniva rivisitata aggiungendo riferimenti espliciti all'uovo, che veniva addirittura ingloba- to nel siser, che però già in Friuli cambiava nome ("Le titole le ciama i furlani, noi a Fiume li ciamavimo siseri.") |
"Verso le diezi de matina se magneva il siser fato en casa, persuto coto, ovi duri coloradi e scalogna". La decorazione rituale delle uova sode nei giorni di Pasqua compare in forme diverse lungo tutto l'arco alpino e in particolare in Slovenia, da dove forse è migrata al mare... |
Poi nel giorno di Sabato Santo noi giovani eravamo in strada, ma con l’occhio su un rubinetto dell’acqua perché alle 11 ci sarebbe servito. Infatti alle 11 le campane venivano “sciolte” e suonavano a Festa per annunciare la Resurrezione di Gesù e tutti correvano a bagnarsi gli occhi per mondarsi dei propri peccati. La Resurrezione avveniva in anticipo sui tre giorni della Passione e Morte. Finalmente arrivava la Domenica di Pasqua e le nostre mamme si recavano alla prima Messa delle 6 e trenta portando avvolto su una salvietta bianca un pezzo di pinza, la scalogna detta luk, le uova sode e il prosciutto per la Benedizione. Alle 9 c’era la Marenda di Pasqua: sulla tavola imbandita con il caffelatte bollente e fumante. Le briciole venivano raccolte dalla tovaglia e bruciate nello sparket, perché benedette. Il Signore era risorto. E questa usanza era seguita anche dagli Ebrei e Ortodossi anche se la loro Pasqua non coincideva con la nostra."
Nessun commento:
Posta un commento