Era il 12 settembre 1919 quando l'ammutinamento militare sotto la regia del poeta e avventuriero D'Annunzio giustificò la tragedia...
Gabriele d'Annunzio fotografato in mezzo ai suoi "legionari" dopo "l'im- presa di Fiume", il golpe che pose fine all'effimero Stato Libero di Fiume. |
D’Annunzio, "sollecitato dal contingente dei Granatieri di Sardegna che hanno dovuto lasciare Fiume per ordine della Conferenza di pace di Parigi" si mette alla testa di un contingente di ammutinati e occupa militarmente la città istriana, rivendicandone l’italianità.
E' la "marcia dei Legionari" che anticipa di soli tre anni la "marcia su Roma" dei fascisti di Mussolini.
Il governo Nitti chiede debolmente la resa degli ammutinati che hanno occupato Fiume, tenta la soluzione di forza inviando i bersaglieri, ma questi si uniscono ai ribelli e passa prudentemente alle vie diplomatiche, ma senza risultati.
D’Annunzio rimarrà a Fiume per quindici mesi, proclamando il 12 agosto 1920 la "Reggenza italiana del Carnaro" violando tra l'altroil Trattato di Rapallo del 12 novembre 1920.
Solo il bombardamento della città da parte della nave militare Andrea Doria e alcune decine di morti negli scontri lo costringeranno alla resa, il 31 dicembre 1920.
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