La coltivazione dell’olivo si era diffusa fin dall'antichità lungo le due sponde del mare Adriatico. Sulla costa orientale comprendeva tutte le
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In realtà, specie sulle isole, la coltivazione dell'olivo era così inestricabil-
mente connessa con la cultura materiale delle popolazioni, che soprav-
visse anche all'industrialismo d'importazione sovietica. In foto un qua-
dro d'una pittrice quarnerina, Lucija Lovrecic, che ama la propria terra. |
isole maggiori e anche molte fra quelle più piccoline.
Dopo la lunga parentesi del Maresciallo Tito, che pensava solo all'industrializzazione del paese, oggi anno dopo anno continuano a sorgere nuovi oliveti e gli olii migliori molto spesso provengono dai piccoli oliveti.
Inoltre, alcune abitudini ed usi locali, come il lavaggio delle olive nell'acqua di mare, fanno dell’olio d’oliva quarnerino un qualcosa di ancora più legato al territorio.
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La varietà buža (scura) e oblica (verde) sono quelle più frequenti e diffuse lungo la costa e sulle isole croate, dove è consuetudine mischiare le diverse specie di olive. Ma nelle ultime stagioni gli olivicoltori locali hanno iniziato ad offrire anche oli d’oliva di una singola precisa qualità, e a sottolineare in modo particolare l’offerta di specie autoctone da cui si producono oli a km zero. |
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I nuovi scassi agricoli e la messa a dimora di piante d'olivo interessano anche la penisola istriana. Qui un terreno all'interno di Rovigno, nella cosiddetta "Istria rossa" (la foto è del 2015). |
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