15 marzo 2019

La strage di Lipa e quei bravi ragazzi sudtirolesi, nazistelli a loro insaputa...

In Sudtirolo la falsa coscienza non si è ancora arresa all'evidenza della storia. In queste vallate alpine l'attrazione hitleriana si è bevuta la memoria di tanti sudtirolesi, che continuano tranquillamente a negare. Un po' com'era abitudine fare tra i collaborazionisti trentini del CST....

SS Polizei Regiment Bozen
Dopo il recente libro "Lipa ricorda" di Ivana Kovacic, Vincent Sepic
Čiškina e Danica Maljava, va ricordata la mostra apertasi il 18 mag-
gio 2017 presso il "memorial center" del paese di Lipa, basata sul ma-
teriale fotografico scattato dal soldato del primo battaglione Urban
Rienner, materiale giacente presso l'archivio della Provincia Autono-
ma di Bolzano e ora rimosso dal sito ufficiale della stessa.
I nazisti amavano scattare fotografie durante le loro azioni antipartigiane, cosa che avvenne anche in Istria.
Queste foto della stragi della primavera 1944 costituiscono l'unica documentazione fotografica a carico dei "bravi ragazzi" sustirolesi inquadrati nel primo battaglione del Polizeiregiment Bozen.
Furono sviluppate a Ilirska Bistrica nel laboratorio locale di un tale Silvestar Marož e sono pervenute a noi solo grazie alla circostanza che l'esercito tedesco amava riprendere le sue azioni e solo per questo il Bundesarchiv
SS Polizei Regiment Bozen
Soldati del I Battaglione del "Bozen" si allontanano dal villaggio di Gor-
nji Turki (nei pressi di Kastav - Castua) dopo averlo incendiato (5 aprile
1944). Successiva puntata Lipa?
al numero 1011-005-0046 02-08 conserva gli scatti che mostrano i soldati mentre lasciano la scena del crimine.
Sono l'unica documentazione visiva delle tante stragi a cui i "bravi ragazzi" sudtirolesi parteciparono.
👉Sulla fascinazione nazista di cui furono vittime i sudtirolesi, anche quelli antifascisti, fa testo una fonte "al di sopra di ogni sospetto": la giornalista RAI Lilli Gruber che, essendo di madre lingua sudtirolese, conosce bene le pieghe della storia sudtirolese. Al contrario, uno storico trentino, Lorenzo Baratter (che è un politico identitario locale), preferisce tacere, glissare, censurare ogni cosa.

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