E' un'istantanea che risale agli anni fra le due guerre mondiali, quando Fiume era italiana. L'autore, ungherese, si chiamava Ernest Peterffy.
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Nel porto di Fiume, fra le due guerre mondiali, quando alle venderigole, assieme alle mlekarice, spettava l'onere di portare in piazza, nei mercati, nelle case e nel porto i prodotti dei contadini e degli artigiani dell'entroterra. |
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"La venditrice di secchi di legno e di botti mentre fa un pisolino pomeridiano a Fiume". |
"La venditrice di secchi di legno e di botti mentre sta facendo un pisolino pomeridiano a Fiume" è l'introduzione alla didascalia dello scatto del fotografo e artista giramondo Ernest Peterffy, della rivista National Geographic.
La didascalia di National Geographic così prosegue: "Per un breve periodo dopo la prima guerra mondiale Fiume godette di un privilegio simile a quello di Danzica; fu una libera città, sotto la giurisdizione della Lega delle Nazioni, mentre si pensava che servisse agli interessi congiunti di Italia e Yugoslavia. Nel gennaio del 1924, tuttavia, concordarono che Fiume andasse all'Italia e Baros alla Yugoslavia. Fiume era stata la scena dello spettacolare exploit di D'Annunzio (vedi nel testo, pag 197)".
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