Da un po' "Point Lenana" è diventato un caso letterario perchè cancella i confini fra i generi letterari. Sul libro in sè (e sul personaggio che l'ha ispirato) rimando a qualche mio post ma soprattutto a Giap, il blog curato da uno dei due coautori.
Qui voglio solo riportare in stralcio la rapida sintesi sulla questione degli esuli così come viene tratteggiata con leggerezza e nonchalance, tra un'incursione narrativa e l'altra. Un semplice, rapido, riassunto che si trova a pagina 475:
«Se fai l'apprendista stregone mille miglia lontano da casa, nessuno dei tuoi cari subirà eventuali conseguenze spaventose. Se lo fai sull'uscio
di casa (e i Balcani erano e tuttora sono l'uscio di casa), presto o tardi accadrà qualcosa di brutto in casa.
Di lì a poco, infatti, un doppio contrappasso ci avrebbe raggiunti e stretti in una manovra a tenaglia: a partire dall'autunno del '43, molti civili italiani avrebbero subito rastrellamenti, internamenti e massacri identici a quelli che i civili libici, somali e abissini avevano subito per mano italiana. Nel '45, gli spiriti a lungo tormentati nell'Adriatico Orientale si sarebbero vendicati travolgendo quel che irredentismo e fascismo avevano costruito, staccando Istria, Quarnaro e Dalmazia dai destini dell'Italia, causando un «esodo» italiano verso ovest dopo decenni di «esodi» sloveni e croati verso est [...] Anche in questo caso vale un discorso già fatto, quello sul colonizzatore che, vivendo come «naturale» il proprio dominio, trova inspiegabile la violenza del colonizzato.»
Nessun commento:
Posta un commento