"Il primo maggio 1945 i partigiani celebrarono il Labour Day accendendo sulle montagne attorno a Fiume dei fuochi così grandi che potevano essere visti dalla città, mentre i nazisti continuavano la loro azione distruttiva distruggendo i binari della ferrovia e resistendo ai comunisti".
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I due scatti in bianconero si riferiscono al tre maggio del 1945: in alto
una delle rare foto che documentano l'ingresso in città dei reparti parti-
giani jugoslavi reduci da quattro anni di ininterrotta e durissima guerra
contro i nazifascisti e anche contro i loro alleati croati (ustascia) e ser-
bi (cetnici). In basso lo stato delle installazioni portuali dopo i bombar-
damenti del 44-45. In alto la zia col premier australiano in una foto di
fine anni '90. In basso alla stazione di Trento a fine anni Ottanta, quan-
venne a farci visita dopo quarant'anni. Il virgolettato del titolo purtrop-
po è suo, purtroppo nel senso che che continuava a non capire... |
Mia zia Adele era ingenua fin che basta, e si meravigliava della determinazione mostrata dai combattenti slavi, non capiva com'essi potessero confonderla coi loro nemici.
Eppure proprio lei aveva portato il gagliardetto fascista delle giovani fiumane nelle cerimonie del fascismo cittadino. Che dire?
Erano "i 'sciavi", gli schiavi, come eravamo abituati a chiamarli fin dai tempi della Serenissima, ed eravamo abituati a non vederli, ma c'erano, ed erano la maggioranza! Con Tito era venuto il loro tempo, ed erano lì per fare i conti per quanto avevano dovuto subire sotto il fascismo. Come biasimarli per la vendetta contro chi aveva cercato di cancellarli dalle loro terre? Arrivarono in città il 3 maggio 1945.
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