La Künstenland austroungarica in un atlante inglese del 1911. In giallo i territori a maggioranza italiana. |
Quando i Balcani si affacciavano alla civiltà industriale gli italiani erano la maggioranza nell'Istria occidentale (che rimane tuttora la parte a maggiore densità italiana della piccola penisola) nonchè in una piccola striscia che va Gorizia a Monfalcone e il territorio cittadino di Trieste.
Tutto il resto era a maggioranza slava, compreso il territorio di Fiume (nei calcoli di parte italiana veniva implicitamente escluso il sobborgo di Susak, che era slavo).
Tutto il resto era a maggioranza slava, compreso il territorio di Fiume (nei calcoli di parte italiana veniva implicitamente escluso il sobborgo di Susak, che era slavo).
In questo atlante inglese del 1911 Venezia e Trento appaiono col loro nome anglicizzato (Venice e Trent) mentre le grandi città della Künstenland austroungarica appaiono col loro nome in lingua corrente: Trieste, Fiume, Pola, Zara, Spalato, Ragusa e Cattaro. Su Fiume va detto che sotto il Regno d'Ungheria il nome ungherese era appunto
Fiume. Rijeka arrivò più tardi, col passaggio alla Jugoslavjia.
Due parole sulle politiche anti italiane della vecchia cara Austria no?
RispondiEliminaDopo i moti del 1848 l'Austria adottò politiche di contenimento delle spinte nazionaliste e nazionalitarie un po' ovunque. L'obiettivo erano gli irredentisti, i figli "contestatori" delle diverse borghesie nazionali: italiani in Trentino e Istria, cechi, sloveni, croati lungo il litorale. In quegli anni l'impero "cambiò di cavallo" favorendo i croati a danno degli italiani, perche i croati e gli sloveni erano considerati meno pericolosi probabilmente perchè, pur prevalendo come numero, erano in minoranza fra le classi abbienti.
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