24 agosto 2019

La barca più diffusa fra i piccoli pescatori istriani, quarnerini e dalmati era la versatile "Gaeta"

Era chiamata anche "Gaietizza" (gajetica) cioè "piccola Gaeta", per differenziarla dall'originale tirrenico, che era più grande.
barca da pesca Gaeta
Le più diffuse erano le Gaete, che erano lunghe da 3 a 6 metri e larghe da
2 a 2,5 metri, con chiglia profonda circa mezzo metro. Qui vediamo una
Gaeta con forcole remiere esterne e fiocco aggiuntivo. Il disegno gemello
di poppa e prua ci dice della sua origine come barca a remi d'uso costiero.
👉La stazza variava dalle 2 alle 6 tonnellate e l'equipaggio variava fra tre e cinque marinai. Era attrezzata con un albero posto a un terzo di lunghezza dalla prora, armato con vela latina.
👉Raramente utilizzava il fiocco e spesso veniva mossa a remi da tre vogatori. Era coperta solo a prua e a poppa, dove si stivavano gli attrezzi da pesca.
Era utilizzata per vari tipi di pesca, a partire da quella alle sardine, anche nella variante "col fuoco".
Gaeta in sosta estiva
Una Gaeta in sosta estiva. Nel caso della pesca estiva delle sardine (Sardina pilchardus) con la rete a "tratta" le Gaete servivano da "luminiere” e venivano attrezzate con graticole di ferro sulle quali si accendeva il fuoco per attrarre i pesci durante le notti di luna nuova. Il ponte doveva essere il più largo possibile, per maneggiare con facilità le reti. L'origine della Gaeta è tirrenica e il nome allude al Golfo di Gaeta
barca gaeta
Modellino di Gaeta armata e pronta per la navigazione. Una variante della Gaeta era anche diffusa fra i pirati Uscocchi di Senj, che svilupparono anche lance a remi più lunghe ma sempre basate sulla doppia prua e sul pescaggio ridotto.

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