15 luglio 2019

La "Italia Vincitrice" e l'imbarazzante falso storico del Leone di Lissa.

La battaglia di Lissa del 20 luglio 1866 fu sempre una spina nel fianco per gli italiani, che l'avevano malamente perduta. Il monumento austriaco ai caduti imperiali si trovava nel cimitero di Lissa, ma fu trafugato dal fascismo in fuga dalla costa dalmata e ancora oggi si trova (udite udite) presso l'Accademia Navale di Livorno.
Leone di Lissa
Le due targhe: "ITALIA VINCITRICE" e "NOVEMBRE 1918" erano state
applicate durante l'effimera occupazione seguita alla WW1: come se la vit-
toria nella WW1 avesse potuto annullare la cocente sconfitta del 1866. La
occupazione italiana dell'isola iniziò il 4 novembre 1918 e terminò con il
Trattato di Rapallo del 12 novembre 1920.
Lissa fu sempre una spina nel fianco per gli italiani, che avevano perso la battaglia.
👉Così, quando gli italiani sgombrarono Lissa dopo l'occupazione militare del 1918-20, trafugarono il monumento.
👉E' incredibile, ma ancora oggi si trova presso l'Accademia Navale di Livorno.
Al posto dell'originale, ancora ai tempi della Jugoslavia, venne installata una copia di misure ridotte.
👉"Dopo l'indipendenza, il governo della "nuova Croazia" provò a farsi ridare indietro il leone originale, senza risultato.
E quindi la copia in dimensioni ridotte venne sostituita da una nuova copia in scala 1:1.
Secondo quanto scrive Giacomo Scotti in un suo libro sulla battaglia di Lissa, nella nuova copia sono stati tolti i nomi di tutti i marinai italiani che caddero a Lissa nel 1866. Non bisogna infatti scordare che il Veneto all'epoca faceva parte dell'Impero. Non sono però mai riuscito ad andare a Lissa per verificare questa notizia. La cartolina è stata pubblicata dalla Cartoleria Niccolò Musina di Lissa."
(testo e foto dal gruppo facebook Istriadalmaziacards)

1 commento:

  1. Non c'era ancora il fascismo, l'Italia si comportò malissimo già dopo il novembre 1918, voleva a tutti i costi cancellare ogni traccia asburgica. E si inventò per Lissa non sconfitta ma "vittoria mancata". Si dice poi, non so se è vero, che i cadetti livornesi prima di ogni esame toccano i coglioni del leone.

    RispondiElimina