Costruire muretti a secco permetteva di liberare il terreno dalle pietre e così lo rendeva adatto alle coltivazioni e al pascolo. Un lavoro che ha
Il muretto a secco era chiamato gromače, un antico ter- termine della parlata locale. Sulla cima veniva posta una fila di pietre aguzze chiamate ozubi, sorta di filo spinato. |
Il paesaggio agrario delle isole era segnato da un fitto reticolo di muretti a secco, che ancora oggi formano migliaia di ograjice, i recinti dove le pecore vengono tenute al pascolo.
Erano costruiti dai contadini usando esclusivamente le pietre trovate sul posto, senza leganti o malte di alcun tipo, in un sapiente gioco di incastri che sapeva resistere alle intemperie e al passare del tempo.
👉I muretti a secco delimitavano le proprietà e impedivano al bestiame di allontanarsi o di cadere nei dirupi; servivano anche per riparare gli orti domestici e le coltivazioni dalle incursioni degli animali da cortile e dalle raffiche della bora.
Tutto sempre e solo in pietra perchè il legname da opera scarseggiava e nei campi veniva usato solo per le lesse, i cancelletti.
Se nell'arco alpino recinzioni e steccati venivano realizzati rigorosamente in legno, qui l'unico materiale impiegato era la pietra, i ruvidi, taglienti sassi di pietra bianca istriana con cui venivano costruite pure le case, In alto a destra siamo a Pernat, in basso a sinistra a Lubenice e l'orticello in basso a destra si trova a Vidovici. |
Lettura: i muretti a secco nell'allevamento della pecora chersolina. (da "Contributo alla Ricerca sull’Allevamento Tradizionale di Pecore nell’Isola di Cherso", Ekopark Pernat, Lubenice, Tiskara Zambelli, Rijeka, 2009).
Sono conosciuti dai locali con il termine ciacavo-bodolo di gromače. Venivano costruiti anche per delineare i confini dei pascoli e quindi hanno definito e antropizzato chilometri e chilometri di paesaggio chersino. [...] ...il muro a secco divide, delinea il confine, ma pur sempre unisce. Rende possibile il passaggio attraverso appositi cancelli (lese), le aperture (škuje) che possono venir facilmente chiuse e aperte con le pietre, le scalette in pietra (kamene skaline)o le scale a pioli realizzate in legno (stervice). Lo scopo fondamentale dei muri a secco era quello di impedire al bestiame di entrare nel campo del vicino. Considerando le tecniche di costruzione, esistono svariate specie di questi muri. Possono essere singole o doppie (unjule ili duple) e cioè in una o 2 file. La prima fila di blocchi di pietra è incastrata nella terra per la profondità di 10 cm. Si tratta delle fondamenta e la profondità dipende dal tipo di terreno e di pietra a disposizione del costruttore. Lungo tali fondamenta viene posta una pietra di forma allungata sulla quale vengono sistemate, in una serie unica, i blocchi di pietra successivi, fino ad arrivare all’altezza desiderata. Su una simile base, di solito veniva costruito un muro doppio. Lo spazio tra i due muri veniva riempito di sassi sminuzzati (piflo) che avevano la funzione di collegare e di mantenere in piedi il doppio muro (duplica, dupla gromača). Invece il muro singolo (unjula) può essere semplice, con la parte superiore dritta, oppure con una specie di corona fatta d’incastonate pietre aguzze oblunghe (ozubi), che rendono difficile il passaggio sia alle persone che al bestiame. È questo modo utilizzato il più delle volte per proteggere un lembo di terra lavorata o un pascolo. Di solito sono dell’altezza di un uomo, dipendentemente dallo scopo, dal terreno, dal materiale disponibile e dalla forza lavoro. Nella parte centrale di Cherso e nella sua area settentrionale, i muri sono più alti che in quella meridionale. Il modo di erigerli dipende dal tipo, dalla forma e dalla grandezza delle pietre. Di regola, i blocchi più grossi stanno nella parte inferiore, mentre quelli più piccoli stanno sopra. Il modo in cui posare la pietra – obliqua, orizzontale o verticale – dipende dalla sua forma, ma anche dalla competenza, dal sapere e dall’esperienza del costruttore. Quindi, ogni muro a secco rappresenta un’opera d’arte, una storia sull’abilità di costruzione, sul rapporto verso il lavoro, sulla pazienza, ma anche sulla stessa natura. Ogni pietra viene pesata e girata, ci vive e vi opera un sottile e preciso sentimento che indica il suo centro di gravità e i punti di coesione dei piani. Le modalità di costruzione non sono uguali in tutta l’isola anche perché nelle singole zone le forme e la struttura delle pietre cambiano. Di regola, bisogna posare la pietra in serie di modo che sia ben conficcata tra le pietre vicine e che sia impossibile estirparlo dal muro. Ad esempio, le pietre piatte vanno sistemate verticalmente, l’una accanto all’altra oppure con un’angolatura dolce di modo che il muro sembri resistente. Quelle di forma rotondeggiante sistemate in file danno l’aspetto di un pizzo che da secoli sfida il vento e la pioggia. Alcuni propietari di parcelle erano conosciuti per i loro muri a secco ordinati e ben allineati. Nelle parcelle che servivano solo da pascolo e non avevano passaggi, si lasciava un’apertura costruita con pietre più grosse. Le dimensioni del passaggio corrispondevano alla distanza delle punte delle corna dei montoni, di modo che potessero passare (...su kadà` se premẽstilo ôfce mogli pasat.). Nell’erigere l’apertura, due sassi resistenti venivano posti alla distanza di circa 50 cm. Alla stessa altezza andava sistemata una lastra di pietra un po’ più lunga, per continuare poi a costruire il muro come di consueto. Al fine di far passare la persona più facilmente attraverso il muro, vicino all’apertura veniva di solito costruita una scala, incastonando delle pietre piatte e lunghe in entrambe le parti del muro stesso. Era più semplice, comunque, appoggiarvi una scala a pioli in legno (ostervice). Sui muri o, nella maggior parte dei casi, come strutture autonome sistemate lungo i sentieri, s’incastonavano delle pietre a mo’ di piani (pocivalići o pocivališća a Garbino) in cui i braccianti (težaci) si riposavano, appoggiadovi i pesanti fardelli al ritorno dai campi. Queste costruzioni a forma di prisma superavano unmetro di lunghezza, erano alte circa 1,5 m e larghe 2 sassi, senz’alcun collegamento con il muro. Rappresentano un fenomeno ancora molto frequente nell’isola e costituiscono un elemento del patrimonio culturale di particolare valore.
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ore. Lungo tali
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