20 luglio 2020

Si passava dai valichi di seconda categoria

Negli anni della guerra fredda il confine italo-jugoslavo non é mai stato una linea contesa, ma una fascia porosa e, a suo modo, anche aperta.
Tra gli esempi più estremi di "valichi secondari" nei dintorni di Trieste c'è il posto confi-
nario della Val Rosandra, che conserva tutt'ora i colori jugoslavi e si trova giusto di fron-
te alla vecchia  trattoria Bottazzo. Erano l'opposto dei valichi dove confluivano i turisti.
La gente del posto vi era abituata. Conviveva con il "doppio livello", diciamo così.
Una storia che andava avanti dal 1945 e che è proseguita fin dopo il trattato di Osimo, e che è finita in archivio solo dopo l'ingresso della Slovenia nella Unione Europea.
👉Ma quando la Jugoslavija di Tito era ancora unita,  tutti - ma proprio tutti - fosse solo per la benzina o per la carne o per qualche stecca di sigarette, vi si passava sempre, semplicemente per risparmiare o farsi una birra.
Propustnica alla mano si andava verso il confine di seconda categoria, aperto solo dalle 8 alle 18 e che poteva essere oltrepassato solo da coloro che erano residenti entro 10 km dal confine. I valichi di seconda categoria erano defilati, non segnalati in quanto irrilevanti se non per i residenti e collegavano i piccoli centri abitati a cavallo del confine.

Nessun commento:

Posta un commento