17 marzo 2020

Fiume città martire (martire di D'Annunzio)

Dal balcone del Palazzo del Governatore, il Vate vaticinava su Fiume "città olocausta”, martirizzata dalla mancata annessione all’Italia dopo la prima guerra mondiale. Ma nelle strade e fra la gente...
Inaugurata il 12 settembre (centenario dell'impresa) nelle sale dell'ex-
palazzo del governatore, la mostra “D’Annunzijeva mučenica – L’olo-
causta di D'Annunzio-D'Annunzio's martyr" ha un titolo trilingue, che
induce all'equivoco. In inglese suona giusto: "martire di D'Annunzio"
👉Nei 16 mesi di occupazione dannunziana in città ebbero libero corso le pulsioni antislave che spingevano a passare alle vie di fatto, mentre nelle strade spadroneggiavano le prepotenze di nazionalisti, fascisti,  e avventurieri di sorte e provenienze diverse.
👉Mussolini copiò poi da D’Annunzio le uniformi nere, il saluto romano e il grido eia-eia-alalà (tra le altre cose).
“Oggi in Italia vengono commemorate le vittime delle foibe e le vittime dell’Olocausto, ma non anche le vittime del fascismo. Si tratta di una tendenza estremamente problematica, finalizzata al superamento della dicotomia tra fascismo e antifascismo, cercando un nemico esterno. Nell’attuale dibattito sul ‘confine orientale’ questo nemico siamo noi, gli slavi.” (Mila Orlic).
Il palazzo dei governatori nei giorni dell'occupazione dannunziana (settembre 1920).

1 commento:

  1. Certo, come no, l'Italia è piena di gente che odia gli slavi e invece le vittime del fascismo non le ricorda nessuno, come no... Ma fatemi il piacere! Piuttosto gli "slavi" pensino alle loro vittime causate da Tito e compagnia bella e pensino a quando pretendevano di arrivare oltre l'Isonzo. O anche, semplicemente, al fatto che l'Istria, Fiume eccetera non fossero proprio del tutto slave (o non lo erano per niente) ma malgrado ciò gli iugoslavi se ne sono impadroniti, a spese di chi già ci viveva.

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