Lo scherzaccio dell'Immaginifico al ministro degli esteri sovietico.
Nella foto, D'annunzio e Cicerin al Vittoriale nel 1922. Georgij Cicerin fu Commissario del Popolo agli Esteri del governo sovietico dal 1918 AL 1930. |
"Disgustato dall'evidente fretta dei rivoluzionari russi di venire a patti con le Oscure Statue di Cera dell'occidente, egli [D'Annunzio] riservò il suo più macabro scherzo a una vittima bolscevica. Quando, durante la conferenza di Genova del 1922, Grigori Cicerin, l'immensamente erudito e ipocondriaco commissario agli Affari Esteri, visitò il Vittoriale, egli lo invitò a cena in un refettorio francescano. Due legionari portarono una scimitarra meravigliosamente damascata, la deposero sul tavolo e si ritirarono, chiudendo a chiave la porta dietro di loro. D'Annunzio, fissando l'ospite e provando il filo della lama, improvvisamente annunciò: 'Mio caro amico, per certe mie ragioni ho deciso di tagliarle la testa'. Dopo un intervallo di tempo, durante il quale il volto di Cicerin normalmente pallido divenne livido per lo spavento, D'Annunzio sospirò stancamente, lasciò cadere la scimitarra e disse: 'Che peccato! Non sono in forma questa sera. Ho paura che dovremo rimandare la cosa a un altro giorno'."
(tratto da David Mitchell, "L'annata rossa dell'Europa", 1972)
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