Incuneato in una forra per sfuggire agli attacchi aerei. Oggi é un museo in grado di consegnarne la memoria alle generazioni future.
L'entrata era nascosta nella foresta e l'ospedale poteva essere raggiunto solo tramite dei ponti che all'occorrenza potevano essere retratti. |
Il grande partizanska bolnica Franja è stato in attività dal 23 dicembre 1943 al 5 maggio 1945.
Venne diretto dalla dottoressa Franja Bojc Bidovec ed è uno dei pochi ospedali partigiani sloveni, attivi durante la seconda guerra mondiale, che in qualche modo sono "sopravvissuti" fino ad oggi. Le virgolette sono dovute al fatto che il suo aspetto odierno é dovuto ad una attenta ricostruzione, dopo l'alluvione che nel 2007 lo aveva distrutto.
La posizione incassata nella gola, gli alberi e il camuffamento degli edifici nascondevano l'ospedale agli aerei nemici. |
👉Era stato progettato per ospitare 120 pazienti alla volta ma venne continuamente ampliato fino ad essere composto da ben quattordici capannoni di legno. C'erano baracche adibite a camerate con i letti a castello, quelle adibite a sale operatorie e radiografie, una cucina, un magazzino, una lavanderia con bagni, una centrale elettrica, vari altri rifugi per i feriti e un bunker per la guardia.
Ospedale partigiano Franja. Vedi il sito dell'attuale museo ed anche la voce in Wikipedia. Si veda anche il blog di Gabriella Giudici. |
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