Il bar del paese com'era nel 2007, nel 2009 e nel maggio 2016. |
Tra queste rocce ventose per secoli e secoli pastori e contadini si erano ingegnati a sopravvivere, a scampare le razzie dei pirati e della mala sorte, defilati alla vista e quindi invisibili per chi arrivava dal mare.
Una casa rimasta congelata agli anni Novanta, saltuariamente frequen- tata solo in qualche fine settimana. Fino ad oggi la corrente elettrica continua ad arrivare anche quassù, ma ogni cosa rischia di tornare a come Tito l'aveva trovata in quel lontano 1945. |
👉Oggi, archiviata la secolare paura delle scorrerie dei pirati e malamente conclusasi l'epopea del socialismo jugoslavo, le vecchie case sopravvivono a sè stesse solo perchè la pietra è più dura degli uomini.
👉L'orologio batte ormai un altro tempo e chi è fuori dal giro del turismo è fuori dalla sopravvivenza.
Nei paesini abbandonati è solo il cimitero a conservare i segni delle vicende storiche.
S'erano insediati al confine della sostenibilità economica e sociale, ma qui i reietti delle isole non sono stati salvati dall'automobile (com'è in- invece accaduto per i più fortunati contadini dei "masi chiusi" del Sud- tirolo). Qui è tutto più lontano, più povero e disgregato. |
👉Se i registri parrocchiali sono andati perduti, le bianche pietre cimiteriali ospitano ancora i vecchi cognomi italiani, slavi, veneti, austriaci.
Tutti insieme, ugualmente stratificati e dimenticati.
Forse un colpo d'ala media-tico, com'è in effetti accaduto per la vicina Orlec, che nel web è improvvisamente as-surta al ruolo di "paese dei grifoni", potrebbe salvarli dall'oblio.
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